La “Guida al cittadino” sul Dopo di noi

Il Consiglio nazionale del Notariato con 13 associazioni dei consumatori (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Altroconsumo, Assoutenti, Casa del Consumatore, Cittadinanzattiva, Confconsumatori, Federconsumatori, Lega Consumatori, Movimento Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Unione Nazionale Consumatori), ha realizzato la sua quattordicesima Guida al cittadino proprio sulla legge «Dopo di noi». Il vademecum, scaricabarile gratuitamente dal sito www.notariato.it, lo abbiamo presentato oggi a Reggio.

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Welfare. Informazione, sostegno delle famiglie e supporto degli esclusi: ok da Commissione Salute a risoluzione Pd

Democratici e Lega d’accordo sull’atto d’indirizzo presentato da Soncini (Pd), prima firmataria. Bocciato invece documento “alternativo” del Movimento 5 Stelle.

 

Sostenere le iniziative delle famiglie e delle associazioni, garantire il supporto ai disabili rimasti senza sostegno e promuovere una campagna di comunicazione istituzionale e informativa per far conoscere la norma e la sua applicazione in Emilia-Romagna. Tre punti sui quali la Giunta dovrà focalizzare l’attenzione, in questa fase di attuazione della legge “Dopo di noi”, la norma licenziata dal Parlamento nel 2016 sull’assistenza ai disabili gravi e a quelli privi di sostegno famigliare, alla luce dell’approvazione della risoluzione del Partito Democratico (prima firmataria Ottavia Soncini). L’atto d’indirizzo a cui la commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, ha dato il via libera grazie ai voti favorevoli del Pd e della Lega nord e quelli contrari del Movimento 5 stelle. Pentastellati che, proprio in commissione, hanno presentato un loro atto d’indirizzo (a firma Raffaella Sensoli) “alternativo a quello del Pd” che non ha ottenuto il consenso della maggioranza dei consiglieri.

“Strutture specifiche e autodeterminazione- ha sottolineato Soncini- sono le parole chiave della norma. Strutture più piccole, vicine ai bisogni delle persone, e il rispetto della libertà di compiere scelte vanno di pari passo all’importante attenzione che la norme rivolge al ‘durante’ in sinergia al ‘dopo’. Prevedere strutture con cinque- massimo dieci- persone, o strutture di collaborazione di più famiglie, vuol dire avvicinarsi ai bisogni specifici di ogni persona. Ogni legge è migliorabile ma lo sforzo che dovremmo fare a livello regionale è quello di applicarla nel migliore dei modi”.

Parole cui hanno fatto seguito quelle di Sensoli che nell’atto d’indirizzo chiedeva la riscrittura della norma: “Bastava applicare le leggi che c’erano già e finanziarle, invece di approvare questa nuova norma. Le parole chiave sono trust e destinazione privata perché dobbiamo dirlo: questa misura vestita da sociale è invece finanziaria. Viene messa a mercato la disabilità perché non si può migliorare la vita delle persone con un euro e dieci centesimi in più al giorno”. Fondi, quelli previsti dalla legge ‘Dopo di noi’, che, però, “non sono alternativi alle attuali misure ma sono aggiuntivi”, ricorda il presidente Zoffoli.

E Zoffoli non è stato il solo a ribattere alle parole della pentastellata. Daniele Marchetti, della Lega nord, ha voluto ricordare che attualmente la discussione “è sul cosa vuol fare la Regione”, mentre più esplicito è stato Gabriele Delmonte (Lega) che ha ricordato il ruolo svolto dai consiglieri: “Siamo in Regione non in Parlamento- ha rimarcato- dobbiamo gestire al meglio le risorse e non modificare una legge nazionale”. Mentre dai banchi della maggioranza è Giuseppe Boschini (Pd) a sottolineare come le affermazioni di Sensoli siano state “totalmente in contrasto con la realtà”.

