Ammortizzatori sociali, platea più ampia e fondi maggiori per la cassa integrazione in deroga

Lavoratori artigiani, commercianti e altre categorie sospese da datori di lavoro beneficiari dei fondi di solidarietà o di integrazione salariale. Si allarga la platea dei beneficiari di ammortizzatori sociali in deroga, e i fondi a disposizione aumentano di 7 milioni di euro, con anche una dilatazione dei termini di presentazione delle richieste.

Lo ha definito il Tavolo tecnico di monitoraggio degli ammortizzatori sociali in deroga, composto da associazioni di categoria e sindacati e istituzioni, che si è riunito in viale Aldo Moro per integrare l’intesa siglata il 18 novembre scorso, a seguito dei chiarimenti pervenuti dal ministero del Lavoro il 5 dicembre.
Sono stati quindi individuati nuovi beneficiari ai sensi dell’art. 44 comma 6-bis del Dlgs 148/2015.

Nei prossimi giorni la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna recepirà l’intesa e definirà le ulteriori modalità di accesso. Per sostenere l’ampliamento dei beneficiari, la dotazione delle risorse per gli ammortizzatori sociali è aumentata di 7 milioni di euro, passando da 25,5 a 32,5 milioni e il termine per le domande è stato posticipato al 21 dicembreprossimo dal 7 dicembre. Le risorse, statali affidate alle regioni, potranno essere utilizzate entro il giugno 2017.

Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna: 7,1% nei primi nove mesi dell’anno, -0,4% rispetto a luglio

Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna: nei primi nove mesi del 2016 è pari al 7,1%, -0,4% rispetto al 7,5% registrato a luglio. Nel terzo trimestre dell’anno gli occupati sono pari a 1.973.959, 47.280 in più rispetto allo stesso periodo del 2015: un +2,5% che riporta la situazione al di sopra del livello di occupazione pre-crisi (3^ trimestre 2008).

Le dinamiche di genere evidenziano poi un incremento dei posti di lavoro fortissimo per le donne (+39.500, +4,7%): va tenuto presente che nel terzo trimestre 2008, in concomitanza con l’avvio della crisi internazionale, le donne occupate nella regione erano 852mila e, a distanza di sei anni, sono 888mila, 36mila in più.

E’ quanto si ricava dall’analisi del mercato del lavoro in Emilia-Romagna sulla base dei dati diffusi oggi dall’Istat.

Il tasso di occupazione trimestrale è al 68,9%, 1,8 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2015: si tratta del valore più elevato tra tutte le regioni italiane ad esclusione del Trentino-Alto Adige (71%). La componente maschile ha un tasso pari al 75,9% (+0,9 punti percentuali), mentre quella femminile presenta una crescita maggiore e arriva al 62% (+2,7 punti percentuali).
Nel terzo trimestre 2016 le persone in cerca di lavoro sono 127,8mila, con una contrazione di 11.400 persone rispetto al terzo trimestre 2015 (-8,2%).

L’incremento dell’occupazione nel corso del terzo trimestre 2016 interessa principalmente il settore del terziario(+3,6% pari a 44.000 posti di lavoro rispetto al terzo trimestre del 2015).

Un segnale positivo, dopo due trimestri negativi sul versante occupazionale, arriva dall’industria in senso stretto ove si registra un aumento del 2%, pari a 11.000 occupati in più rispetto al terzo trimestre 2015, per un totale di 522mila occupati.
Si segnala poi una crescita dell’agricoltura (+9,8%), ancorché riferita ad un comparto di dimensioni contenute, che pesa il 4,0% sull’occupazione totale.
Il settore delle costruzioni, invece, dopo un recupero messo a segno solo nel primo trimestre dell’anno, si riallinea nel secondo e nel terzo al trend decrescente in atto negli ultimi anni.

Continua a crescere il lavoro in Emilia-Romagna, 46mila occupati in più nei primi sei mesi dell’anno

Continua a crescere l’occupazione in Emilia-Romagna, che nel primo semestre di quest’anno fa registrare un +2,4% rispetto ai primi sei mesi del 2015, con un aumento di 46mila posti di lavoro. Un risultato dovuto al rafforzamento nel secondo trimestre della dinamica positiva già evidenziata nei primi tre mesi dell’anno: nei secondo tre mesi, infatti, gli occupati sono pari a 1.979.171, in aumento del 3% rispetto allo stesso periodo del 2015 (+57.597). E’ quanto si ricava dall’analisi del mercato del lavoro regionale sulla base dei dati Istat diffusi oggi.

