Non sarò candidata alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre prossimi. Dopo due mandati il mio impegno resta, ma in forma differente.

Il mio lavoro di consigliera regionale in Emilia-Romagna si avvia a conclusione. Si chiude un percorso intenso, in cui ho messo tutta me stessa, sempre guidata da una solida convinzione: fare il massimo per servire la comunità.

Ringrazio il Partito Democratico per avermi permesso in questi dieci anni di stare accanto ai miei concittadini come Presidente della Commissione politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna.

Sono stati anni impegnativi, in diversi frangenti drammatici, nei quali insieme ai colleghi abbiamo lavorato per una sanità pubblica e di qualità per tutti. È ciò di cui vado più fiera. Probabilmente non riuscirò mai a dare un volto a tutti i 9.485 elettori che mi hanno riconfermata 5 anni fa, ma certamente a tutti coloro che mi hanno consegnato la fiducia, posso oggi restituire un impegno serio per le persone, nel quale ho sempre messo al primo posto quelle più fragili.

Ci siamo occupati del Bene Comune più prezioso: la Salute (le maiuscole sono intenzionali). Salute fisica, mentale, relazionale, comunitaria. Ci siamo ‘presi cura’ delle persone, quelle ammalate, quelle con disabilità, quelle con disagio psichico o psicologico. Siamo stati dalla parte delle bambine e dei bambini, dalla parte delle donne, delle famiglie.

Sono stati anni difficili per tutti. Mancano medici e personale socio sanitario, le risorse in sanità sono in costante diminuzione: proprio dalla Commissione che presiedo è iniziata la battaglia del

Pd per chiedere al Governo di portare al 7.5% il Fondo sanitario Nazionale in rapporto al PIL. 

Ora la priorità è quella di restare uniti per battere una destra populista che sta demolendo la sanità pubblica, tagliando il fondo per l’affitto, la spesa sociale, le pensioni, la scuola, i fondi agli asili nido, i fondi per la non autosufficienza, le risorse agli enti locali. Una destra che sta spaccando l’Italia e demolendo pezzo a pezzo lo stato sociale. Il Partito Democratico, sono certa, saprà continuare l’impegno di questi mesi per ricucire gli strappi con una proposta di Governo del Paese centrata sulla questione sociale e salariale, sul lavoro dignitoso, su un sostegno alle imprese, ai lavoratori autonomi.

Occorre combattere il precariato in tutte le sue forme, nella scuola, nel lavoro, nella ricerca, per opporsi con ogni mezzo alla prospettiva di un futuro incerto. Il progetto per l’Italia del Partito Democratico si fonda su alcune priorità: sanità pubblica di qualità, ricerca e istruzione di valore, lavoro e salari dignitosi, politiche industriali per la conversione ecologica e digitale, diritti e doveri sociali e civili alla portata di tutti.

Le società stanno insieme sui diritti ma anche sui doveri, sull’attenzione reciproca perché nessuno può vivere bene da solo. L’alleanza tra politiche sociali e sanitarie è la sfida principale anche nella nostra Regione per i prossimi anni. A fronte di profondi cambiamenti demografici e sociali, accelerati dall’emergenza globale del Covid-19, per la nostra Sanità è decisivo un investimento straordinario di visione, di risorse umane e finanziarie.

Viviamo un tempo di dolore per tanti: le guerre chiamano la politica ad occuparsi delle cose più preziose, la pace e la centralità della persona umana che è unica e insostituibile. Ciò va ricordato sempre, sia quando si parla di sanità e di sociale che quando si ragiona di immigrazione e inclusione.

In questo contesto la nostra Regione dovrà governare processi importanti che richiedono scelte coraggiose, sguardo nuovo, analisi adeguate, percorsi pazienti e determinati. Servirà essere radicali nei principi. Continuerà ad essere importante il contributo generoso delle donne. Per una donna e madre con bambini piccoli, molti sono gli ostacoli da superare, le barriere da rimuovere che impediscono la piena partecipazione alla vita professionale e politica. Sono convinta che una maggiore presenza di donne in politica sia fondamentale per fare passi avanti nella direzione di conciliare le esigenze della vita lavorativa e quelle della vita familiare e di migliorare la protezione sociale che riguarda più in particolare le donne. Una donna fa il doppio della fatica per far emergere il proprio valore, il proprio merito e la propria capacità, anche in politica. 

