Innovazione, bando da 8 milioni di euro per le piccole e medie imprese

Con fondi Por Fesr la Regione sostiene progetti di innovazione e diversificazione di prodotti o servizi. Domande dall’1 settembre al 14 ottobre 2016.

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È stato pubblicato il bando Progetti di innovazione e diversificazione di prodotto o servizio per le Pmi che, con una dotazione di 8 milioni di euro dai fondi Por Fesr 2014-2020 (asse 1), vuole sostenere l’attività di innovazione delle piccole e medie imprese che necessitano di supporto esterno e che hanno difficoltà a gestire internamente progetti di ricerca e sviluppo. L’intervento aiuta le imprese che necessitano di acquisire all’esterno i servizi innovativi necessari e le competenze per completare, anche dal punto di vista manageriale, i percorsi per la loro introduzione sul mercato.

Il bando si rivolge alle piccole e medie imprese impegnate in percorsi di innovazione tecnologica e diversificazione dei propri prodotti e/o servizi, in particolare con l’obiettivo di accrescere la quota di mercato o di penetrare in nuovi mercati.
Le aziende possono acquisire: consulenze tecnologiche; servizi di test; misure, calcolo e certificazioni di prodotto; design di prodotto; progettazione impianti pilota; prototipazione e stampa 3D; consulenze per la gestione organizzativa e strategica dell’innovazione, nella forma del management temporaneo per l’innovazione (per non oltre il 30% del totale).

La Regione può contribuire a queste spese nella misura minima del 35% e fino ad una percentuale massima del 45% delle spese ammissibili, ma potrà arrivare al 50%, nel caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato.
I fornitori potranno essere laboratori di ricerca, centri per l’innovazione, start up innovative, fablabs, società di consulenza e professionisti. I progetti avranno durata di un anno.

Le domande dovranno essere compilate per via telematica tramite una applicazione web, le cui modalità di accesso sono pubblicate sul sito web del Por Fesr 2014-2020. L’invio deve avvenire tra le ore 10 di giovedì 1 settembre e le ore 13 di venerdì 14 ottobre 2016.

Unioni e fusioni di Comuni: passa la riforma in Emilia-Romagna

Le fusioni e le unioni di Comuni sono un’opportunità strategica per una più efficiente gestione dei servizi locali per cittadini e imprese. Con la legge quadro approvata quest’oggi abbiamo inteso semplificare e aggiornare la disciplina che le regola coordinandola con le altre politiche in tema di riordino istituzionale promosse dalla nostra Regione.

La proposta di legge introduce la possibilità di fusione mediante incorporazione di uno o più comuni in uno contiguo, anche nel caso di comuni già istituiti a seguito di fusione. Ora anche gli stessi cittadini avranno la possibilità di avviare il processo di incorporazione con una raccolta di firme – almeno il 20% dei residenti in ogni singolo comune – per l’indizione di un referendum consultivo.

Sono individuati criteri specifici per la valutazione del voto referendario. Ad oggi il referendum aveva solo un valore consultivo mentre d’ora in avanti è previsto che l’iter del progetto di legge di fusione tra più Comuni si blocchi quando, anche se il voto è complessivamente favorevole, nella maggioranza dei Comuni prevale il parere contrario e quando il numero dei Comuni favorevoli è uguale a quello dei contrari, e nel caso in cui prevalga complessivamente il ‘no’ anche quando nella maggioranza dei Comuni prevale il voto favorevole.

Inoltre è prevista l’istituzione di un Osservatorio regionale delle fusioni e di uno delle Unioni.

Rispetto agli ambiti territoriali ottimali, è infine regolata la possibilità, anche per il 2016 di ridelimitare quelli composti da almeno dieci Comuni su concorde richiesta di almeno due terzi degli stessi motivata dall’esigenza di creare ambiti più coesi e rispondenti alle finalità del riordino; vengono anche dettate norme speciali derogatorie nel caso di fusioni con il proprio ambito territoriale ottimale.