Continua a crescere anche l’export regionale: nei primi sei mesi del 2016 l’Emilia-Romagna ha esportato 27.992 milioni di euro di beni, in crescita dell’1,6% rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, sostanzialmente in linea con il Nord-Est (+1,9%) e al di sopra della media nazionale.

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Lavoro, i dati

Nel secondo trimestre del 2016, le dinamiche di genere evidenziano un incremento dei posti di lavoro soprattutto per ledonne (+45,8mila, +5,4%), più che per gli uomini (+11,7mila, +1,1%). Il tasso di occupazione è al 68,8%, +1,9 punti percentualirispetto allo stesso periodo del 2015. Si tratta del valore più elevato tra tutte le regioni italiane ad esclusione del Trentino-Alto Adige (69,6%). La componente maschile ha un tasso pari al 74,9% (+0,6 punti percentuali), mentre quella femminile giunge al 62,7% (+3,2 punti percentuali).

Come detto, il tasso di disoccupazione nel primo semestre 2016 è pari al 7,5%, in calo di 0,7 punti percentuali sul primo semestre 2015. Il risultato è dovuto a una accelerazione del ritmo di contrazione verificatasi nel secondo trimestre dell’anno. Se infatti nel primo trimestre il tasso di disoccupazione è stato pari all’8,3%, in calo di 0,6 punti percentuali rispetto ad un anno prima, nel secondo trimestre il tasso si colloca al 6,8%, in calo di 0,9 punti percentuali, il valore più basso degli ultimi 4 anni relativamente allo stesso trimestre. A livello regionale un dato inferiore lo si rileva unicamente in Trentino-Alto Adige (4,8%).

Nel secondo trimestre 2016 le persone in cerca di lavoro sono 143.725, 16.201 in meno rispetto al secondo trimestre 2015 (-10,1%). La dinamica di genere registra andamenti concordi: il tasso di disoccupazione maschile scende al 5,7% (dal 6,4% nel secondo trimestre 2015), mentre quello femminile scende all’8% (dal 9,2%). Sempre in materia di genere, si segnala un significativo incremento della partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Il loro tasso di attività raggiunge infatti il valore del 68,2%, il più elevato nell’arco degli ultimi 12 anni, nonché il più elevato su scala nazionale, anche rispetto al Trentino-Alto Adige (66,2%).

Quanto stiamo mettendo in campo per sviluppo e occupazione, nostre assolute priorità, funziona a partire dal Patto per il lavoro sottoscritto con enti locali, imprese, sindacati, università, associazioni, un fare sistema che rappresenta davvero il valore aggiunto dell’Emilia-Romagna. Continueremo a puntare sull’innovazione e a insistere sulla politica di investimenti pubblici avviata proprio con il Patto, del quale abbiamo già programmato l’utilizzo di 13,5 miliardi di euro dei 15 previsti per la legislatura. All’inizio del mandato la disoccupazione era al 9%, l’obiettivo del 7% a fine anno è sempre più realistico, così come la riduzione di quattro punti percentuali a fine legislatura.

Innovazione, bando da 8 milioni di euro per le piccole e medie imprese

Con fondi Por Fesr la Regione sostiene progetti di innovazione e diversificazione di prodotti o servizi. Domande dall’1 settembre al 14 ottobre 2016.

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È stato pubblicato il bando Progetti di innovazione e diversificazione di prodotto o servizio per le Pmi che, con una dotazione di 8 milioni di euro dai fondi Por Fesr 2014-2020 (asse 1), vuole sostenere l’attività di innovazione delle piccole e medie imprese che necessitano di supporto esterno e che hanno difficoltà a gestire internamente progetti di ricerca e sviluppo. L’intervento aiuta le imprese che necessitano di acquisire all’esterno i servizi innovativi necessari e le competenze per completare, anche dal punto di vista manageriale, i percorsi per la loro introduzione sul mercato.

Il bando si rivolge alle piccole e medie imprese impegnate in percorsi di innovazione tecnologica e diversificazione dei propri prodotti e/o servizi, in particolare con l’obiettivo di accrescere la quota di mercato o di penetrare in nuovi mercati.
Le aziende possono acquisire: consulenze tecnologiche; servizi di test; misure, calcolo e certificazioni di prodotto; design di prodotto; progettazione impianti pilota; prototipazione e stampa 3D; consulenze per la gestione organizzativa e strategica dell’innovazione, nella forma del management temporaneo per l’innovazione (per non oltre il 30% del totale).