Poco prima delle votazioni, i tecnici regionali hanno dato conto dei fondi messi a disposizione dell’Emilia-Romagna grazie alla legge. “Saranno 6,57 milioni per il 2016, 2,8 milioni per il 2017 e 4 milioni dal 2018 in poi. Due i tipi di interventi finanziati con i fondi del 2016 che riguarderanno gli ambiti socio-educativi e strutturali. Quattro milioni serviranno appunto per l’accompagnamento dell’uscita del disabile dal nucleo famigliare, per programmi di sviluppo della vita quotidiana mentre i restanti 2,57 milioni andranno a finanziare interventi strutturali soft per l’adeguamento delle abitazioni. Nel 2017 è previsto invece un bando regionale che garantirà il coofinanziamento di alloggi specifici, uno per provincia. Il primo target di intervento saranno i disabili inseriti in centri diurni: circa 5mila persone. Le risorse- hanno concluso- servono per lo sviluppo e non per sostenere l’intero sistema”.

Oltre a Soncini hanno sottoscritto la risoluzione i consiglieri Mirco Bagnari, Valentina Ravaioli, Stefano Caliandro, Manuela Rontini, Lia Montalti, Paolo Zoffoli, Giuseppe Paruolo, Giorgio Pruccoli, Antonio Mumolo, Francesca Marchetti, Alessandro Cardinali, Luciana Serri, Roberto Poli, Paolo Calvano, Gian Luigi Molinari, Massimo Iotti (Pd) e Silvia Prodi (Misto-Mdp). 

Caregiver, la risoluzione approvata in Commissione IV

In base al rapporto del CENSIS 2015 in Italia sono più di 3 milioni, pari al 5,5% della popolazione, le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi (l’80 per cento sono anziani); 1,4 milioni si trovano all’interno della propria abitazione.

Si stima che a fronte di 200 mila anziani non autosufficienti ospiti di strutture residenziali siano oltre 2.500.000 coloro che sono in famiglia, in casa propria o di parenti, di cui si fanno carico con continuità famigliari e congiunti.

L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha stimato che siano oltre 3.300.000 le persone che, nel contesto familiare, si prendono cura regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone disabili.

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A Sant’Ilario per presentare la Costituzione scritta con il Linguaggio aumentativo e alternativo

 

Questa mattina sono stata a Sant’Ilario con i ragazzi delle scuole medie ad una bella iniziativa realizzata da Comune e Associazione GIS (Genitori per l’inclusione Sociale) per presentare la Costituzione scritta con il Linguaggio Aumentativo e Alternativo. Ho conosciuto il valore e l’importanza della CAA grazie al lavoro tenace di mia mamma Mariangela Simonazzi con la associazione Valore Aggiunto che da molti anni promuove incontri di formazione e aggiornamento con famiglie, insegnanti e operatori socio sanitari. Tutti insieme per costruire un mondo più giusto.

Oltre 30 milioni per il contrasto a povertà ed esclusione sociale, abbattimento barriere architettoniche e aiuti per pagare l’affitto

Fondi per abbattere le barriere architettoniche presenti in abitazioni e condomini, con l’accoglimento di tutte le richieste arrivate; aiuti alle famiglie – fino a un massimo di 12 mila euro pro capite – per saldare le rate scadute dell’affitto e, ancora, il sostegno ai servizi sociali e sociosanitari sul territorio, a partire da quelli per l’infanzia e i nuclei famigliari, per contrastare la povertà e l’emarginazione. Il tutto grazie allo stanziamento di oltre 30 milioni di euro destinati a misure per le fasce sociali più deboli.

Nella seduta di ieri, infatti, la Giunta regionale ha approvato tre atti che per il 2016 assegnano ai Comuni e alle loro forme associate rispettivamente 1,5 milioni di euro  del Fondo regionale per la concessione di contributi a fondo perduto destinati all’eliminazione di barriere architettoniche in edifici privati, 23 milioni del Fondo sociale regionale per evitare l’esclusione sociale e i quasi 6 milioni di euro del Fondo nazionale per la morosità incolpevole stanziati dallo Stato e messi a disposizione dell’Emilia-Romagna per quest’anno.

 

Fondo regionale per l’eliminazione e il superamento delle barriere architettoniche

Un milione e mezzo di euro in più che va ad aggiungersi a quelli già previsti dal Piano casa (2 milioni di euro). Aumentano in questo modo le risorse contenute nel Fondo regionale, che dispone la concessione di contributi a fondo perduto per abbattere le barriere architettoniche in edifici privati.

