“Vediamo la luce, ma il Governo poteva fare meglio”

Oggi sulla Gazzetta di Reggio trovate l’intervento che ho scritto insieme ad Annalisa Rabitti sulla campagna vaccinale per le persone con disabilità.

“Vediamo la luce, ma il Governo poteva fare meglio”

Non si poteva aspettare ancora a lungo: finalmente vengono vaccinate le persone fragili.Sono tanti i famigliari che in questi mesi ci hanno scritto delusi perché non erano stati contattati per la somministrazione del vaccino ai figli con disabilità. Una richiesta sacrosanta.La scelta fatta dal piano vaccini nazionale di vaccinare per primi operatori sanitari e socio-sanitari e ospiti delle CRA si è rivelata corretta, abbiamo reso le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali Covid free e ora i professionisti sono immuni e possono continuare a combattere contro il covid.Ma perché prima gli insegnanti delle persone fragili, ci è stato chiesto?La gestione rispetto alla somministrazione del vaccino Astrazeneca è stata l’origine di alcune scelte oggi discutibili.Aifa e comitato tecnico scientifico nazionale inizialmente erano contrari alla somministrazione di questo vaccino agli over 55 e alle persone con patologie. Dopo poco tempo si è dato il via libera prima alla possibilità di somministrazione fino ai 65 anni e ora anche oltre i 65 anni. Questo ha fatto saltare tutto l’ordine delle priorità che era stato definito rispetto ad età e patologie, d’altra parte non si potevano lasciare i vaccini nel frigo. Si sono così creati percorsi paralleli, un esempio è quello degli insegnanti vaccinati prima delle persone con patologie. Però la luce ora si vede. In Regione Emilia-Romagna e Lazio le vaccinazioni alle persone disabili sono partite, in altre regioni si sono fatte altre scelte. Un quadro frammentato e disomogeneo che non tiene conto della difficoltà in cui vivono le persone vulnerabili e i loro cari. Il Governo avrebbe dovuto fare di più. La titolarità della legge 104 poteva essere, fin da subito, un criterio facilmente disponibile per individuare le persone in stato di fragilità. A ciò si aggiunge che non era stata data una priorità ai caregiver conviventi delle persone con disabilità, se non in riferimento solo ad alcune specifiche patologie, nonostante si tratti sempre di persone per le quali sono riscontrabili le stesse necessità di protezione individuate per il personale delle CRA. La Regione Emilia-Romagna aveva fatto esplicita richiesta. È notizia di queste ore che nell’aggiornamento del piano nazionale sia prevista l’estensione della vaccinazione alle persone con disabilità gravi, ai sensi della legge 104, ai loro caregiver e ai famigliari conviventi. Ora sarà importante la sollecitudine nell’attuazione e nell’organizzazione di quanto previsto.A che punto siamo noi? Nei prossimi giorni l’Ausl di Reggio Emilia contatterà tutte le persone di età compresa tra i 18 e 65 anni in carico ai servizi e non collocate in struttura, per le quali la campagna vaccinale sta volgendo al termine. Le persone e i famigliari da tempo aspettavano risposte sulla vaccinazione delle persone fragili verso le quali la nostra Regione, le istituzioni tutte e la sanità vogliono riservare la massima attenzione come è giusto e doveroso che sia.Sono persone troppo spesso lasciate sole durante la pandemia, con i famigliari non sempre sostenuti e un confinamento dentro le quattro mura domestiche ancora più difficile. Poter ricominciare a condividere in sicurezza progetti, senso, futuro e relazioni con gli altri, poter ricominciare a toccare con mano il diritto ai piccoli desideri per chi maggiormente si è dovuto isolare in questi mesi è un passo avanti notevole, un segno che mette in pratica la “centralità della persona”. Lo Stato deve proteggere coloro che sussurrano in un mondo che grida, non basta che le persone con disabilità siano prese in carico soprattutto dal punto di vista delle loro necessità sanitarie e socio-assistenziali. A Reggio Emilia con il progetto “Reggio Emilia Città Senza Barriere” la sensibilità e l’attenzione a certi temi crediamo che sia cambiata, e pensiamo anche alle tante attività delle fondazioni del terzo settore, delle organizzazioni di volontariato e delle associazioni di promozione sociale che in modo capillare hanno continuato a garantire supporto alle persone con disabilità anche in pandemia. Una battaglia quotidiana che non deve fermarsi. Ora occorre avanzare sul modo di affrontare il tema della disabilità anche a livello regionale, occorre raccogliere le migliori innovazioni sui diritti avute a livello locale e portarle ad un livello più alto. C’è un’unica lezione da apprendere: non esiste un prima e un dopo, dobbiamo pensare al domani mentre affrontiamo l’oggi. E nel pensarlo mettere al centro le persone, soprattutto le più fragili.”