La Regione può contribuire a queste spese nella misura minima del 35% e fino ad una percentuale massima del 45% delle spese ammissibili, ma potrà arrivare al 50%, nel caso di nuove assunzioni a tempo indeterminato.
I fornitori potranno essere laboratori di ricerca, centri per l’innovazione, start up innovative, fablabs, società di consulenza e professionisti. I progetti avranno durata di un anno.

Le domande dovranno essere compilate per via telematica tramite una applicazione web, le cui modalità di accesso sono pubblicate sul sito web del Por Fesr 2014-2020. L’invio deve avvenire tra le ore 10 di giovedì 1 settembre e le ore 13 di venerdì 14 ottobre 2016.

Approvato in Assemblea legislativa il piano triennale delle politiche formative e per il lavoro

APPROVATO IN ASSEMBLEA LEGISLATIVA IL PROGRAMMA TRIENNALE DELLE POLITICHE FORMATIVE E PER IL LAVORO.

SONCINI, PD: “LAVORO: UN PIANO DI 360 MILIONI DI EURO IN TRE ANNI PER COMPETENZE E CRESCITA.”

“La nostra Regione cresce grazie al talento e alla capacità dei cittadini emiliano romagnoli. Investire sulla formazione professionale significa investire sul nostro futuro”.

Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico, l’approvazione in Assemblea legislativa del piano triennale delle politiche formative e per il lavoro della Regione. Regione che ha scelto di investire 360 milioni di euro in tre anni per le competenze necessarie alla crescita.

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“Fino allo scorso anno”, spiega Soncini, “la Regione proponeva indirizzi che poi venivano attuati dalle Province. Ora, con la loro riforma, la Regione ha una responsabilità diretta e fondamentale su temi di grande impatto sociale come la formazione professionale e i servizi per l’accesso al lavoro”.

Il Programma triennale si compone di quattro linee di intervento, che ricalcano l’infrastruttura educativa e formativa regionale: istruzioni e formazione professionale, per combattere la dispersione scolastica e aumentare il numero dei giovani che conseguono qualifiche o diplomi professionali; la rete politecnica e l’alta competenza per la ricerca, per promuovere una formazione tecnico-scientifico e formare professionalità altamente qualificate con l’obiettivo di disporre di capacità innovative nei settori trainanti ed emergenti dell’economia regionale; il sistema per il lavoro, come i Centri per l’impiego, di cui vengono programmate le future politiche attive del lavoro, che potranno essere realizzate anche da soggetti privati accreditati, integrandole al massimo con le politiche di sostegno al reddito.

“Dopo anni difficili, “puntualizza Soncini, “l’occupazione vede i primi segnali di ripresa. Ora è fondamentale sostenerla attraverso sistemi formativi capaci di garantire le competenze necessarie per le richieste di occupazione delle nostre filiere produttive. In un mondo del lavoro in così rapida trasformazione occorre aiutare concretamente i giovani a formarsi, fare emergere i talenti e investire su di essi. Il Programma triennale va proprio in questa direzione”.

“Con questo programma triennale”, conclude Soncini, “ci siamo impegnati a migliorare ulteriormente il sistema formativo emiliano-romagnolo, a finanziarlo maggiormente e a creare relazioni più profonde con imprese e territorio. Investire in educazione e ricerca è una concreta politica di sviluppo tesa a ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche e a valorizzare le differenze”.

Lavoro, primo trimestre 2016: continua a crescere l’Emilia-Romagna. In un anno 35mila occupati in più

Continua la crescita dell’occupazione in Emilia-Romagna. Nel primo trimestre 2016 gli occupati sono infatti complessivamente 1 milione e 926 mila, con un aumento tendenziale – rispetto a un anno prima – di quasi 35mila unità e una crescita di circa 8 mila unità rispetto al dato medio del 2015. Una crescita che interessa allo stesso modo uomini e donne. E’ quanto si ricava dai dati Istat sul mercato del lavoro diffusi oggi, dai quali è possibile elaborare alcune linee di tendenza del mercato del lavoro regionale.

In Emilia-Romagna il tasso di occupazione sale al 66,7% (+1,2%), e si colloca 10,4 punti percentuali al di sopra dellamedia nazionale ed è superato solo dal valore registrato in Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta. Continue reading

Riforma Terzo Settore, Soncini (PD): “Tornante storico, positive ricadute in Emilia Romagna”

BOLOGNA, 27 maggio 2016

“Due anni dopo la sfida lanciata dal Governo, la riforma del Terzo Settore è divenuta finalmente realtà. Una legge attesa da decenni da milioni di lavoratori e volontari del no profit. Le ambizioni sono tante, e dovranno ora trovare applicazione dentro i decreti attuativi che il governo emanerà entro i prossimi 12 mesi”.