L’intervento consente di far fronte alla totalità dei contributi richiesti dalle 516 famiglie che hanno diritto a un contributo in base al fondo regionale istituito con la legge regionale del 2013. Tra le richieste, 394 riguardano persone totalmente invalide, 122 si riferiscono a forme di invalidità parziale.

In Emilia-Romagna, su un totale di 334 Comuni sono 167 a concorrere a determinare il fabbisogno per gli interventi. Rispetto alle singole province, le richieste di contributo arrivano: 19 da Piacenza, 52 da Parma, 65 da Reggio Emilia, 63 da Modena, 127 da Bologna, 27 da Ferrara, 60 da Ravenna, 58 da Forlì-Cesena e 45 da Rimini.

 

Fondo nazionale per la morosità incolpevole

Quasi 6 milioni di euro stanziati dallo Stato (59,7 milioni di euro ripartiti per il 70% tra le Regioni in proporzione al numero dei provvedimenti di sfratto emessi dell’autorità giudiziaria al 31 dicembre 2015) e messi a disposizione dell’Emilia-Romagna per il 2016 per aiutare i cosiddetti inquilini morosi incolpevoli, ovvero persone non più in grado di pagare l’affitto di casa. Le ragioni possono essere diverse: perché hanno perso il lavoro, perché colpite da una grave malattia oppure perché vittime di un infortunio.

L’aiuto consiste in un contributo pro capite, fino a un massimo di 12 mila euro, che può essere utilizzato sia per saldare le rate scadute dell’affitto sia per far fronte ad alcune mensilità future, in modo da non mettere la famiglia nelle condizioni di ricadere nella morosità.  Con il provvedimento approvato dalla Giunta, le risorse vengono distribuite tra 100 Comuni emiliano-romagnoli, 39 dei quali (compresi i capoluoghi di provincia) definiti ad alta tensione abitativa e i restanti 61 ad alto disagio abitativo con più di 10 mila cittadini residenti. Ai Comuni ad alta tensione abitativa, dove nel 2015 sono stati decretati 4.377 sfratti, andranno 4,445 milioni di euro (75% delle risorse previste per il 2016). L’altro 25%, pari a 1,5 milioni di euro, andrà invece assegnato ai Comuni ad alto disagio abitativo con popolazione superiore ai 10 mila residenti dove sono stati emessi 1.168 provvedimenti di sfratto.

 

Fondo sociale regionale

È di 23 milioni di euro la somma stanziata dalla Regione a favore dei Comuni e loro unioni per i servizi sociali del territorio. Di questi, 7,5 milioni integrano la programmazione 2016 e i rimanenti 15,5 faranno parte della programmazione 2017. L’obiettivo è sostenere in particolare i progetti di contrasto alla povertà estrema e all’impoverimento generato dalla crisi economica, contrastare l’esclusione sociale, favorire l’integrazione sociale degli immigrati, offrire sostegno alle famiglie.

A Quattro Castella nasce “La tavola armonica”

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Quattro Castella e tutti i cittadini dell’Unione Colline Matildiche hanno festeggiato questa mattina l’inaugurazione del Laboratorio di falegnameria “La Tavola Armonica” destinato ad ospitare, nei locali della ex mensa della scuola media, la nuova sede del Sap, il Servizio di Aiuto alla Persona, fiore all’occhiello dei servizi sociali castellesi e dell’Unione.

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In occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità, noi apriamo un luogo che non è solo simbolico, ma vita vissuta. L’idea del laboratorio nasce nel 2011 e in cinque anni si è riusciti, tutti insieme, a realizzare questo progetto: un luogo polifunzionale, un salotto sociale, per incontri e confronti intergenerazionali, aperto a cittadini e associazioni del territorio. La scelta di realizzarlo vicino alla scuola media, alla palestra e al centro giovani Garage non è casuale, ma intende stimolare e coinvolgere tutta la cittadinanza. Prendersi cura delle persone più fragili è il senso più profondo del fare politica. Questo progetto è importante non solo sul piano sociale e politico, ma esistenziale per tutti i ragazzi, le loro famiglie e la comunità in cui vivono. Un bell’esempio di welfare della solidarietà, dei diritti, della interazione tra pubblico e privato, tra istituzioni e cittadini.