È una legge quadro, alla quale dovranno fare riferimento i progetti di unione e fusione che non sono ancora avviati. Il futuro degli enti locali passa necessariamente da qui, da una collaborazione sempre più stretta tra gli enti locali e da una maggiore efficienza e resilienza della macchina organizzativa ed istituzionale. È un cambiamento già avviato, che nella nostra Regione, dove dal 2014 si contano 8 i processi di fusione che hanno determinato l’avvio di altrettanti Comuni unici al posto dei 22 preesistenti oltre a sei processi di fusione ora in corso, pensiamo si debba percorrere con grande determinazione.

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Banda larga per la crescita, ecco le 160 aree produttive dell’Emilia-Romagna

Crescita e sviluppo grazie alla Rete veloce. L’Innovation communication technology (Ict) è infatti uno  strumento fondamentale per lo sviluppo e la competitività delle imprese e in 160 aree produttive, artigianali o industriali dell’Emilia-Romagna arriva la fibra ottica per la banda larga e ultra larga.

Il via libera agli interventi – che saranno realizzati dalla Regione, che per questo ha messo a disposizione 26 milioni di euro di risorse europee – è arrivato dalla Giunta regionale che, nell’ultima seduta, ha approvato la graduatoria delle aree ammesse: 160 le aree produttive, segnalate dai Comuni e dalle Unioni alla Regione, dove non sono presenti le infrastrutture per la copertura della banda larga, insediamenti che saranno dotati della fibra entro il 2020.

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Nel dettaglio, le aree segnalate per provincia sono 35 a Bologna19 a Ferrara15 a Forlì-Cesena28 a Modena,  10 a Parma13 a Piacenza21 a Ravenna18 Reggio Emilia e una a Rimini.

La realizzazione degli interventi – come detto  a carico della Regione – è sostenuta con i fondi del Programma operativo regionale Fesr 2014-2020, che complessivamente destina allo sviluppo dellIct e all’attuazione dell’Agenda digitale circa 26 milioni di euro. 

Con la manifestazione di interesse, aperta tra marzo e aprile 2016, la Regione ha chiesto ai Comuni e alle Unioni di Comuni di candidare aree produttive per la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica per l’abilitazione alla banda larga e ultra larga.

“A queste aree– sottolinea l’assessora regionale alle Attività produttive, Palma Costi– offriamo la possibilità di colmare gli svantaggi infrastrutturali e di favorire lo sviluppo dell’area stessa mettendo le imprese nelle condizioni di competere sul mercato. In questo modo, inoltre, aggiungiamo un tassello alla realizzazione dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, il cui obiettivo è di estendere, entro il 2020, a tutto il territorio la copertura della banda ultra larga”.
“E’ questo un primo importante obiettivo raggiunto dal programma dell’Agenda digitale dell’Emilia-Romagna, il cui obiettivo è di estendere, entro il 2020, a tutto il territorio la copertura della banda ultra larga a 30 mega. Una dotazione tecnologica ad un numero così elevato di distretti è un fattore di sicura crescita del territorio regionale”, aggiunge l’assessore regionale ai Trasporti, reti e infrastrutture materiali e immateriali, programmazione territoriale e agenda digitale, Raffaele Donini.

Sulla Gazzetta di Reggio le novità della nuova legge su Politiche giovanili e sociali

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“Una legge che armonizza sette norme regionali in materia di welfare al riordino istituzionale e cioè al superamento delle province e che introduce significative novità su casa, giovani e affidi”.  Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico e relatrice in Aula, l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa del progetto di legge sulle Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale.

“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”. Il provvedimento modifica infatti la legge sulle politiche abitative a partire dalla proprietà indivisa (meno vincoli per trasformarla in proprietà individuale), e quindi possibilità per le società cooperative di vendere gli alloggi agli affittuari se c’è l’accordo di almeno il 50% dei soci (e non del 100% come richiesto oggi).