Ottavia Soncini – Presidente Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna

Annalisa Rabitti – Assessora cultura, pari opportunità, città senza barriere del Comune di Reggio Emilia

“In Emilia-Romagna chiediamo di istituire una Giornata nazionale per le vittime Covid e di rendere omaggio ai lavoratori dell’emergenza”

Approvata all’unanimità in Commissione Politiche per la Salute e sociali la risoluzione a prima firma della Presidente Soncini

La Regione Emilia-Romagna sostiene la richiesta di istituire una giornata nazionale per le vittime del Covid. Via libera, infatti, alla risoluzione presentata dal Pd e dalla maggioranza in viale Aldo Moro, a prima firma della Consigliera Ottavia Soncini.

“Nell’attesa che il Parlamento completi l’iter per istituire con legge la Giornata Nazionale delle vittime del Covid, individuata per il 18 marzo, quando ricorrerà l’anniversario della colonna di mezzi militari che portavano fuori da Bergamo e dalla Lombardia decine e decine di feretri, la nostra Regione e gli enti locali emiliano-romagnoli non staranno fermi. Pensiamo sia importante già da quest’anno ricordare i lutti, le vittime, l’impegno che migliaia di lavoratori nel pieno dell’emergenza hanno consentito alle attività essenziali, a partire da quelle sanitarie, di andare avanti” spiega Soncini.

“La nostra risoluzione ha avuto un voto positivo all’unanimità dei consiglieri componenti della Commissione Politiche per la Salute e Sociali, che presiedo. Un segno di come fare memoria delle persone che hanno perso la vita a causa del virus è un tema che abbraccia tutto l’arco politico. – sottolinea la Presidente della Commissione Politiche per la Salute e sociali – Riteniamo particolarmente importante anche sottolineare quanto di positivo è emerso nell’emergenza. Penso quindi a un momento per rendere omaggio al lavoro di medici, operatori sanitari, ricercatori, tutti i lavoratori dei servizi essenziali che hanno garantito la prosecuzione delle attività consentite, oltre alla Protezione Civile, la Polizia Locale, le Forze dell’Ordine, i volontari e le associazioni di volontariato che hanno aiutato anche portando farmaci e beni di prima necessità alle persone più fragili confinate a casa. Il mondo del volontariato, capillare, attivo e preziosissimo si è dimostrato ancora una volta imprescindibile per le nostre comunità”.

Il Pd e la maggioranza in Regione chiedono l’istituzione della giornata nazionale per le Vittime del Covid

Depositata Risoluzione a prima firma della Presidente della Commissione Politiche per la Salute Ottavia Soncini e sottoscritta da tutta la maggioranza. Soncini: “La proposta, già approvata alla Camera, non ha completato l’iter parlamentare. Vogliamo fare memoria per ricordare le vittime e il valore di quanto di positivo hanno fatto operatori sanitari, lavoratori e volontari impegnati durante l’emergenza sanitaria”.

