“Insieme per costruire futuri – Insieme per fare da soli”. Con la Fondazione Durante e dopo di noi di Reggio Emilia

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“DUE COSE POSSONO REGALARE I GENITORI AI FIGLI: LE RADICI E LE ALI” (Proverbio canadese)

“La legge sul Dopo di noi non si tocca”; lo ha detto il Premier Matteo Renzi quando gli chiesero un commento su tale importante argomento. I 100 milioni stanziati per la legge e il piano di programmazione triennale confermano questa particolare sensibilità, rendendoci sicuramente più fiduciosi per il futuro. Sì dunque a risposte specifiche e no a strutture omologanti e omologate; sì all’autodeterminazione, dato che solo le famiglie stesse conoscono i problemi e la quotidianità; sì al cosiddetto “Trust”, introdotto per la prima volta.

La rivoluzione che reca con sè la legge del “Dopo di noi” parte da qui. Dalla necessità di dare risposte, concrete, alle persone con disabilità gravi una volta che si ritroveranno sole, senza l’aiuto delle loro famiglie, che nella stragrande maggioranza dei casi fino a oggi costituiscono l’unico supporto, oltre che economico, anche affettivo. Ma anche qui serve una comunità che sappia essere attenta e inclusiva.

Di tutto questo e di tanto altro abbiamo discusso questa mattina al bell’incontro “Insieme per costruire futuri – Insieme per fare da soli”, fondamentale convegno organizzato dalla Fondazione “Durante e dopo di noi” di Reggio Emilia, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, un’occasione per condividere, un’occasione per fare squadra con le altre Fondazioni che operano sul territorio emiliano romagnolo.

Ho portato la mia esperienza e ciò che la Regione Emilia Romagna sta portando avanti su queste tematiche. Ho potuto portare la buona notizia dell’aumento dei fondi destinati al sociale nel bilancio di previsione 2016, ho illustrato la risoluzione che, come prima firmataria, insieme ad altri colleghi abbiamo presentato: un primo, ma importante passo.

L’esperienza positiva di questi ultimi anni sul piano socio-sanitario ha reso esplicito come la regione sia attrezzata ad accogliere la legge del “Dopo di noi”. Servizi socio sanitari diurni e residenziali; 15000 interventi ogni anno; 150 milioni di risorse del FRNA. Ora occorre avere un campo infinito di occasioni ma preciso di collocazione per entrare in contatto con i bisogni e situazioni. Parafrasando quanto disse il nostro ex Presidente Giorgio Napolitano: “La Regione vi è molto grata, la Regione riconoscerà i vostri sforzi”. Perchè questa legge possa funzionare c’è bisogno di solidarietà e di mettere insieme risorse, energie, competenze che ogni associazione, comunità e famiglia nella sua storia ha già maturato. Ogni esperienza è preziosa.

La crescita economica deve andare di pari passo con la rete sociale; nessuno deve sentirsi isolato o, meglio, nessuno deve sentirsi un’isola, ma è compito nostro inserire il “prendersi cura” fra le priorità dell’azione governativa. I disabili non devono comunque essere solo soggetti destinatari delle politiche di sostegno a loro dedicate. Devono realmente diventate soggetti attivi delle decisioni legislative e amministrative che li riguardano.

Ecco perchè un frammento importante di questa sfida per la società che vogliamo costruire sta nella riforma della scuola. E nella riforma del terzo settore che stiamo discutendo al Senato e nel ruolo che dovrà avere il volontariato da un lato, dall’altro l’impresa sociale e le cooperative, tutto il mondo che ruota intorno al terzo settore. Ciò non vuol dire che lo Stato non debba svolgere il proprio ruolo fino in fondo e mandare avanti il proprio impegno e il proprio mandato: non ci vuole necessariamente meno Stato, ci vuole più società civile.

Un ultimo appunto: nella nuova legge regionale sullo sport vi è uno spazio dedicato alle disabilità, a testimonianza di quanto anche l’attività sportiva sia una chiave per l’inserimento e l’inclusione sociale delle persone fragili.

 

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Mobilità. Abbonamenti agevolati per famiglie numerose e anziani. Qui le novità.