“Sono particolarmente contenta delle norme che riguardano le politiche a favore dei giovani”, prosegue Soncini, “conosciamo e riconosciamo i giovani con risposte più precise; andiamo a valorizzare con forza tutti i luoghi di aggregazione e condivisione, le agenzie educative esterne: oratori, parrocchie, centri per le famiglie, associazioni culturali e sportive, scout, associazioni del Terzo settore che lavorano con i giovani e che possono dare una mano concreta alle Istituzioni pubbliche e ai servizi sul territorio. Novità rilevanti che fanno camminare le leggi regionali con i cambiamenti della società. Va detto che in questa legislatura abbiamo tracciato una nuova prospettiva con il tentativo di ricalibrare le risorse regionali a favore di minori, adolescenti e famiglie: il servizio civile regionale e il primo piano triennale sul servizio civile, il bando adolescenza, i centri per le famiglie, sono tutte voci che vedono un maggiore stanziamento a partire dal 2015.”

“Inoltre”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda il tema affidi, dovrà essere rispettato un ordine che vede le famiglie al primo posto, i nuclei mono- genitoriali al secondo e le strutture residenziali al terzo, così come prevede la normativa nazionale (mentre al momento la legge regionale parifica famiglie e strutture residenziali). In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo deciso di dare la spinta all’affido familiare, senza promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice del Tribunale per i minorenni, che farà la scelta migliore nell’interesse del minore”. Sono infatti 3.372, su una popolazione di 712.298 i minori residenti sul territorio regionale, i bambini e i ragazzi che nel 2014 si sono trovati, per condizioni diverse, a

vivere al di fuori delle famiglie d’origine. Tra questi, 1.519 sono stati accolti da famiglie che si sono rese disponibili ad accoglierli a tempo pieno o parziale. Altri 1.853 sono stati invece affidati a comunità. Questi i dati resi noti dall’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito di un recente convegno che si è tenuto in Regione. Le province che accolgono il maggior numero di bambini sono Reggio Emilia (258), Modena (231) e Bologna (171), secondo gli ultimi dati disponibili al 1 Gennaio 2014.

“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale con articolazioni sul nostro territorio. Il welfare pubblico emiliano romagnolo deve tanto al privato sociale, alle associazioni, alle cooperative sociali, al volontariato, ai singoli volontari, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”. Infine, l’abolizione della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, la cui funzione viene già svolta da altri organismi che assicurano la rappresentanza di tutti i cittadini.

Il testo armonizza e riordina la disciplina vigente nelle materie afferenti alle politiche sociali, al Terzo settore, alle politiche giovanili e a quelle abitative rispetto al nuovo assetto istituzionale uscito dalla riforma del sistema di governo regionale e locale (L.r. 13/2015), a iniziare dalle funzioni prima in capo alle Province.

Politiche giovanili e sociali, la nuova legge approvata in Assemblea

 

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“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”.
“Per quanto riguarda le politiche giovanili”, prosegue Soncini, “diamo il via al rafforzamento territoriale di progetti per ragazzi ed adolescenti, una rete che va dalle scuole agli oratori. Andiamo a valorizzare tutti i luoghi di aggregazione, socializzazione, condivisione: oratori, parrocchie, associazioni culturali e sportive, scout. Tutte devono essere messe in grado di lavorare nel pieno delle loro potenzialità e nel dialogo con le Istituzioni per dare spazio ai tantissimi giovani che sul nostro territorio hanno voglia di mettersi in gioco con spirito civico, basti pensare all’altissimo numero di richieste di partecipazione ai progetti di servizio civile”.
“In terzo luogo”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda invece l’affido familiare, adeguiamo la normativa regionale a quella nazionale. In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo definito dunque una priorità fra i soggetti a cui possono essere affidati i minori: al primo posto le famiglie, poi i nuclei mono-genitoriali, quindi le strutture residenziali. In poche parole vogliamo dare la spinta all’affido familiare, senza continuare a promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice, che può decidere la destinazione migliore a seconda dei casi, nell’interesse del minore”.
“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale. Il welfare emiliano romagnolo deve tanto a loro, alle cooperative sociali, al privato sociale, al volontariato, a tutte quelle realtà che hanno caratteristiche di capillarità e agilità sul territorio, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”.

