Diventa legge il progetto di inserimento lavorativo e inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità

Approvato dall’Assemblea legislativa il progetto di legge d’iniziativa della Giunta “Disciplina a sostegno dell’inserimento lavorativo e dell’inclusione sociale delle persone in condizione di fragilità e vulnerabilità, attraverso l’integrazione tra i servizi pubblici del lavoro, sociali e sanitari”.

Target del provvedimento, le persone disoccupate o inoccupate, la cui condizione si caratterizzi per la compresenza di problematiche afferenti la dimensione sociale o sanitaria e la cui inclusione sociale venga perseguita attraverso il lavoro, anche tramite programmi personalizzati. Quasi duecentomila persone costituiscono la platea dei potenziali destinatari.

“Sono intervenuta in Aula”, spiega Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico fra le promotrici del progetto di legge, “per sottolineare l’importanza di una legge che mette finalmente al centro le persone e in cui vi è un approccio innovativo di integrazione fra servizi pubblici. Le persone in condizione di fragilità e vulnerabilità in Emilia Romagna sono in aumento: parliamo di circa 200.000 potenziali utenti, una cifra assai consistente. Il nostro obiettivo finale è quello di “fare uscire” le persone da tale condizione: una comunità giusta, equa e corretta è quella che offre a tutti una seconda chance, è quella in cui il welfare state non diventa uno stile di vita”.

 

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Nelle intenzioni, la legge vuole ridare ai territori un significativo ruolo nelle politiche attive per il lavoro, e fornire nuovi strumenti innovativi per integrare i servizi sociali: per le persone “fragili” e “vulnerabili”, che presentano almeno più di una problematica tra quelle lavorative, sociali o sanitarie, muoversi tra moduli e sportelli può creare ulteriori difficoltà. Diventa perciò necessario integrare i servizi e semplificarli.

“L’ambito territoriale in cui si eserciterà l’integrazione”, continua Soncini, “saranno i distretti socio-sanitari; è previsto l’intervento di un’equipe multi professionale costituita da un operatore del centro per l’impiego e da un operatore del servizio sociale del comune e/o un incaricato del servizio sanitario dell’Ausl, che lavoreranno insieme qualora, successivamente all’accesso ad uno dei tre servizi, si ravvisino le condizioni di fragilità e vulnerabilità insieme alla mancanza del lavoro. L’auspicio è che sul territorio si creino i presupposti di un lavoro di qualità, fatto dai servizi pubblici in dialogo tra loro e attraverso una collaborazione tra il pubblico e il privato che, successivamente alla fase di selezione, sarà chiamato alla progettazione specifica dell’intervento di inserimento”.

“Nella legge verrà infine introdotto un nuovo istituto”, conclude Soncini, “si tratta dei così detti tirocini D, finalizzati all’inclusione sociale, all’autonomia delle persone e alla riabilitazione.  Un impegno che avevo preso con le famiglie e le associazioni, poi, è stato portato oggi a termine: approvato infatti anche l’ordine del giorno attraverso il quale si impegnano il Governo e il Parlamento ad eliminare l’assimilazione delle indennità, corrisposte a titolo di tirocinio, ai redditi da lavoro dipendente”.

Si eviterebbe così di incidere negativamente ai fini dei calcoli dei limiti di reddito massimo per il riconoscimento di pensioni di inabilità, assegni di invalidità, pensioni di reversibilità per gli inabili e altre prestazioni assistenziali o previdenziali.