Un Fondo regionale per la mobilità, “dotato” di un milione di euro per il 2016, a favore di persone in situazione di particolare bisogno da destinare ai Comuni, così da consentire l’erogazione di contributi per l’accesso ai titoli di viaggio agevolati per il trasporto pubblico locale. L’ampliamento delle categorie sociali che hanno diritto ad accedere alle agevolazioni; e la conferma, per il prossimo triennio, dei livelli tariffari di riferimento per gli abbonamenti annuali agevolati “Mi Muovo insieme”.

Queste alcune delle principali novità introdotte dall’Accordo triennale sulle tariffe agevolate di abbonamento annuale “Mi Muovo insieme” a favore di categorie sociali 2016-2018, approvato dalla Giunta regionale.

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L’allargamento a nuove priorità sociali

Per i prossimi tre anni, coloro che rientrano tra le categorie sociali che posseggono i requisiti indicati dall’Accordo, potranno acquistare gli abbonamenti annuali  “Mi Muovo Insieme”, validi per tragitti urbani, cumulativi ed extraurbani- utilizzabili  per il trasporto su gomma e le linee ferroviarie regionali –  a prezzi scontati rispetto alle tariffe ordinarie.

La Giunta, dopo un confronto con i Comuni e le parti sociali, ha ritenuto necessario modificare e aggiornare i criteri di accesso precedenti (definiti nel 2007), tenendo conto delle nuove priorità sociali, e introducendo la certificazione Isee, come previsto dalla normativa nazionale per la valutazione della situazione economica, per alcune categorie di cittadini interessati all’intervento. Per la campagna abbonamenti 2016, saranno i Comuni e le aziende di trasporto a definire le modalità organizzative per l’acquisto delle agevolazioni per il trasporto pubblico.

Le categorie interessate e i benefici

Ad acquistare gli abbonamenti agevolati, dal 2016, potranno essere non solo i beneficiari tradizionali degli interventi (invalidi, mutilati), ma anche le famiglie numerose con 4 o più figli che dichiarino un  ISEE non superiore a 18.000 euro e le persone vittime di tratta di esseri umani e grave sfruttamento.

Nuovi criteri riguardano i 21.000 anziani residenti in Emilia-Romagna: nel 2016, se uomini, dovranno aver compiuto i 65 anni di età, se donne 63, e dichiarare un Isee del nucleo non superiore a 15.000 euro per accedere all’agevolazione. Coloro che dichiarano un reddito maggiore potranno accedere alle agevolazioni per gli over 65, già previste a livello locale. Per i rifugiati e i richiedenti asilo, attualmente circa 1.200, viene confermato l’accesso alla tariffa base agevolata.

Le famiglie e le modalità di applicazione

Per quanto riguarda le famiglie, in Emilia-Romagna sono 28.417 quelle con 6 o più componenti; di queste, un numero ridotto è composto da almeno 4 minori a carico e dichiara un Isee sino a 25.000 euro. Le persone con disabilità sono invece 9.000: per loro è confermato l’accesso alla tariffa base agevolata senza richiesta Isee. La delibera sarà trasmessa per l’applicazione ai Comuni e alle aziende di trasporto così da avviare le vendite a inizio 2016. Gli abbonamenti “Mi Muovo” già emessi hanno validità fino alla scadenza.

Prima firmataria in Regione per il “Dopo di noi”

“Sono nate in questi anni in vari ambiti distrettuali Fondazioni formate da famiglie, associazioni e altri soggetti del terzo settore, sostenute dagli Enti locali, che si occupano del ‘dopo di noi’, organizzando soggiorni per l’autonomia e percorsi di vita indipendente e utilizzando i vari strumenti di tutela giuridica oggi disponibili per garantire al disabile in età adulta un’uscita programmata e ‘naturale’ dal proprio nucleo famigliare di origine”. E’ quanto si legge in una risoluzione del Gruppo del Pd, prima firmataria Ottavia Soncini, presentata all’Assemblea legislativa per chiedere alla Giunta di confermare anche nei prossimi atti di programmazione socio-sanitaria obiettivi e azioni in merito al “durante e dopo di noi” da perseguire nell’ambito della programmazione distrettuale su tutto il territorio regionale, “sostenendo in particolare le iniziative delle famiglie e delle associazioni il più possibile in sinergia e raccordo con gli Enti locali”.
Nel documento si chiede anche di garantire, per quanto di competenza, un’applicazione tempestiva delle “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone affette da disabilità grave nonché delle persone disabili prive del sostegno familiare” una volta approvate a livello nazionale.