L’Emilia Romagna punta a essere ancora più verde: 10 milioni in bandi per la forestazione

Contribuiscono al sequestro di carbonio, riducono le emissioni di gas serra, ma possono essere anche un’importante fonte  di reddito per le aziende agricole.  Per estendere le superfici boschive in Emilia-Romagna, realizzare interventi di forestazione  e  promuovere l’arboricoltura  da legno la Regione mette a disposizione oltre 10 milioni di euro.
Si tratta delle risorse del Programma regionale di sviluppo rurale 2014-2020 che finanziano tre diversi bandi,  rivolti ai proprietari di terreni pubblici o privati e ai loro consorzi.

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I contributi possono arrivare ad a un massimo di  7.500 euro per ettaro per i boschi permanenti,  7mila euro per l’arboricoltura con specie autoctone e possono variare da 1.600 a 3.200 euro, sempre per ettaro, nel caso della pioppicoltura.  In  determinati casi, a copertura del mancato reddito agricolo, sono previsti anche contributi per ettaro, che vanno da  un minimo di 150  a un massimo di 500 euro.

In Emilia-Romagna la superficie boschiva è cresciuta del 20% negli ultimi trent’anni e oggi copre 611 mila ettari, quasi un terzo dell’intero territorio: numeri che la collocano tra le regioni con il più alto indice di boscosità in Italia. Il 30% dei boschi si trovano all’interno delle aziende agricole e solo il 3% è presente nella fascia territoriale della pianura. In tutto sono 685 le aziende  agricole con attività principale nel settore della selvicoltura, 1.990 quelle con attività secondaria. Oltre 5.000 famiglie effettuano tagli per uso privato.
Le domande potranno essere presentate a partire dal 14 luglio ed entro il 9 o 30 settembre, in base al tipo di intervento, utilizzando la piattaforma Agrea

 

Cosa prevedono i tre bandi
Imboschimenti permanenti. Per il tipo di operazione 8.1.01 ci sono a disposizione 5,7 milioni  di euro. Il costo unitario massimo ammissibile delle spese di impianto è di 7.500 euro per ettaro. Il contributo previsto copre il 100% della spesa.  Gli interventi possono essere realizzati in terreni agricoli e non agricoli, in pianura e in collina. La scadenza delle domande è fissata al 30 settembre.

Arboricoltura da legno consociata ecocompatibile –  Grazie a 2,4 milioni di euro l’operazione 8.1.02 finanzia al 100%  interventi  fino a un massimo di 7 mila euro nel caso di impianti di arboricoltura consociata, cioè con presenza di  diverse specie forestali autoctone, e di 4mila euro per ettaro nel caso di impianti di pioppicoltura ecocompatibile. Le percentuali di contributo  sono comprese tra il 70 e l’80%. Le domande vanno presentate entro il 9 settembre.

Arboricoltura da legno: pioppicoltura ordinaria  –  L’operazione 8.1.03 può contare su quasi 2,4 milioni di euro, ilcosto  massimo ammissibile è  di  4 mila euro per ettaro e il contributo previsto è del 40%. Anche in questo caso le domande vanno presentate entro il 9 settembre. La delibera è stata pubblicata sul Burert dell’Emilia-Romagna dell’8 luglio. Info sui bandi:  http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr-2014-2020 e http://agrea.regione.emilia-romagna.it.

7 luglio 1960, la risoluzione presentata in Regione

Fare piena luce sulle vicende della “strage di Reggio Emilia” del 7 luglio 1960 dove persero la vita cinque persone, episodio che “va indagato e approfondito anche alla luce degli esiti giudiziari, senza colpevoli accertati”. A chiederlo sono i consiglieri regionali Piergiovanni Alleva (Altra Emilia-Romagna), Roberta Mori, Silvia Prodi, Luca Sabattini e Ottavia Soncini (Pd), Igor Taruffi e Yuri Torri (Sel) e Giulia Gibertoni (M5s) in una risoluzione.

