Unioni e fusioni di Comuni: passa la riforma in Emilia-Romagna

Le fusioni e le unioni di Comuni sono un’opportunità strategica per una più efficiente gestione dei servizi locali per cittadini e imprese. Con la legge quadro approvata quest’oggi abbiamo inteso semplificare e aggiornare la disciplina che le regola coordinandola con le altre politiche in tema di riordino istituzionale promosse dalla nostra Regione.

La proposta di legge introduce la possibilità di fusione mediante incorporazione di uno o più comuni in uno contiguo, anche nel caso di comuni già istituiti a seguito di fusione. Ora anche gli stessi cittadini avranno la possibilità di avviare il processo di incorporazione con una raccolta di firme – almeno il 20% dei residenti in ogni singolo comune – per l’indizione di un referendum consultivo.

Sono individuati criteri specifici per la valutazione del voto referendario. Ad oggi il referendum aveva solo un valore consultivo mentre d’ora in avanti è previsto che l’iter del progetto di legge di fusione tra più Comuni si blocchi quando, anche se il voto è complessivamente favorevole, nella maggioranza dei Comuni prevale il parere contrario e quando il numero dei Comuni favorevoli è uguale a quello dei contrari, e nel caso in cui prevalga complessivamente il ‘no’ anche quando nella maggioranza dei Comuni prevale il voto favorevole.

Inoltre è prevista l’istituzione di un Osservatorio regionale delle fusioni e di uno delle Unioni.

Rispetto agli ambiti territoriali ottimali, è infine regolata la possibilità, anche per il 2016 di ridelimitare quelli composti da almeno dieci Comuni su concorde richiesta di almeno due terzi degli stessi motivata dall’esigenza di creare ambiti più coesi e rispondenti alle finalità del riordino; vengono anche dettate norme speciali derogatorie nel caso di fusioni con il proprio ambito territoriale ottimale.

È una legge quadro, alla quale dovranno fare riferimento i progetti di unione e fusione che non sono ancora avviati. Il futuro degli enti locali passa necessariamente da qui, da una collaborazione sempre più stretta tra gli enti locali e da una maggiore efficienza e resilienza della macchina organizzativa ed istituzionale. È un cambiamento già avviato, che nella nostra Regione, dove dal 2014 si contano 8 i processi di fusione che hanno determinato l’avvio di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti oltre a sei processi di fusione ora in corso, pensiamo si debba percorrere con grande determinazione.

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