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ALLEGATO
Risoluzione per impegnare la Giunta a confermare nei prossimi atti di programmazione socio-sanitaria obiettivi ed azioni riguardanti, in materia di assistenza alle persone disabili prive del sostegno familiare, il “durante e dopo di noi”, favorire la sinergia tra famiglie, associazioni ed Enti locali, applicando inoltre tempestivamente la relativa normativa nazionale. (18 11 15) A firma dei Consiglieri: Soncini, Bagnari, Ravaioli, Caliandro, Rontini, Montalti, Zoffoli, Paruolo, Pruccoli, Mumolo, Marchetti Francesca, Cardinali, Serri, Poli, Calvano, Molinari, Iotti, Prodi

 

Ne abbiamo parlato anche a Guastalla durante i lavori di questo bel convegno

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A Scandiano per presentare la legge “Lavoro e inclusione sociale”.

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Mercoledì 11 novembre, alle ore 19, presso il municipio di Scandiano ho presentato la legge regionale 30 luglio 2015, n. 14 “disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari”. L’iniziativa si inserisce all’interno di una commissione congiunta di politiche lavorative e politiche sociali, cui la cittadinanza è invitata a partecipare.
La nuova disposizione, attiva dall’1 ottobre, ha istituito una nuova forma di tirocinio, finalizzata a favorire l’inclusione sociale e l’autonomia delle persone in condizione transitoria di disagio. Offrendo loro un lavoro, si può aiutarle a uscire dalla propria condizione di vulnerabilità, rendendole autonome e generando sviluppo per una nuova coesione sociale.
Spiega Giulia Iotti, assessore al Welfare di Scandiano: “Essendo le sedute delle commissioni sempre pubbliche, abbiamo voluto organizzare una presentazione di questa nuova legge regionale, perché introduce nuovi strumenti, in grado di rispondere ai bisogni di quella parte di popolazione in condizioni di fragilità lavorativa”.
“Una vulnerabilità che implica una necessità di inclusione sociale – aggiunge Luca Monti, presidente della commissione comunale per le politiche lavorative – per la quale a oggi non erano ancora stati forniti sufficienti strumenti di inserimento. Questa legge è appunto in grado di colmare questo vuoto, permettendo alle persone disagiate di raggiungere una nuova autonomia”.

 

  • Lavoro e Inclusione: l’esperienza dell’Emilia-Romagna nel quadro delle politiche nazionali e comunitarie – 9 novembre (il programma)
  • Favorire l’ingresso al lavoro e l’inclusione sociale di persone fragili e vulnerabili – 10 novembre (il programma)

Ministero del lavoro e delle politiche sociali

Le slide degli interventi

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Regione Emilia-Romagna

Le slide degli interventi

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Documentazione

Regione Friuli Venezia Giulia

Le slide degli interventi

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Documentazione

Regione Puglia

Le slide degli interventi

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Documentazione

  • Deliberazione della Giunta Regionale 21 novembre 2014, n. 2456 – Legge regionale n. 37 del 01/08/2014, art. 15 Cantieri di cittadinanza. Approvazione della strategia regionale per l’inclusione sociale attiva e il contrasto delle povertà e degli indirizzi operativi per la realizzazione dei Cantieri di Cittadinanza e del lavoro minimo di cittadinanza

Regione Sardegna

Le slide degli interventi

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Abbattimento barriere architettoniche in edifici privati, accolte tutte le 53 domande reggiane

 

 

“Serve innanzitutto concretezza”, sostiene la consigliera regionale Ottavia Soncini, componente della Commissione Sanità e politiche sociali, “e sono estremamente lieta di annunciarvi che la Regione accoglierà tutte le 53 domande di contributo per l’abbattimento delle barriere architettoniche in edifici privati presentate dai Comuni della Provincia di Reggio sul Fondo Regionale. Ci auguriamo che lo Stato riprenda quanto prima a finanziare le graduatorie nazionali”. 

