Welfare. Informazione, sostegno delle famiglie e supporto degli esclusi: ok da Commissione Salute a risoluzione Pd

Democratici e Lega d’accordo sull’atto d’indirizzo presentato da Soncini (Pd), prima firmataria. Bocciato invece documento “alternativo” del Movimento 5 Stelle.

 

Sostenere le iniziative delle famiglie e delle associazioni, garantire il supporto ai disabili rimasti senza sostegno e promuovere una campagna di comunicazione istituzionale e informativa per far conoscere la norma e la sua applicazione in Emilia-Romagna. Tre punti sui quali la Giunta dovrà focalizzare l’attenzione, in questa fase di attuazione della legge “Dopo di noi”, la norma licenziata dal Parlamento nel 2016 sull’assistenza ai disabili gravi e a quelli privi di sostegno famigliare, alla luce dell’approvazione della risoluzione del Partito Democratico (prima firmataria Ottavia Soncini). L’atto d’indirizzo a cui la commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Paolo Zoffoli, ha dato il via libera grazie ai voti favorevoli del Pd e della Lega nord e quelli contrari del Movimento 5 stelle. Pentastellati che, proprio in commissione, hanno presentato un loro atto d’indirizzo (a firma Raffaella Sensoli) “alternativo a quello del Pd” che non ha ottenuto il consenso della maggioranza dei consiglieri.

“Strutture specifiche e autodeterminazione- ha sottolineato Soncini- sono le parole chiave della norma. Strutture più piccole, vicine ai bisogni delle persone, e il rispetto della libertà di compiere scelte vanno di pari passo all’importante attenzione che la norme rivolge al ‘durante’ in sinergia al ‘dopo’. Prevedere strutture con cinque- massimo dieci- persone, o strutture di collaborazione di più famiglie, vuol dire avvicinarsi ai bisogni specifici di ogni persona. Ogni legge è migliorabile ma lo sforzo che dovremmo fare a livello regionale è quello di applicarla nel migliore dei modi”.

Parole cui hanno fatto seguito quelle di Sensoli che nell’atto d’indirizzo chiedeva la riscrittura della norma: “Bastava applicare le leggi che c’erano già e finanziarle, invece di approvare questa nuova norma. Le parole chiave sono trust e destinazione privata perché dobbiamo dirlo: questa misura vestita da sociale è invece finanziaria. Viene messa a mercato la disabilità perché non si può migliorare la vita delle persone con un euro e dieci centesimi in più al giorno”. Fondi, quelli previsti dalla legge ‘Dopo di noi’, che, però, “non sono alternativi alle attuali misure ma sono aggiuntivi”, ricorda il presidente Zoffoli.

E Zoffoli non è stato il solo a ribattere alle parole della pentastellata. Daniele Marchetti, della Lega nord, ha voluto ricordare che attualmente la discussione “è sul cosa vuol fare la Regione”, mentre più esplicito è stato Gabriele Delmonte (Lega) che ha ricordato il ruolo svolto dai consiglieri: “Siamo in Regione non in Parlamento- ha rimarcato- dobbiamo gestire al meglio le risorse e non modificare una legge nazionale”. Mentre dai banchi della maggioranza è Giuseppe Boschini (Pd) a sottolineare come le affermazioni di Sensoli siano state “totalmente in contrasto con la realtà”.

Poco prima delle votazioni, i tecnici regionali hanno dato conto dei fondi messi a disposizione dell’Emilia-Romagna grazie alla legge. “Saranno 6,57 milioni per il 2016, 2,8 milioni per il 2017 e 4 milioni dal 2018 in poi. Due i tipi di interventi finanziati con i fondi del 2016 che riguarderanno gli ambiti socio-educativi e strutturali. Quattro milioni serviranno appunto per l’accompagnamento dell’uscita del disabile dal nucleo famigliare, per programmi di sviluppo della vita quotidiana mentre i restanti 2,57 milioni andranno a finanziare interventi strutturali soft per l’adeguamento delle abitazioni. Nel 2017 è previsto invece un bando regionale che garantirà il coofinanziamento di alloggi specifici, uno per provincia. Il primo target di intervento saranno i disabili inseriti in centri diurni: circa 5mila persone. Le risorse- hanno concluso- servono per lo sviluppo e non per sostenere l’intero sistema”.

Oltre a Soncini hanno sottoscritto la risoluzione i consiglieri Mirco Bagnari, Valentina Ravaioli, Stefano Caliandro, Manuela Rontini, Lia Montalti, Paolo Zoffoli, Giuseppe Paruolo, Giorgio Pruccoli, Antonio Mumolo, Francesca Marchetti, Alessandro Cardinali, Luciana Serri, Roberto Poli, Paolo Calvano, Gian Luigi Molinari, Massimo Iotti (Pd) e Silvia Prodi (Misto-Mdp).