“In questi giorni, la memoria corre spesso alle vicende di un anno fa. Alle prime immagini che arrivavano da Wuhan, ai primi segnali che qualcosa di grave stava accadendo, influendo sulla vita di molti. Tra la fine di febbraio e i primi di marzo del 2020 tutto è precipitato e nel giro di pochi giorni si è arrivati al 18 marzo, quando una lunga colonna di mezzi militari trasportava fuori da Bergamo i feretri che la città non riusciva più a gestire”– ricorda la consigliera regionale Ottavia Soncini che spiega – “Come  Pd e maggioranza in Regione Emilia-Romagna, con una risoluzione che ho depositato in veste di Presidente della Commissione Politiche per la Salute,  sottoscritta dalla vicepresidente Francesca Maletti e da tutti i capigruppo della maggioranza Marcella Zappaterra (Partito Democratico), Giulia Pigoni (Lista Bonaccini Presidente), Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa), Silvia Zamboni (Europa Verde) “chiediamo di sollecitare l’istituzione della giornata nazionale per le Vittime del Covid”.

“La Camera dei deputati, lo scorso 23 luglio, ha dato il via libera quasi all’unanimità ad un disegno di legge per l’istituzione di una giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di COVID-19, fissata al 18 marzo di ogni anno, al fine di conservare e di rinnovare la memoria di tutte le persone che sono decedute a causa della pandemia. Allo scopo, vengono previste e disciplinate iniziative celebrative e informative, anche nelle scuole, nonché di sostegno economico alla ricerca, garantendo adeguati spazi sul tema nell’ambito della programmazione televisiva pubblica nazionale e regionale” è scritto nella risoluzione.

“Al momento non è possibile promuovere programmi e iniziative pubbliche, normalmente in presenza, finalizzate al ricordo di quanto avvenuto in questa stagione. In attesa dell’approvazione della legge statale, tuttavia, occorre dare un segnale forte di attenzione al tema e di vicinanza alle famiglie delle vittime. Questo chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, dove ci sono state quasi 10.000 vittime. E riteniamo doveroso esprimere, attraverso la giornata del ricordo delle Vittime da Covid-19, anche un ringraziamento duraturo alle migliaia di persone che si sono impegnate per gestire e affrontare questa complessa pandemia, a partire naturalmente dai medici e operatori sanitari che hanno dato la loro vita per curare i loro concittadini, ma anche – conclude Soncini – tutti i lavoratori dei servizi essenziali  che hanno garantito la prosecuzione di tutte le attività consentite, oltre alla Protezione Civile, la Polizia Locale, le Forze dell’Ordine, i volontari e le associazioni di volontariato che hanno aiutato anche portando farmaci e beni di prima necessità alle persone più fragili confinate a casa”.

Ricette dematerializzate e certificati di malattia digitali, segnalazioni di disservizio a livello nazionale

Soncini (Pd): “Urgente risolvere il problema al più presto, grave disagio per medici di base e loro assistiti” 

“Recentemente sono state numerose le segnalazioni di disservizio della piattaforma informatica sanitaria che collega i professionisti del sistema, le strutture e gli utenti emiliano-romagnoli” lo segnala la consigliera regionale e Presidente della Commissione Politiche per la salute e sociali Ottavia Soncini

Soncini in una interrogazione specifica come le criticità siano generalizzate a livello nazionale in quanto i Sistemi di Accoglienza Regionali (SAR) non riescono a trasmettere i dati al Sistema di Accoglienza Centrale (SAC) gestito da Sogei SpA, una controllata del Ministero dell’Economia e Finanze.  

“Questa situazione va superata il prima possibile, per questo chiedo ufficialmente alla Regione se intenda attivarsi per segnalare al Ministero dell’economia e delle finanze la necessità di risolvere con urgenza il disservizio.” – spiega Soncini, che aggiunge – “La situazione di emergenza Covid ha dato particolare impulso alla dematerializzazione delle ricette mediche per assicurare la disponibilità di farmaci alle persone più fragili e ridurre l’afflusso di pazienti negli studi medici”.  

“I problemi della rete nazionale – specifica la consigliera Pd – impediscono in quasi tutta Italia la prescrizione e la spedizione delle ricette dematerializzate e dei certificati di malattia, causando un enorme disagio ai medici di medicina generale, ai pediatri, alle farmacie, agli assistiti e non da ultimo ai datori di lavoro che possono riammettere un lavoratore al termine della quarantena solo in presenza di certificato. Ecco perché occorre risolvere al più presto il problema”. 