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Era il 7 luglio quando a Reggio scesero in piazza 20mila persone per uno sciopero contro le rappresaglie nei confronti dei manifestanti che a Genova avevano protestato contro il congresso del Msi. A Reggio la manifestazione pacifica ebbe esiti drammatici e cinque persone persero la vita.

I 29 novembre 1962, la sezione istruttoria della Corte d’Appello di Bologna rinviò a giudizio il vicequestore a capo del reparto di Polizia per “omicidio colposo plurimo” di quattro degli operai uccisi e un agente imputato d’omicidio volontario per aver sparato contro il quinto. Per motivi di legittima suspicione però, il dibattimento si celebrò a Milano e non a Reggio. Con sentenza del 14 luglio 1964, il vicequestore fu assolto con formula piena (per non aver commesso il fatto) mentre l’agente venne assolto con formula dubitativa. Due anni dopo, la Corte d’Assise d’Appello riformò la sentenza assolvendo l’agente con formula piena.

L’episodio “di grave violenza – evidenziano quindi i firmatari – è rimasto senza individuazioni di responsabilità e non pienamente chiarito”. Da qui, l’invito alla giunta “a valorizzare ogni progetto o ricerca universitaria per accertare e chiarire le vicende che sconvolsero Reggio Emilia e la regione intera”.

Il testo della risoluzione lo potete trovare qui –> risoluzione 1

Riformismo è stare a fianco della vita delle persone. La mia intervista a Prima Pagina

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Soncini come spiega la sconfitta del Pd alle amministrative?

Le amministrative, o meglio i ballottaggi, sono andate al di sotto delle nostre aspettative: abbiamo perso. È un momento complesso e siamo all’interno di un processo storico di trasformazione. Populismi, migrazioni internazionali, la sofferenza per la crisi economica sono elementi che hanno determinato l’esito elettorale. Il riformismo deve stare al fianco della vita delle persone. Serve più attenzione per lo stato d’animo profondo del Paese, una lettura più attenta della contemporaneità e dei suoi fenomeni collaterali. Poi va ricordato che le elezioni di medio termine non sono mai favorevoli per chi governa, in un tempo di grande mobilità elettorale. Pur in un turno non favorevole vorrei sottolineare la vittoria di Milano.

A Reggio avete perso il comune di Casina. Si poteva fare meglio? Dov’è stato l’errore e chi ha sbagliato?

Certo che si poteva fare meglio. A Casina abbiamo perso per dinamiche locali e questa non deve essere una giustificazione. L’esito di Casina deve fare riflettere; quando si perdono orecchie e piedi sul territorio e si smarrisce il contatto con la cittadinanza possono capitare sorprese come queste.

Sembra che la spinta dell’elettorato verso Renzi si sia affievolita. Perché?

Il Pd è il partito dei sindaci. Per definizione, un sindaco è colui il quale si assume delle responsabilità “facendo delle cose”. Il Pd e Renzi hanno ottenuto un ottimo risultato alle europee di due anni fa, ora il Pd è stabilmente sopra il 30 % dei consensi, dunque non parlerei di crisi. È evidente che l’azione di governo non sempre porta consensi nel breve termine, ma sono convinta che la direzione sia quella giusta. Dopo due anni di governo il giudizio è positivo.

Le amministrative hanno fatto suonare un campanello d’allarme in vista del referendum di ottobre. La strada per il sì ora è in salita?

La salita non ci spaventa, non è la riforma del Pd, ma del futuro del Paese. Abbiamo la grande opportunità di condividere un progetto più grande dei singoli sogni di ciascuno. Dobbiamo coinvolgere persone che non fanno vita politica quotidianamente, servono comitati elettorali, banchetti, incontri, risorse ed energie nuove. Spero che i giovani siano portatori sani di entusiasmo in questo appuntamento.

È d’accordo di modificare la legge elettorale?