L’Emilia-Romagna ha certamente le donne, gli uomini, le risorse, il potenziale per poter migliorare ancora i servizi alla persona. Certo, pretendendo con forza che il Governo faccia la sua parte, ma trovandosi sempre pronta a rispondere in modo innovativo, resiliente e non scontato alle necessità dei suoi 4 milioni e mezzo di cittadini.

L’esperienza del patto per il clima, per il lavoro e di tante battaglie comuni, dicono una cosa sola: si esce dai problemi insieme, dobbiamo continuare a cooperare e siamo forti se ciascuno si sente protagonista nel proprio ambito. Le società che funzionano, quelle in cui regge il collante sociale, sono quelle che rispondono alle aspettative di ognuno di noi, dalla questione abitativa alla cura, al lavoro, alla sanità, alla scuola.

Non sarò candidata alle elezioni regionali del 17 e 18 novembre prossimi. Dopo due mandati il mio impegno resta, ma in forma differente.

Sento infatti l’urgenza di mettere a disposizione della comunità politica alla quale appartengo la competenza, le relazioni e l’esperienza maturata in questi anni di impegno quotidiano. Con la stessa determinazione di prima garantisco un forte impegno verso il mio territorio per perseguire il Bene Comune di tutti i cittadini dell’Emilia-Romagna. Non verrà mai meno il mio contributo per edificare con azioni e scelte concrete i nostri valori, quelli della uguaglianza, della coesione sociale, della fraternità, della libertà. Penso ai tanti volontari e militanti che rendono forte e radicato il nostro partito. Sono loro i primi a pensare che la politica sia una responsabilità legata a una fase della vita, che serve creare spazi e che ci vorrebbe il giusto ricambio, anche a livello nazionale.

Lavorerò ancora insieme a tante e tanti di voi per il benessere, nel senso di bene-stare di tutti, guidata da quel modo di stare in politica che accomuna gli amministratori dei nostri territori: quello di essere legati alle persone e alla comunità, con il desiderio di incontrare, ascoltare, accogliere le persone per costruire, insieme, le risposte giuste alle necessità di tutti.

Grazie alle tante amministratrici e donne della società civile reggiane che, in queste settimane, mi hanno chiesto di ricandidarmi, di continuare a fare politica come servizio al femminile, mettendo a disposizione la competenza maturata. Sono e sarò sempre con loro. 

Il mio ruolo di consigliera Regionale ha coinciso con i dieci anni di Stefano Bonaccini alla guida della Regione: lo ringrazio per la stima e la fiducia che ha sempre riposto in me e per il grande lavoro fatto insieme.

Infine, un ringraziamento va ai colleghi e alle colleghe di maggioranza per il lavoro di squadra. Un grazie poi all’assessore Alessio Mammi: per me e per la comunità Reggiana è stato un punto di rifermento importante, abbiamo sempre collaborato, confrontandoci nei passaggi più complicati. 

Ora il mio supporto massimo va a chi prenderà il testimone e al candidato Presidente de Pascale con il quale ho condiviso, insieme a tanti amministratori della Regione, una stagione di impegno al servizio delle persone e delle comunità. A Michele riconosco capacità di innovazione, di amministrazione e la visione giusta per dare un futuro alla nostra amata Emilia-Romagna. Una terra bella, forte, aperta e solidale.

Il compito che ci attende è complesso e faticoso, ma insieme sapremo trovare il modo di svolgerlo al meglio.

Grazie davvero a tutte e tutti,
Ottavia

Lavoro, la Regione vigili sull’applicazione del nuovo contratto nazionale per il personale degli enti di formazione professionale 

Dopo 10 anni dalla scadenza del precedente, finalmente è stato rinnovato il Contratto Collettivo Nazionale per i lavoratori degli enti di formazione professionale. “È importante – spiega la consigliera regionale Ottavia Soncini, Presidente della Commissione Welfare – che la Regione vigili per continuare a garantire la qualità dei servizi a partire dalla valorizzazione delle professionalità coinvolte, sostenendo quindi gli enti impegnati in tali attività, al fine di garantire la sostenibilità del sistema e la sua prosecuzione”. 