Piano vaccini, il Pd in Emilia-Romagna chiede equità e trasparenza per definire le categorie a cui spetta la priorità

Via libera in Commissione Sanità regionale alla risoluzione presentata dal Pd e sottoscritta da tutta la maggioranza. Ottavia Soncini (Presidente Commissione Politiche per la Salute e Politiche sociali): “L’Emilia-Romagna deve farsi portavoce della necessità di chiarezza sul piano, chiedendo che siano definite con il maggior dettaglio possibile quali siano le categorie e le patologie inserite nelle rispettive fasi del piano vaccinale nazionale”. 

Il piano vaccinale anti Covid-19 è stato il focus della Commissione regionale Politiche per la Salute e Politiche sociali convocata per martedì mattina, 26 gennaio. Al centro del dibattito due risoluzioni, una delle quali presentata unitariamente dalla maggioranza in Viale Aldo Moro (Partito Democratico, Lista Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde). 

“La Regione è partita con un ritmo serrato per completare la prima fase, ora rallentata dalla mancata consegna delle dosi. Siamo in ritardo di due settimane rispetto al piano vaccinale che intendevamo seguire. Tuttavia, è stato importante non sottrarci alla necessità di chiedere equità e trasparenza nel proseguimento della vaccinazione, in base alla disponibilità dei vaccini e a valutazioni frutto di evidenze medico-scientifiche”. 

La risoluzione firmata dalla maggioranza chiede che tra i soggetti prioritari vengano previsti gli insegnanti e il personale della scuola e dei servizi educativi, le persone con disabilità, le persone non autosufficienti e i loro caregiver. “Mi preme sottolineare -dichiara Soncini- come accanto alla necessità di mettere in sicurezza il personale scolastico, sia indispensabile dare un segnale di attenzione e premura nei confronti delle persone disabili e dei loro caregiver, che hanno sofferto in maniera esponenziale le restrizioni imposte dalla pandemia”. 

“Valuteremo, inoltre insieme alla Giunta, una più capillare disposizione dei punti di somministrazione nel territorio per evitare al massimo gli spostamenti e migliorare la distribuzione delle dosi vaccinali”. 

Autismo: aumentano i fondi e la capacità di diagnosi precoce del disturbo

Presentata in Commissione Sanità la relazione sul Programma regionale per l’assistenza alle persone con disturbo dello spettro autistico. La presidente della Commissione Ottavia Soncini ‘ Il nostro impegno per incrementare l’inserimento per l’età adulta, per dare risposte concrete ai giovani adulti e alle tante famiglie e alle associazioni alle quali siamo vicini.’

Autismo, incrementato dal 2019 di 2 milioni di euro il finanziamento regionale per i bambini da 0 a 6 anni, che si aggiungono al milione e mezzo con il quale viene annualmente finanziato il Programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico. Inoltre, si sta formalizzato un accordo tra ufficio scolastico regionale e azienda sanitaria per la formazione e supervisione degli insegnanti di sostegno e più in generale del personale operante.

Sono gli elementi più significativi emersi oggi in Commissione Salute dove è stata presentata la relazione finale sul Pria 2016-2019, il Programma regionale integrato per l’assistenza territoriale alle persone con disturbo dello spettro autistico.

‘Il programma ha consentito di abbassare notevolmente l’età della prima diagnosi a vantaggio della presa in carico precoce. – ha sottolineato la Presidente della Commissione regionale Ottavia Soncini – Ora si sta lavorando a percorsi dedicati ai ragazzi per aiutarli ad entrare nell’età adulta e nel mondo del lavoro, progettati dalle strutture di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza delle Ausl, dai servizi di Salute mentale adulti e dai servizi per persone disabili adulte.’

