In base al rapporto del CENSIS 2015 in Italia sono più di 3 milioni, pari al 5,5% della popolazione, le persone che soffrono di difficoltà funzionali gravi (l’80 per cento sono anziani); 1,4 milioni si trovano all’interno della propria abitazione.
Si stima che a fronte di 200 mila anziani non autosufficienti ospiti di strutture residenziali siano oltre 2.500.000 coloro che sono in famiglia, in casa propria o di parenti, di cui si fanno carico con continuità famigliari e congiunti.
L’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ha stimato che siano oltre 3.300.000 le persone che, nel contesto familiare, si prendono cura regolarmente di adulti anziani, di malati e di persone disabili.
Con l’allungamento della vita media, tale fenomeno è destinato a crescere progressivamente.
Col termine anglosassone “caregiver” familiare si indicano coloro che volontariamente, in modo gratuito e responsabile, si prendono cura di una persona cara che si trova in condizioni di non autosufficienza o comunque di necessità di assistenza.
Si tratta prevalentemente di donne, con famiglia e figli, di età compresa tra 45 e 55 anni che, per dare cura ai congiunti, spesso sono costrette a lasciare il lavoro (stime anagrafiche sui caregiver indicano che circa un terzo hanno età inferiore a 45 anni, il 38% sono di età compresa tra 46 e 60, il 18% tra 61 e 70 e il 13% oltre i 70).
Si stima che il caregiver familiare svolga mediamente 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza.
Il caregiver familiare è un elemento basilare dell’attuale sistema di welfare del nostro Paese ed emerge l’esigenza di disciplinare il suo riconoscimento e sostegno (come in molti altri Stati membri dell’Unione europea), al fine di valorizzare il lavoro di cura e favorire l’integrazione tra welfare familiare, welfare aziendale e welfare pubblico.
La Regione Emilia-Romagna ha approvato il 25 marzo 2014 la prima legge regionale in materia (L.R. 2/2014 “Norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare”) finalizzata a riconoscere e promuovere, nell’ambito delle politiche del welfare, la cura familiare e la solidarietà come beni sociali, in un’ottica di responsabilizzazione diffusa e di sviluppo di comunità, e ha riconosciuto la figura del caregiver familiare in quanto componente informale della rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari.
Con la risoluzione approvata in Commissione IV, che mi ha visto fra i firmatari, chiediamo alla Giunta di agire in tutte le sedi più opportune, ivi compresa la conferenza Stato Regioni, perché si arrivi in nel più breve tempo possibile alla discussione della legge nazionale, molto attesa da chi quotidianamente sostiene le fatiche del lavoro di cura e di proseguire e incrementare il proprio impegno a supporto delle persone affette da gravi disabilità o menomazioni ed ai loro caregiver, come previsto dalla legge regionale.
Qui il testo della Risoluzione.