A tal proposito, è stata depositata dal Gruppo del Partito Democratico, una risoluzione che contiene proprio questa richiesta. 

“Gli enti di formazione professionale accreditati dalla Regione Emilia-Romagna che applicano il CCNL della Formazione Professionale svolgono storicamente anche un’attività fondamentale di welfare. – sostiene Soncini – Essi infatti accompagnano le persone, giovani e adulti, maggiormente vulnerabili e a rischio di esclusione nei percorsi individuali verso l’autonomia e il lavoro”. 

“Considerato quindi che la qualità dei servizi di welfare per il sostegno all’inclusione attraverso il lavoro non può prescindere dall’investimento nella qualità del lavoro e dalla piena valorizzazione delle professionalità che vi operano – conclude Soncini – è necessario che la nostra Regione continui a operare e vigilare affinché sia garantita la sostenibilità economica per i soggetti impegnati nel campo della formazione professionale”.

Virus Respiratorio Sinciziale, approvata la risoluzione che chiede la prevenzione universale per tutti i neonati

Il Virus Respiratorio Sinciziale (VRS- Respiratory Sincytial Virus) è un virus altamente trasmissibile che causa epidemie annuali durante l’autunno e l’inverno nei climi temperati. “È il virus che fa ammalare molti bambini di bronchiolite. – spiegano la consigliera regionale Pd e Presidente della Commissione Politiche per la salute Ottavia Soncini e la collega consigliera regionale Stefania Bondavalli – Una patologia insidiosa soprattutto per i più piccoli visto che, nella stragrande maggioranza dei contagi sotto l’anno di vita, comporta l’ospedalizzazione del bambino”. Le ricadute, quindi sono sul piano della salute generale, del benessere psicofisico dei bambini e della loro rete familiare ma anche sulla gestione e organizzazione sanitaria. “In autunno e inverno, quando si registra il picco dei contagi, le terapie intensive neonatali e i reparti di neonatologia e pediatria accolgono perlopiù pazienti con VRS che, nel medio e lungo periodo, può portare ad asma nei bambini, adolescenti e giovani adulti, nonché alla riacutizzazione di BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) negli adulti e anziani e alla polmonite interstiziale con Sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS) nell’anziano, soprattutto se in presenza di comorbidità ”. Per contrastare la trasmissione del virus, il metodo più efficace è la prevenzione.

Oggi risultano disponibili vaccini e anticorpi monoclonali. Alcuni Paesi europei, come la Francia, hanno introdotto la prevenzione universale con il Nirsevimab, un anticorpo monoclonale di sintesi immediatamente efficace e senza alcuna controindicazione, già dalla stagione epidemica 2023 e i risultati di due recenti studi condotti in Spagna hanno confermato, su dati preliminari, che questa scelta ha determinato una riduzione delle ospedalizzazioni del 70-80%, con alte adesioni al programma di immunoprofilassi.

“Il nostro servizio sanitario nazionale copre la somministrazione dell’anticorpo monoclonale unicamente per neonati pretermine e bambini ad alto rischio. Tuttavia, il Board del Calendario Vaccinale per la Vita aveva sottolineato la necessità di adottare una strategia di prevenzione universale delle malattie da VRS per tutti i neonati, che si può ottenere con la somministrazione del Nirsevimab in ospedale, prima della dimissione dal reparto di maternità, o successivamente nei servizi territoriali o dal Pediatra di libera scelta. – riportano Soncini e Bondavalli, aggiungendo “Questo è il nostro auspicio, perciò abbiamo presentato una risoluzione, approvata oggi all’unanimità in Commissione Sanità in Regione, per sollecitare il Governo a muoversi in tale direzione. In alternativa, le Regioni potrebbero agire in autonomia come sperimentato, peraltro molto positivamente stando ai primi risultati registrati finora, dalla Regione Valle d’Aosta lo scorso inverno”. 