In Emilia-Romagna nel 2019 sono stati 4.229 i minori (fino ai 17 anni) affetti da disturbo dello spettro autistico in carico alle strutture territoriali di Neuropsichiatria infantile delle Ausl dell’Emilia-Romagna; con il passaggio alla maggiore età, i pazienti vengono assistiti dai servizi territoriali per persone disabili, ad eccezione di quelli per i quali si è resa necessaria la presa in carico da parte dei Centri di salute mentale. (Nel 2019 sono stato 614)

‘La Regione, in attesa delle linee guida nazionali dell’Istituto Superiore di Sanità, è pronta a coinvolgere maggiormente gli altri partner, come l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) e i servizi sociali dei Comuni insieme all’Assessorato al sociale e alla Cabina socio-sanitario di Anci, per una migliore e condivisa lettura dei bisogni emergenti.’

Piano vaccinale, la maggioranza in Regione Emilia-Romagna chiede al Governo più chiarezza per le prossime fasi

Depositata una risoluzione sottoscritta da tutti i gruppi di maggioranza (Partito Democratico, Lista Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde). Sarà discussa in Commissione Sanità, presieduta da Ottavia Soncini, martedì prossimo 26 gennaio.

Il piano vaccinale anti Covid-19 viene attuato, tramite la gestione delle somministrazioni, dalle Regioni che seguono la strategia decisa dal Governo a livello nazionale. La maggioranza di Viale Aldo Moro formata da Partito Democratico, Lista Bonaccini Presidente, Emilia-Romagna Coraggiosa, Europa Verde ha depositato a riguardo una risoluzione unitaria che sarà discussa nella prossima seduta della Commissione IV Sanità.

“Il nostro intento è di formalizzare alcune sollecitazioni al Governo, ben consapevoli che serva chiarezza ed equità nell’accesso ai vaccini dopo l’attuazione della prima fase del piano nazionale che punta alla resilienza degli ospedali e del sistema sanitario. Il primo obiettivo infatti è di rendere covid free le strutture sanitarie e le strutture residenziali per anziani e, contestualmente, vaccinare le persone che presentano un più alto rischio di complicazioni e di mortalità e quindi più vulnerabili” sintetizzano i consiglieri regionali reggiani Amico, Bondavalli, Costa, Mori e Soncini.

In un secondo momento, stante che l’accesso alla vaccinazione dipende dall’effettiva disponibilità delle dosi, il Piano nazionale prevede che sarà il turno degli over 80. Successivamente si inizierà a vaccinare tutta la popolazione over 60 e le persone di ogni età a forte rischio per più di una patologia cronica pregressa, immunodeficienze e/o disabilità, lavoratori di categorie essenziali come insegnanti e personale scolastico, forze dell’ordine e del soccorso, residenti in situazioni comunitarie. Una volta completate le fasi precedenti, inizierà la vaccinazione di massa di tutte le persone maggiori di 16 anni.

“Chiediamo che la Regione solleciti il Governo perché indichi con il maggior dettaglio possibile quali siano le categorie e le patologie inserite nelle rispettive fasi del piano vaccinale nazionale, al fine di rendere trasparente e comprensibile l’ordine di priorità individuato e, conseguentemente, attuato a livello regionale. Nei prossimi giorni approfondiremo quali casi specifici possano rientrare tra le cosiddette situazioni comunitarie, impegnandoci per farvi ricomprendere, oltre alle carceri, anche i dormitori per senza fissa dimora e le strutture residenziali per persone disabili. La nostra posizione è che il Governo debba indicare con chiarezza, tra i soggetti a cui somministrare prioritariamente la vaccinazione, gli insegnanti e il personale della scuola e dei servizi educativi, le persone con disabilità, le persone non autosufficienti e i loro caregiver. La Regione Emilia-Romagna, dal canto suo, dovrà valutare di ampliare i punti vaccinali nel territorio per una distribuzione adeguata e omogenea per far fronte alla fase di vaccinazione di massa, compresa la possibilità di somministrazione a domicilio per le persone più fragili”.

“Il piano nazionale prevede che nel corso della sua attuazione, che dipende anche dalla reperibilità delle dosi, dalla loro produzione e commercializzazione, possano essere attuate strategie di tipo adattativo qualora venissero identificate particolari categorie a rischio o gruppi di popolazione in grado di sostenere la trasmissione dell’infezione nella comunità. Quello che ci preme, ribandendo il nostro pieno appoggio a quanto finora attuato dalla Regione Emilia-Romagna, è che la somministrazione dei vaccini prosegua al meglio e qualora sia necessario compiere scelte tra una categoria o un’altra, esse siano eque, eticamente fondate e trasparentemente motivate”.