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Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico, l’approvazione definitiva della nuova legge sul Terzo Settore avvenuta mercoledì 25.

“Il Terzo settore”, spiega Soncini, “rappresenta una delle realtà economiche, sociali e giuridiche più rilevanti e dinamiche del nostro paese e della nostra Emilia Romagna. Nel corso degli anni, il mondo del no profit, si è arricchito e sviluppato su tutto il territorio nazionale. Secondo l’Istat, nel decennio 2001-2011, ha registrato una crescita superiore a qualunque altro settore produttivo italiano, con un incremento del 28% di nuove organizzazioni e del 39% degli addetti. Sono quasi 5 milioni i volontari che prestano servizio gratuito, 680 mila i dipendenti, 270 mila i collaboratori esterni e 6 mila i lavoratori temporanei. Una galassia che coinvolge oltre il 6% delle complessive unità economiche attive e che vede nella nostra Regione una delle aree più forti del paese”. Continue reading

Formazione e lavoro, in Emilia-Romagna già impegnati oltre 114 milioni del Fondo sociale europeo: quasi 14mila persone coinvolte

Sono 593 i progetti già approvati dalla Regione Emilia-Romagna  nell’ambito del Fondo sociale europeo, per un totale di risorse stanziate di oltre 119 milioni di euro e impegnate per oltre 114 milioni, pari al 15% dell’intera dotazione del Programma operativo regionale. Quasi il 70% delle risorse già impegnate è concentrato sul primo Asse, “Occupazione”, che ha una dotazione di oltre il 62% del Por. I progetti avviati – percorsi formativi, tirocini, servizi di accompagnamento al lavoro – sono579, il 90% di quelle approvati, dei quali 25 risultano già conclusi a fine aprile. I partecipanti che hanno avuto accesso ad un intervento sono 13.797, il 38% donne.

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Sono alcuni dei dati (aggiornati al 16 maggio scorso) presentati dalla Regione Emilia-Romagna al Comitato di Sorveglianza del Fondo sociale europeo, l’organismo previsto dai regolamenti comunitari con il compito di accertare la qualità e l’efficacia dell’attuazione del Programma operativo regionale, presieduto dall’assessore Patrizio Bianchi e composto da Angela Guarino, della Direzione generale Occupazione, Affari sociali e inclusione della Commissione europea, Monica Lippolis, del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e Federico Amedeo Lasco, dell’Agenzia per la Coesione territoriale della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Continue reading

Patto per il Lavoro, 2 milioni di euro per la formazione delle persone in mobilità e per agevolare nuove assunzioni

 

La Giunta regionale stanzia due milioni di euro, cofinanziati dal Fondo sociale europeo, per sostenere – attraverso l’acquisizione di nuove competenze – chi rischia di trovarsi fuori dal mercato del lavoro. Gli interventi riguarderanno formazione e servizi personalizzati in grado di aiutare le persone in mobilità – a seguito di una crisi aziendale – a trovare un nuovo lavoro. E, ancora, percorsi su misura per accompagnare le assunzioni in imprese che vogliono ampliare la loro base occupazionale.
Si tratta di misure che consentono di rispondere tempestivamente alle effettive necessità dei lavoratori e di dare loro nuove opportunità di impiego, pensiamo a situazioni come quella che stanno vivendo ad esempio i lavoratori della Saeco – spiega l’assessore regionale al Lavoro e Formazione, Patrizio Bianchi Ma intendiamo anche supportare le imprese che hanno necessità di assumere, in coerenza con il Patto per il Lavoro che prevede l’impegno a sostenere le azioni di qualificazione delle risorse umane a fronte di nuovi insediamenti produttivi e di progetti aziendali che si caratterizzino per elevato valore dell’investimento privato, dell’innovazione, della sostenibilità ambientale e delle buone ricadute sull’occupazione”.
Il primo avviso pubblico, finanziato con 1 milione di euro, vuole favorire il reinserimento occupazionale dei lavoratori in mobilità nell’ambito di crisi aziendali che si concludono, sulla base di accordi tra le parti condivisi in sede istituzionale, con esuberi superiori alle 50 persone. Questi lavoratori, entro 30 giorni dall’approvazione delle attività, potranno beneficiare degli interventi nei 12 mesi dalla loro iscrizione alle liste di mobilità. Si tratta di servizi personalizzati di presa in carico, azioni formative per l’adeguamento, l’aggiornamento e il rafforzamento delle competenze e servizi per l’accompagnamento al lavoro. Al bando, rivolto agli enti di formazione accreditati, possono essere candidate e finanziate ad esempio azioni orientative, percorsi di formazione per affrontare nuovi e diversi contesti organizzativi, percorsi progettati per concrete opportunità di reinserimento lavorativo, tirocini di inserimento o reinserimento, attività di accompagnamento al lavoro per l’attivazione di un contratto di lavoro di lavoro a tempo indeterminato, di apprendistato o a tempo determinato di durata superiore a 6 mesi.
Il secondo invito, anch’esso finanziato con 1 milione di euro del Fondo sociale europeo, vuole offrire opportunità formative per accompagnare l’inserimento lavorativo delle persone in imprese, reti di imprese e consorzi che abbiano siglato, con almeno un’organizzazione sindacale e una datoriale, un Piano formativo in cui siano descritte le competenze e le professionalità necessarie per un processo di crescita aziendale.
Destinatari di tali azioni formative sono le persone non occupate, che hanno assolto l’obbligo d’istruzione e il diritto-dovere all’istruzione e formazione. Tutti i percorsi approvati dovranno rilasciare un Certificato di Competenze o di Qualifica Professionale per garantire ai destinatari un titolo spendibile anche al di fuori della realtà imprenditoriale firmataria del Piano formativo.
I progetti approvati dovranno essere avviati tempestivamente, entro 45 giorni dalla comunicazione della loro approvazione. Per il primo invito i progetti potranno essere candidati dagli enti di formazione accreditati a partire dal 4 maggio, per il secondo dal 21 aprile. Entrambi i bandi scadono il 29 novembre 2018.