“La scelta ottimale sarebbe comunque la somministrazione universale a tutti i bambini italiani, ma chiediamo alla Giunta dell’Emilia-Romagna di verificare, nella predisposizione del prossimo bilancio di previsione, la possibilità di reperire risorse da destinare alla strategia di prevenzione universale delle malattie da VRS per tutti i neonati, attraverso la somministrazione del Nirsevimab in ospedale, prima della dimissione dal reparto di maternità, o nei servizi territoriali o presso il Pediatra di libera scelta” concludono Soncini e Bondavalli.

Salute, intesa fra pediatri di libera scelta e Regione Emilia-Romagna

“La salute dei bambini e delle bambine è alla base del nostro impegno. – affermano la presidente della Commissione sociale e sanità Ottavia Soncini e la vicepresidente della Commissione scuola Stefania Bondavalli – Abbiamo dato il nostro contributo alle intese sottoscritte in Regione a partire dall’ascolto dei pediatri e fino al confronto con l’Assessore Donini. Lo abbiamo fatto per compiere un prezioso passo in avanti a favore dei bambini e delle loro famiglie. Avere libretti sportivi gratuiti e vaccinazioni antinfluenzali gratuite per la popolazione pediatrica è molto importante e favorisce un maggior livello di benessere e salute generale”.

“La Regione Emilia-Romagna continua a mettere al centro le persone, in particolare i genitori, le famiglie, i bambini e le bambine e il loro benessere psico-fisico. Da sempre questa Regione crede nella prevenzione secondaria attraverso gli screening e nelle vaccinazioni, anche quella antinfluenzale per i più piccoli, e lo fa attraverso campagne di sensibilizzazione e tramite il lavoro fondamentale dei pediatri di libera scelta ai quali va il nostro ringraziamento” concludono le consigliere regionali reggiane.

“Scandiano. Basta fake news preelettorali. Il Pronto Soccorso di Scandiano rimane aperto grazie ai fondi della Regione, nonostante i pesanti tagli del Governo”

“Basta con le fake news e gli allarmismi strumentali! Il Pronto Soccorso di Scandiano rimane aperto grazie ai fondi della Regione Emilia-Romagna e nonostante i pesanti tagli del Governo.” È quanto affermano l’assessore regionale Alessio Mammi, la Presidente della Commissione Sanità Ottavia Soncini e i Consiglieri regionali Federico AmicoStefania BondavalliAndrea Costa e Roberta Mori in risposta alle accuse infondate di disimpegno mosse da Pagliani e Daviddi.

“È evidente che le loro dichiarazioni mirano solo a creare panico e confusione tra i cittadini, distogliendo l’attenzione dai veri responsabili del depauperamento della sanità pubblica: il governo nazionale e i suoi alleati locali.”

Mammi, Soncini, Amico, Bondavalli, Costa e Mori snocciolano i fatti, che smentiscono categoricamente le affermazioni allarmistiche:

  1. Il Pronto Soccorso di Scandiano resta aperto: già nel mese di febbraio 2024 è stato pubblicato un bando pubblico per la riassegnazione del servizio di Pronto Soccorso dell’Ospedale di Scandiano ed è in corso di aggiudicazione, garantendone la continuità anche per il prossimo anno. Perché il Sindaco di Casalgrande non lo ha detto?
  2. Entro l’inizio dell’autunno apre il nuovo Centro di assistenza e urgenza notturno in aggiunta al Pronto Soccorso diurno: il servizio tornerà ad essere attivo h24, con l’aggiunta di un’automedica. Un servizio molto importante per i cittadini come stanno dimostrando le esperienze in corso.
  3. Automedica e auto infermieristica: l’operatività di questi servizi essenziali nel distretto di Scandiano è pienamente confermata e garantita. Creare dubbi su questa decisione già presa è molto scorretto e grave.