“Noi abbiamo scelto tra gli obiettivi finanziabili dall’assestamento di bilancio”, prosegue Soncini, “questa priorità. Il nostro compito amministrativo viene assolto, stando in primo luogo dalla parte dei cittadini che incontrano quotidiane difficoltà nella gestione della loro vita”.

Il Fondo regionale per l’abbattimento delle barriere architettoniche è stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna tramite legge (la 24 del 2001, modificata dalla legge 24 del 2013), proprio a fronte del mancato rifinanziamento del Fondo nazionale, previsto dalla legge 13/1989, e con l’obiettivo di dare risposta alle numerose domande per l’eliminazione e l’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici privati. 

“Le domande di contributo raccolte dai Comuni sono state 468 in tutto il territorio regionale, 53 quelle provenienti da Reggio e Provincia“, spiega Soncini. “Con l’assestamento di bilancio approvato martedì, grazie al milione di euro aggiuntivo rispetto a quello previsto sul piano casa, arriviamo alla cifra complessiva di due milioni di euro che ci permetterà di coprire tutte le domande“.

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582 mila euro dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per la realizzazione di attraversamenti semaforizzati adeguati alle esigenze dei non vedenti

Per migliorare la sicurezza degli impianti semaforici e adeguarli alle necessità dei non vedenti il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha varato uno stanziamento di 582.271 euro. La cifra, destinata ai comuni che parteciperanno al bando con successo, è destinata a coprire le spese “per la realizzazione, con opportune segnalazioni strumentali e installazione di percorsi tattili, di attraversamenti pedonali semaforizzati adeguati alle esigenze dei non vedenti”.

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L’avviso è stato pubblicato sul sito del Mit e sulla Gazzetta Ufficiale numero 247 del 23 ottobre 2015 e prevede che le domande, corredate dai progetti, siano presentate entro il 27 novembre.

Qui potete trovare il link attraverso il quale accedere al bando.

Da Rete e Osea la nuova Asp “Reggio Emilia – Città delle persone”: opportunità e rischi di un’operazione storica

Nasce una esperienza innovativa e coraggiosa intrapresa dall’amministrazione comunale di Reggio Emilia su indicazione della legge regionale n.12 del 2013. Apprezzo l’ordine del giorno presentato dai Consiglieri comunali Maura Manghi e Daniele Marchi: qui una loro riflessione, che ampiamente condivido.

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Il consiglio comunale di Reggio ha deliberato sul progetto di fusione delle due aziende di servizi alla persona (Asp) del distretto di Reggio, ovvero Reggio Emilia Terza Età – Rete e Osea – Opere di Servizi Educativi e Assistenziali.

La nuova Asp “Reggio Emilia – Città delle persone” si occuperà di minori, disabili e anziani diventando uno dei più importanti soggetti del sistema di welfare locale, arrivando a un valore della produzione di circa 34 milioni di euro e circa 700 dipendenti.

I numeri contano. Non v’é dubbio. E la ratio della legge regionale n. 12 del 2013, che prevede questi processi di aggregazione, è una ratio sostanzialmente numerica che conduce a una razionalizzazione amministrativa volta al contenimento della spesa pubblica.

Un percorso quindi frutto non tanto di una scelta politica di questa amministrazione, ma di un solco normativo nel quale anche il nostro Comune deve collocarsi. Un atto dovuto, ma un atto con un impatto significativo per la nostra comunità e, quindi, un atto che va accompagnato con attenzione e consapevolezza.

Un’operazione storica, che segnerà il mandato di questa amministrazione e la vita della nostra città. Non nascondiamo preoccupazioni e perplessità. Che un ente pubblico di queste dimensioni riesca a produrre maggiori efficienze gestionali e amministrative è una scommessa tutta da vincere.