No, non si torni indietro. Il meccanismo di elezione dei sindaci, con il ballottaggio, funziona. Per la prima volta nella storia del Paese un Governo ha pensato alla legge elettorale nei suoi primi mesi di vita. Le leggi elettorali non si fanno al termine del mandato con l’occhio ai sondaggi ma con l’attenzione alla stabilità e quindi al bene del Paese. Guardiamo alla Spagna e al caos dovuto a una legge elettorale che non consegna un vincitore.

E che ne pensa della possibilità di spostare la data del referendum?

Non abbiamo paura di dare la parola agli italiani.

Il Pd è molto diviso e c’è chi chiede a Renzi di lasciare la segreteria perchè non è d’accordo con il doppio incarico. Lei che ne pensa?

Credo che al Paese interessi relativamente poco il doppio ruolo di Renzi, sul quale io sono personalmente d’accordo. Il Pd si deve preoccupare esclusivamente delle difficoltà degli italiani e spiegare le proprie scelte con parole umili ma convincenti. Alziamo lo sguardo dal nostro ombelico.

Come giudica le posizioni della minoranza dopo il voto amministrativo?

Alla frase di Giulio Cesare “Meglio essere il primo in questo modesto villaggio che il secondo a Roma”, preferisco il motto prampoliniano “Uniti siamo tutto, divisi siamo nulla”.

Chi è contro Renzi è contro le riforme?

Le riforme non hanno un nome e cognome ma rispondono a richieste rimaste insoddisfatte da troppi anni. Chi è contro le riforme tenta il gioco di personalizzarle, noi non ci caschiamo e stiamo sul merito.

Se dovesse vincere il no Renzi farebbe bene a lasciare?

Se dovesse vincere il no mi preoccuperei per il futuro del Paese più che per il destino politico di un singolo. Se i risultati di un referendum sono palesemente in contrasto con l’agenda di governo, è difficile che nulla cambi.

Non pochi nel Pd hanno annunciato il loro no al referendum anche se la linea del partito è per il sì. Che ne pensa?

Mi rammarica sapere che singole persone fanno questa scelta. Il Pd è unito perché vinca il “sì” al referendum di ottobre. La riforma costituzionale è stata votata nella Direzione del partito, è stata decisa dai gruppi parlamentari, e tutti i singoli parlamentari del Pd l’hanno votata, anche coloro che sono riferimento di chi, oggi, a Reggio, ha posizioni diverse.

Anche a Reggio il partito è tutt’altro che unito. Crede sia venuto il momento per una conta interna?

Non sarò io ad aprire un fuoco di fila. “Conta interna” è poi un termine che non apprezzo molto. Ci sono scadenze congressuali che vanno rispettate. Non sono certo io a essere in imbarazzo per le riforme attuate dal Governo.

Lei è renziana della primissima ora. Non le sembra che rispetto a quello che Renzi diceva nelle primarie contro Bersani la sua linea sia un po’ cambiata?

Ieri parlavamo di riforme e oggi le attuiamo. La linea del Pd è dettata dalle esigenze delle persone, che continuano a rappresentare il nostro assillo.

Uno dei motivi per cui si perdono voti è il fatto che Verdini sia praticamente in maggioranza. Che ne pensa di questo?

L’Italicum è il primo modo per evitare partitini in parlamento e alleanze sconvenienti. Il secondo modo è vincere le elezioni.

State perdendo parecchi voti a sinistra. Il Pd è ancora in grado di dialogare con questo elettorato?

Unioni civili, crisi sindacali risolte, contrasto alla povertà, stretta sulle rendite finanziarie: non sono slogan, sono “cose” di sinistra. Stiamo ai fatti, non alle ideologie.

Si parla di lei per un ruolo a Roma. Solo voci o c’è qualcosa di concreto?