“Mentre il centrosinistra lavora per potenziare la sanità territoriale, – proseguono l’assessore e i consiglieri – il governo nazionale guidato dagli alleati di Pagliani sta mettendo in atto una politica di tagli indiscriminati che rischia di compromettere l’intero sistema sanitario nazionale. Le risorse scarseggiano, il personale è sottodimensionato e sottopagato, i bandi per assumere personale medico, soprattutto nell’emergenza-urgenza, vanno deserti e a livello nazionale non si assumono queste figure mediche, le liste d’attesa si allungano e i cittadini sono sempre più costretti a rivolgersi al privato.”

“E’ chiaramente in corso lo smantellamento della sanità pubblica e di prossimità da parte del Governo Meloni. Se la Regione stanzia l’87% delle proprie risorse in sanità, il Governo abbassa il rapporto tra fondo sanitario nazionale e prodotto interno lordo, facendolo passare dal 7% al 6.4%, ben al di sotto della media dei paesi europei. Non ci facciamo intimidire dalle fake news e dalle polemiche strumentali. Continuiamo a lavorare con impegno e determinazione per una sanità pubblica forte, efficiente e accessibile a tutti” commentano in conclusione Mammi, Soncini, Amico, Bondavalli, Costa e Mori.

La montagna come opportunità: in Emilia-Romagna approvato un progetto di legge alle Camere per rilanciare la vita e il lavoro in Appennino

“È una legge sulla fiscalità della montagna, non un provvedimento generico” Con queste parole i consiglieri regionali Ottavia SonciniFederico AmicoStefania BondavalliAndrea Costa e Roberta Mori, hanno commentato l’approvazione della Proposta di Legge alle Camere Fiscalità Incentivante per le Aree Montane Appenniniche Svantaggiate.

La visione che emerge dalla proposta di legge e che ha trovato l’appoggio degli enti locali, dei sindacati, delle associazioni di rappresentanza delle imprese, è chiara: “Attraverso incentivi fiscali mirati e strategie di alleggerimento tributario, puntiamo a creare un ambiente economico più favorevole per le aziende e le attività esistenti e attrattivo per nuovi investitori. L’obiettivo è duplice: da un lato, sostenere e potenziare le attività economiche locali, dall’altro, incentivare l’avvio di nuove iniziative imprenditoriali che possano trarre vantaggio dalle unicità del territorio. – spiegano i consiglieri che sintetizzano poi le misure principali introdotte dalla proposta di legge –  Sono stabilite agevolazioni fiscali e contributive per microimprese, piccole e medie imprese, un credito d’imposta per chi trasferisce la propria residenza nelle aree appenniniche o vi acquista la casa principale con un riferimento particolare al personale sanitario e docente, la deduzione totale delle tasse scolastiche e dei costi per il trasporto pubblico locale per i residenti nelle aree di applicazione della legge e il rimborso integrale dell’importo derivante dall’IMU dal 2025 al 2034 a favore dei Comuni in modo da rafforzarne le finanze. Noi, a differenza di quanto proposto dal centrodestra, vogliamo valorizzare e aumentare l’autonomia comunale”.

La proposta di legge, di iniziativa dei Consiglieri del Partito Democratico, dopo la sua approvazione viene quindi sottoposta al Parlamento affinché possa stimolare un lavoro uniforme in tutto il territorio nazionale.

“È un testo – concludono i consiglieri – che offre un approccio inclusivo. Un impegno concreto per il rilancio e lo sviluppo delle aree montane appenniniche, zone che negli anni hanno affrontato sfide demografiche ed economiche significative su cui come Regione abbiamo investito moltissimo con politiche che oggi iniziano a dare primi frutti: da tre anni in molti comuni dell’Appenino emiliano romagnolo è iniziata una inversione di tendenza sulla popolazione. Proprio per questo è importante oggi avere un quadro legislativo nazionale che permetta di agire in modo costante sulle leve che sappiamo essere utili al superamento di gap di sviluppo. Ora la nostra legge è stata indirizzata alle Camere del Parlamento che hanno la piena capacità di intervenire nei fatti”.

Anziani non autosufficienti: il Governo tradisce la riforma e volta le spalle a 3,8 milioni di persone fragili

“Quella sulla non autosufficienza è una riforma che resta vuota in assenza delle risorse necessarie per la sua attuazione: quando saranno esaurite le risorse del PNRR, non si potrà contare su un centesimo di finanziamento se il Governo non farà marcia indietro rispetto ai decreti attuativi”.