Di base le possibilità ci sono: acquisti, forniture, mezzi etc… sono voci razionalizzabili, così come alcuni costi della struttura amministrativa. Ma viste le finalità socio-assistenziali ed educative del nuovo soggetto sarebbe auspicabile vedere ogni euro risparmiato reinvestito per migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi erogati.

Non c’è dubbio che si tratta di fondere due realtà molto diverse tra loro per storia, tipologia di servizi e cultura organizzativa.

Nei servizi alla persona è sempre più chiaro come sia la personalizzazione degli interventi a renderli appropriati, efficaci ed efficienti; questo è già difficile quando ci troviamo di fronte a enti che erogano servizi per la stessa tipologia di destinatari, immaginiamo come la cosa si possa complicare se un unico ente deve avere cura di minori, disabili e anziani.

Al di là dei passi societari che in questi mesi porteranno a un unico nuovo soggetto, sarà estremamente importante seguire e accompagnare quella che sarà la riorganizzazione dell’ente da cui misureremo la capacità di questo nuovo soggetto di essere realmente al servizio della comunità.

La centralità della persona, dei suoi bisogni, dei suoi desideri e aspettative dovrà essere il criterio di orientamento fondamentale per investimenti, politiche e scelte organizzative del nuovo soggetto. Per fare questo di fondamentale importanza sarà la formazione, costante e diffusa, per tutti gli operatori.

È indubbio, infine, che il governo di questo processo e di questa nuova realtà dovrà essere affidato a persone tra le più capaci della nostra comunità, affidandosi per la loro scelta esclusivamente a criteri di merito e competenza.

Come consiglieri comunali l’impegno sarà quello di accompagnare questo cammino vigilando, per quanto di nostra competenza, sui suoi sviluppi.

Daniele Marchi – consigliere comunale Pd
Maura Manghi – consigliere comunale Pd

Approvata la prima legge italiana sull’autismo

È stata approvata mercoledì la prima legge nazionale sull’autismo. La commissione Igiene e Sanità del Senato, in terza lettura e in sede deliberante, ha dato il via libera al disegno di legge che prevede l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza, (cioè le prestazioni e i servizi che la Sanità è tenuta a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o col pagamento di una quota di partecipazione) dei trattamenti per l’autismo. Questa novità dovrebbe garantire risposte omogenee in tutte le Regioni: dalla diagnosi precoce al trattamento individualizzato. Previsto anche l’aggiornamento delle linee guida per prevenzione, diagnosi e cura, oltre alla ricerca sull’autismo.

 

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I fondi e le competenze

La legge prevede, nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia sanitaria, interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei Lea della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. Grazie a questa legge il Ssn offrirà alle persone con autismo interventi organici riconosciuti scientificamente. Quella sull’autismo è la prima legge in Italia. Una risposta immediata e un segno di civiltà per tutti i pazienti, le famiglie e le associazioni. I finanziamenti arriveranno dal Fondo sanitario nazionale e le Regioni dovranno provvedere in merito. C’è stata all’interno della Commissione un’unità di intenti.

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Diventa legge il progetto di inserimento lavorativo e inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità

Approvato dall’Assemblea legislativa il progetto di legge d’iniziativa della Giunta “Disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari”.

Target del provvedimento, le persone disoccupate o inoccupate, la cui condizione si caratterizzi per la compresenza di problematiche afferenti la dimensione sociale o sanitaria e la cui inclusione sociale venga perseguita attraverso il lavoro, anche tramite programmi personalizzati. Quasi duecentomila persone costituiscono la platea dei potenziali destinatari.

“Sono intervenuta in Aula”, spiega Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico fra le promotrici del progetto di legge, “per sottolineare l’importanza di una legge che mette finalmente al centro le persone e in cui vi è un approccio innovativo di integrazione fra servizi pubblici. Le persone in condizione di fragilità e vulnerabilità in Emilia Romagna sono in aumento: parliamo di circa 200.000 potenziali utenti, una cifra assai consistente. Il nostro obiettivo finale è quello di “fare uscire” le persone da tale condizione: una comunità giusta, equa e corretta è quella che offre a tutti una seconda chance, è quella in cui il welfare state non diventa uno stile di vita”.

 

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