A mia insaputa. Sono stata votata per fare la Consigliera regionale e continuo a portare avanti il mio impegno in Regione. Ho un trasferimento in vista, ma non è per motivi politici…

ASSEMBLEA: FOCUS SU DIFENSORE CIVICO, CORECOM E MINORI

Legge di stabilità e le relazioni 2015 di Difensore civico, Comitato regionale per le comunicazioni e del Garante per l’Infanzia nel menù dell’Assemblea legislativa regionale, convocata per oggi, martedì 21 e mercoledì 22 giugno dalle 9.30 alle 13 e dalle 15 alle 18.

L’Aula comincerà dall’esame del “Prospetto di verifica del rispetto dei vincoli di finanza pubblica” del bilancio di previsione 2016 sulla base dei criteri della legge di stabilità 2016. Poi toccherà alle relazioni sull’attività svolta nel 2015 da alcuni tra i più importanti servizi ai cittadini garantiti dall’Assemblea: parleranno il Difensore civico, Gianluca Gardini, il Corecom, la cui presidente è Giovanna Cosenza, e il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, Luigi Fadiga.

Nell’ordine del giorno anche un progetto di legge alle Camere, a firma di Tommaso Foti (Fdi-An) in materia di “videosorveglianza negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e nelle strutture socio-assistenziali per anziani, disabili e minori in situazioni di disagio”.

I lavori proseguono con gli atti amministrativi. Tra i principali da segnalare la proposta di “Programma degli interventi per il triennio 2016-2018”, relativo alla legge 3/2016 in materia di “Memoria del Novecento”, il “Programma triennale delle politiche formative e per il lavoro”; la proposta del “Programma di iniziative per la partecipazione 2016 della Giunta regionale”; la proposta di “Modifica dei criteri riguardanti l’erogazione e l’utilizzazione dei contributi a favore dei Confidi operanti nel settore del turismo”.

L’ordine dei giorno prosegue con la richiesta di Giulia Gibertoni (M5s)  di istituire una commissione speciale d’inchiesta sul “ciclo dei rifiuti e sulla sua gestione in Emilia-Romagna”.

Gli atti di indirizzo solleciteranno tra l’altro la piena accessibilità alle sedute di commissione e d’Aula per i non udenti; i finanziamenti per completare infrastrutture nel reggiano; lo smaltimento dei manufatti contenenti cemento-amianto; la riduzione del ricorso a erbicidi nel territorio regionale.

Le interrogazioni a risposta immediata sono trattate all’apertura dei lavori della mattina di martedì, mentre lo svolgimento delle interpellanze è previsto alla riapertura pomeridiana dei lavori, sempre di martedì.

La seduta verrà trasmessa in diretta streaming sul portale www.assemblea.emr.it. Sull’account dell’Assemblea legislativa, @AssembleaER, la consueta diretta Twitter con l’hashtag #AulaER

Amministratore di sostegno. Soncini: “Una figura da rafforzare e supportare attraverso l’integrazione dei servizi”

Presentata in Regione dalla consigliera Ottavia Soncini una risoluzione sull’Amministratore di sostegno, per promuovere una maggiore integrazione di questa figura nei servizi e nelle politiche regionali e aumentare la diffusione di sportelli di intermediazione sul territorio.

“Quella dell’Amministratore di sostegno è una figura chiave per la tutela di chi vede limitata la propria capacità di agire per l’espletamento delle funzioni di vita quotidiana. Considerate alcune buone pratiche già riscontrabili nel territorio regionale – interviene la consigliera Soncini – si possono ulteriormente rafforzare l’integrazione della figura dell’Amministratore di sostegno all’interno del sistema dei servizi regionali, anche tenendo conto delle possibili sinergie con il caregiver familiare, figura introdotta nell’ordinamento regionale dalla legge 2/2014, e degli sviluppi normativi che si prospettano sul tema delle fragilità”.

“In Emilia-Romagna – continua la Consigliera PD – serve discontinuità nel rapporto con i territori, attraverso una programmazione rotonda e circolare: le parole chiave devono essere prossimità, domiciliarità e integrazione; si possono attuare prevedendo, tra le altre cose, nel nuovo Piano sociale e sanitario obiettivi e iniziative che promuovano e rafforzino gli Amministratori di sostegno”. Continue reading