Lo afferma la consigliera Ottavia Soncini a margine della seduta della Commissione regionale Sanità che presiede durante la quale è stata approvata la risoluzione da lei presentata per rafforzare l’impegno della Giunta regionale nella Conferenza delle Regioni contro il contenuto dei decreti del Governo.

“È inaccettabile che il Governo volti le spalle a 10 milioni di cittadine e cittadini: gli anziani non autosufficienti e i loro familiari e caregiver. I decreti attuativi hanno avuto critiche dalla Conferenza delle Regioni, la maggior parte delle quali a guida centrodestra. Il Governo deve reperire le risorse necessarie per coprire l’erogazione di servizi che devono essere integrati e coerenti con i bisogni di assistenza a lungo termine e rivolti a tutte le persone non autosufficienti. Questi decreti tradiscono l’ambizione al cambiamento da cui era nata la riforma e scaricano sui territori, Regioni e Comuni, il problema della gestione dei servizi per 3,8 milioni di anziani non autosufficienti. – richiama preoccupata Soncini – In Emilia-Romagna quest’anno abbiamo superato i 500 milioni di finanziamento sul Fondo regionale per la non autosufficienza. Lo Stato, per tutte le venti regioni italiane stanzia appena il doppio ogni anno”.

“La nostra Regione ha fatto la scelta politica di aumentare le risorse sul fondo regionale non autosufficienza e per prima, nel 2014, si è dotata di una legge sui caregiver, approvata successivamente da altre 12 Regioni. – prosegue la democratica – Non ci fermiamo nel confronto con amministrazioni, associazioni, familiari e aziende sanitarie, penso ad esempio a quanto servirebbe un fondo regionale caregiver, ma nello stesso tempo chiediamo al Governo di fare la sua parte ed esercitare il suo ruolo, mettendo le risorse dove servono: sulla sanità pubblica, come sulle persone più fragili che hanno diritto di essere assistite e i familiari e caregiver di non essere lasciati soli nell’attività di sostegno che svolgono ogni giorno”.

A 5 anni dalla legge regionale per l’inclusione delle persone sorde, la Commissione Sanità chiama a raccolta le associazioni

“Nel 2019 in Emilia-Romagna abbiamo approvato una legge che garantisce e facilita l’accesso delle persone sorde, sordocieche o con disabilità uditiva a prestazioni e servizi sociosanitari appropriati, promuovendo inoltre misure per la loro inclusione sociale e assicurando condizioni di parità con gli altri cittadini nelle relazioni sociali, nella libera comunicazione interpersonale, nel lavoro, nell’accesso alle informazioni, ai servizi pubblici e privati e alle attività culturali ed educativo-formative. A quasi cinque anni dalla sua approvazione, la Commissione Sanità e Politiche sociali è stata convocata per fare il punto sulla sua applicazione insieme all’assessore regionale Igor Taruffi al coordinatore del tavolo regionale disabilità uditive Giovanni Bianchin, al presidente Giuseppe Varricchio dell’Ente Nazionale Sordi e alle rappresentanti del coordinamento FIADDA Emilia-Romagna Onlus, Luisa Mazzeo e Alessandra Fantini” lo riporta la consigliera Regionale e Presidente della Commissione, Ottavia Soncini.

“Sono stati presentati i progetti che in un quadriennio di applicazione della legge sono stati realizzati e i risvolti per consolidare una cultura che mette al centro la persona e il valore delle diversità, della dignità e delle pari opportunità. Con risorse del bilancio regionale, su tutto il territorio emiliano-romagnolo – approfondisce la consigliera – sono stati investiti poco più di 1,7 milioni di euro. A questi si somma 1 milione del Fondo nazionale inclusione. Le somme sono state impiegate in particolare per servizi di interpretariato LIS, servizi di segretariato sociale, sottotitolazione, accessibilità dei musei, attività culturali, sportive, turistiche e tempo libero”.