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Dopo di noi, 6.5 milioni all’Emilia Romagna. SONCINI (PD): “Importante risposta alla solitudine, cerchiamo vicinanza e prossimità”

“Viene resa operativa la legge sul Dopo di noi approvata in Parlamento e attesa da anni dalle tante famiglie preoccupate per il futuro dei propri figli con disabilità. Come istituzione pubblica sentiamo l’urgenza di dare risposte ai cittadini che stanno facendo richieste di umanizzazione al nostro sistema di servizi. Si cercano risposte alla solitudine, si cerca vicinanza e prossimità in una Regione in cui la coesione sociale rimane un valore forte.”

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Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico, il riparto tra le Regioni dei 90 milioni di euro del cosiddetto Fondo sul “Dopo di noi”. All’Emilia-Romagna vengono destinati 6,5 milioni: a beneficiarne sono le persone gravemente disabili che restano prive del sostegno familiare o per la morte di entrambi i genitori o perché questi, magari molto anziani o malati, non sono più in grado di assisterli. I fondi serviranno infatti ad attivare e potenziare programmi di intervento che prevedono l’accoglienza in abitazioni o gruppi-appartamento, che riproducano le condizioni abitative e le relazioni della casa familiare, oppure la permanenza temporanea fuori dalla famiglia in particolari situazioni di emergenza. Inoltre, si potranno creare soluzioni di co-housing, che possano comprendere il pagamento degli oneri di acquisto, di locazione, di ristrutturazione e di messa in opera degli impianti e delle attrezzature necessari per il funzionamento degli alloggi.

“Stiamo costruendo un sistema di welfare che dia risposte di tipo relazionale” – conclude Soncini – “evitando di lasciare le persone sole ad affrontare un certo percorso di vita. Le risorse sul dopo di noi sono una risposta concreta e giusta: un aiuto per l’oggi alle persone con gravi disabilità e per i famigliari, maggiori certezze sul futuro dei propri cari”

Fondazione “Durante e dopo di noi” di Reggio Emilia, inaugurata la nuova sede

È un periodo di grandi novità per la Fondazione durante e dopo di noi di Reggio: da febbraio, infatti, la nuova sede operativa è stata collocata al secondo piano della palazzina della direzione delle Fiere in via Filangieri 15 a Reggio.
Questi nuovi spazi della Fondazione ospitano lo spazio di accoglienza (aperto il martedì e il giovedì mattina dalle 9 alle 12), il servizio di consulenza giuridica e pianificazione, una sala riunioni per gli incontri dei gruppi di lavoro e i faccia a faccia con gli interlocutori istituzionali, gli uffici della segreteria, dell’amministrazione e della contabilità.

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Il punto su disabilità e fragilità in Regione nella mia intervista al Giornale di Reggio

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Lei è stata eletta sul nostro territorio con un alto numero di preferenze. Nella Sua campagna elettorale il tema dominante è stata la disabilità. Perché ha scelto la disabilità e il welfare?

I temi con cui mi sono presentata sono stati diversi. La disabilità non rappresenta un tema da campagna elettorale; la condivisione con questo mondo fa parte della mia vita quotidiana. Si ritrova nelle mie esperienze precedenti e nella mia storia familiare la ragione e il senso del mio impegno verso la diversità, intesa anche come fragilità. Rendere serena la vita dei cittadini, in particolare di coloro che vivono una difficoltà, è dovere morale e concretezza operativa di chi ha un impegno politico.

In questi primi 18 mesi di legislatura, la Regione Emilia Romagna si è occupato di disabilità in più di una occasione. In particolare la legge 14 del 30 luglio 2015 sul lavoro dei disabili. Legge criticata dalle associazioni dei disabili a Bologna: FAND e FISH. Perplessità ha suscitato anche dal “Tavolo Lavoro” del progetto “Reggio Città senza barriere”. Lei invece in più di una occasione pubblicamente ha espresso parere positivo. Ci spieghi perché.

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