Welfare, il Pd in Regione chiede agevolazioni per i veicoli di associazioni di volontariato e onlus che svolgono servizio di trasporto sociale

“Agevolazioni per la sosta a pagamento, libero accesso alle ZTL oltre, possibilmente, alla riduzione o esenzione della tassa automobilistica per i veicoli di associazioni di volontariato e onlus destinati al cosiddetto trasporto sociale”. A chiederlo sono le consigliere regionali Pd Ottavia Soncini e Manuela Rontini, Presidenti delle Commissioni regionali Welfare e Politiche Economiche, in una interrogazione rivolta alla Giunta dell’Emilia-Romagna.

“Il trasporto di persone in condizioni di fragilità, finalizzato a garantire l’accesso a strutture e servizi sociosanitari, è un servizio fondamentale. Onlus e associazioni di volontariato garantiscono questo supporto, rivolto prevalentemente a persone anziane, disabili o minori, che non hanno una idonea rete familiare alla base o sono impossibilitati a utilizzare i mezzi pubblici. – spiegano le consigliere democratiche – Questa annosa questione è emersa con ancora più forza durante la pandemia, in quanto la rete del volontariato sociale è stata e continua a essere molto attiva nel garantire aiuto a chi ne ha bisogno, coadiuvando i caregiver in questa delicatissima fase”.

“Le associazioni ci hanno sollecitato per ricevere un riconoscimento e un sostegno dato il loro essenziale e prezioso impegno nello svolgere un servizio così utile e valido. – sottolineano Soncini e Rontini – Per questo, consapevoli che serva la collaborazione degli enti locali e di Anci oltre che della Regione Emilia-Romagna, chiediamo se non sia possibile attivarsi per aprire un confronto sulle agevolazioni che abbiamo suggerito”.

Il 2021 è il tempo del coraggio

Articolo pubblicato sull’edizione reggiana del Resto del Carlino del 3 gennaio 2021

Il 2020 è stato un anno durissimo in cui le nostre certezze si sono dissolte davanti ad una pandemia che ha creato paure, fragilità e lacerazioni profonde nelle nostre comunità. Il pensiero va alle persone che se ne sono andate sole e senza un ultimo saluto, ai sogni di tanti che oggi rischiano di non avere futuro, alle ragazze e ai ragazzi che hanno perso relazioni e conoscenza, alle tante, troppe, disuguaglianze che si sono allargate, alle solitudini delle persone fragili. Ma il 2020 è stato anche l’anno in cui ci siamo riscoperti dentro una “comunità di destino”, un legame fatto di consapevolezze, solidarietà e responsabilità che ci ha unito, tutti. Dobbiamo, però, essere sinceri: il 2021 sarà un anno altrettanto difficile. Avremo bisogno di sguardi ampi per rimettere in moto le energie sociali ed economiche del nostro territorio. Il nuovo Patto per il Lavoro e per il Clima dell’Emilia-Romagna posiziona la protezione delle persone, la centralità della fragilità e la lotta alle diseguaglianze come elementi indispensabili della crescita economica. La pandemia ci ha mostrato cosa significhi in termini di garanzie per la salute, una sanità pubblica forte ed un sistema universalistico. Sistema su cui continueremo ad investire con un piano da 9 miliardi, 600 milioni di euro in più rispetto all’anno precedente che affermano la necessità di un sistema sanitario complessivo in grado di rafforzare attraverso la diffusione della medicina territoriale, la dimensione della prossimità. Servirà, soprattutto, una visione di welfare basato sulle comunità, sulle relazioni, sui legami sociali, sulla responsabilità e sul protagonismo di ognuno di noi. Il nostro impegno dovrà essere quello di non lasciare nessuno da solo nella fatica del cambiamento. Insomma, è il tempo del coraggio.

Ottavia Soncini