“In Emilia-Romagna ogni anno nascono in media 124 bambini affetti da sordità, un dato che dobbiamo avere in mente ogni volta che progettiamo servizi o provvedimento per la cittadinanza. Il dato positivo riscontrato durante la Commissione è che oltre ad aumentare i bisogni è salito anche il grado di consapevolezza grazie all’attivismo di tante associazioni e all’impegno di tante persone. Dobbiamo quindi continuare a investire le risorse necessarie lavorando sul progetto di vita della persona, sulla cura e il sostegno delle famiglie che ogni giorno vivono la disabilità. Non dobbiamo rinunciare ad un lavoro quotidiano soprattutto con i bambini e i giovani costruendo per loro un futuro più inclusivo” commenta in conclusione Soncini.

LA SALUTE DEI CITTADINI NON PUÒ ATTENDERE

*Lettera pubblicata su La Libertà – Settimanale cattolico reggiano nell’edizione del 30 aprile 2024

Liste di attesa lunghissime spingono i cittadini più benestanti a rivolgersi alla sanità privata, mentre gli altri, spesso, rinunciano a curarsi. Secondo l’Istat, nel 2023, hanno rinunciato alle cure il 7,6% dei cittadini italiani, cioè oltre 4,5 milioni di persone.

L’Istat scorpora anche i motivi delle rinunce. È raddoppiata la quota di chi ha rinunciato per problemi di lista di attesa, passando dal 2,8% nel 2019 al 4,5% nel 2023. Sono invece stabili le rinunce per motivi economici, da 4,3% nel 2019 a 4,2% nel 2023, ma comunque in aumento rispetto al 2022: +1,3 punti percentuali in un anno.

Sono quindi anche le liste di attesa ad allontanare i cittadini dalla sanità pubblica. Per chi, come noi, crede in una sanità pubblica di qualità e per tutti, questa situazione è inaccettabile perché colpisce le persone più fragili che invece hanno bisogno di maggior cura e protezione.

Come Presidente della Commissione Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna, mi sono impegnata insieme ai colleghi per attivare con urgenza un Piano Straordinario con l’obiettivo di garantire 1 milione di prestazioni in più già nel 2024. Abbiamo investito subito 30 milioni di euro per contenere i tempi di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e per la realizzazione dei piani di produzione.

L’investimento prevede misure urgenti che verranno attuate già entro l’estate da parte di tutte le Aziende sanitarie, con un duplice obiettivo: incrementare il numero di prestazioni specialistiche disponibili e semplificare il sistema di prenotazione.

Queste le innovazioni principali:

  • Incremento del 20% di esami diagnostici e visite specialistiche;
  • ⁠agende sempre aperte e disponibilità a 24 mesi per rendere effettiva la possibilità di prenotare le prestazioni;
  • ⁠preliste con registrazioni progressive e in ordine cronologico per aiutare i cittadini nella prenotazione.

Sarà quindi l’azienda sanitaria a ricontattare il paziente se al momento della prenotazione non fosse disponibile una data per la prestazione. In caso di prima visita il cittadino avrà a disposizione agende aperte e tempi definiti per ricevere un appuntamento. Invece, le date per le visite di controllo verranno comunicate automaticamente come da indicazioni dello specialista.

Nel frattempo la riorganizzazione della Rete di emergenza-urgenza, con l’introduzione dei Cau (i Centri di Assistenza e Urgenza) procede con risultati molto positivi. Si tratta dell’innovazione introdotta in tutta la nostra Regione per evitare la privatizzazione (o addirittura la chiusura) di molti Pronto Soccorso, garantendo prestazioni tempestive ai pazienti che si rivolgono alla Sanità per le urgenze sanitarie a bassa complessità. Ciò ha anche consentito di alleggerire la pressione sui PS garantendo turni e carichi di lavoro più sostenibili per i professionisti sanitari.

Il 66% degli accessi nei PS riguarda infatti codici bianchi o verdi, generando lunghe attese. Il CAU affronta questa criticità prendendo in carico i problemi di salute urgenti, ma non gravi. Nei primi cinque mesi di attività, si sono superati i 112mila accessi ai Centri di assistenza urgenza dell’Emilia-Romagna che oggi sono 31 e che a fine anno saranno 50.

Nonostante i tagli del Governo alla Sanità, l’Emilia-Romagna si sta dunque battendo con forza per la difesa della sanità pubblica e universalistica. È questo per noi l’unico modello sanitario capace di proteggere indistintamente tutte le persone: ci siamo impegnati e ci impegneremo a sostenerlo e rafforzarlo.

Ciò tuttavia non basta. Sono consapevole che, tutti insieme, dovremo fare ancora di più e ancora meglio per consentire alle persone, alle famiglie, a tutta la comunità, di vedere garantiti benessere e salute, diritti fondamentali previsti dalla Carta costituzionale.

Ottavia Soncini – Consigliera regionale Pd, Presidente della Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali

Liste e tempi d’attesa in Sanità, in Emilia-Romagna semplifichiamo la vita a cittadini e pazienti

Liste e tempi d’attesa in sanità, dopo la discussione della scorsa settimana nella Commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini e con la delibera approvata definitivamente dalla Giunta il 15 aprile, la Regione Emilia-Romagna investe 30 milioni di euro per tagliare i tempi di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici.

“La Regione interviene con determinazione per ridurre le liste e i tempi di attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici. Considerato che il Governo nazionale, nonostante le significative prese di posizione e richieste di tutte le Regioni d’Italia non è intervenuto per stanziare maggiori fondi al servizio sanitario pubblico, in Emilia-Romagna, dopo la riforma dell’emergenza-urgenza, procediamo mettendo a disposizione delle Aziende sanitarie 30 milioni per organizzare un milione di prestazioni aggiuntive – questo l’obiettivo fissato per il 2024 – per sfoltire le richieste dei pazienti. Un piano ambizioso che non vuole solo intervenire nel breve periodo, ma che punta ad azioni di medio e lungo periodo. Partiamo infatti da problemi contingenti e strutturali come le difficoltà che incontrano le cittadine e i cittadini a prenotare prime visite e controlli e a vedere rispettate le tempistiche prescritte dai medici” spiegano i consiglieri regionali di maggioranza Ottavia SonciniFederico AmicoStefania BondavalliAndrea Costa e Roberta Mori.

“Nel post pandemia si sono realizzati significativi allungamenti delle attese per chi richiede visite ed esami – riprendono i consiglieri – e con un milione di prestazioni in più intendiamo procedere nella direzione di una programmazione efficiente delle liste di attesa. Con l’investimento approvato in Giunta – proseguono i consiglieri regionali reggiani – per riportare le liste d’attesa a una condizione di equilibrio, intendiamo innanzitutto aumentare del 20% le visite specialistiche e gli esami diagnostici. In secondo luogo, ci impegniamo a mantenere sempre aperte, come è giusto che sia, le agende per prenotare. Infine, con l’introduzione di preliste, alleggeriamo la burocrazia che pesa sulle spalle dei cittadini inserendo registrazioni progressive e in ordine cronologico; infatti, se al momento della prenotazione non sarà possibile ottenere una data per la prestazione rispettando il livello di urgenza prescritto sull’impegnativa, sarà l’azienda sanitaria a ricontattare il cittadino per garantire un appuntamento in tempi stretti e per fissare eventuali appuntamenti di controllo automaticamente, evitando che sia il paziente stesso a farne ulteriore richiesta”.

“La sanità italiana è gravemente sottofinanziata rispetto al resto dell’Europa e il sistema pubblico è sottodimensionato anche sul piano delle risorse umane. Tuttavia, se la volontà politica di chi guida il Paese è di ignorare i problemi del sistema pubblico e universalistico, in Emilia-Romagna proviamo a dare una scossa alle liste di attesa. Noi – rimarcano i consiglieri di maggioranza in Emilia-Romagna – crediamo davvero nella sanità pubblica e di qualità per tutti e la difenderemo sempre: sul diritto alla salute non arretreremo di un passo. Dopo la riorganizzazione della rete dell’emergenza-urgenza e l’attivazione dei CAU, ora la Regione Emilia-Romagna interviene anche sull’assistenza specialistica ambulatoriale con una nuova riforma”.