23,5 Milioni di euro per il nuovo bando a sostegno degli investimenti in aziende agricole

Pubblicato il nuovo bando regionale a valere sul tipo di operazione 4.1.01 “Investimenti in aziende agricole in approccio individuale e di sistema” che metterà a disposizione circa 23,5 milioni di euro per favorire la realizzazione di investimenti finalizzati al miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità globale delle aziende agricole regionali, intesa come sostenibilità dei processi produttivi da un punto di vista economico, ambientale e sociale

Le domande di sostegno potranno essere presentate dal 15 aprile 2016 e fino al 15 luglio 2016 con le modalità procedurali e la specifica modulistica approvate daAGREA, mentre la graduatoria finale sarà pubblicata entro il 21 novembre 2016.

Potranno accedere al bando sia le imprese agricole in forma singola, che quelle in forma aggregata quale quella cooperativa, nonché le imprese agricole costituenti “Comunioni a scopo di godimento”. Coloro che presenteranno la domanda di finanziamento, dovranno allegare un Piano di Investimenti (PI) coerente con gli obiettivi del tipo di operazione e comprensivo di tutte le informazioni e gli allegati richiesti dal bando.

Le risorse finanziarie saranno ripartite sulla base dei criteri specificati nella scheda di misura del PSR . Nel Grafico che segue è riportata l’allocazione dei fondi per i rispettivi settori (o raggruppamenti di settori), individuati funzionalmente alla redazione di specifiche graduatorie.

 

 

Per garantire un efficiente uso delle risorse è previsto che, se in sede di approvazione delle graduatorie il fabbisogno di un settore o il raggruppamento di settori dovesse risultare inferiore alle risorse disponibili, le risorse residuanti saranno riallocate ad integrazione di quelle del settore con il fabbisogno insoddisfatto maggiore.

Saranno ammissibili al contributo le spese sostenute per investimenti quali costruzione e ristrutturazione di immobili produttivi, miglioramenti fondiari, acquisto di macchinari e attrezzature funzionali al processo innovativo aziendale. Inoltre potranno essere finanziati impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti aziendali, e gli investimenti funzionali alla vendita diretta delle produzioni aziendali. Infine saranno coperte parte delle spese per investimenti immateriali connessi alle precedenti voci di spesa (onorari di professionisti, consulenti, studi di fattibilità, ecc.), nonché le spese per investimenti immateriali quali l’acquisizione e lo sviluppo di programmi informatici, e l’acquisizione di brevetti e licenze.

Per quanto concerne la spesa ammissibile questa sarà calcolata a scaglioni con riferimento alla dimensione aziendale (espressa in standard output) e non potrà sforare il tetto massimo di 3,5 milioni di euro per singola azienda. Gli scaglioni sono così calcolati:

  • 5.000 Euro di spesa ammissibile ogni 1.000 Euro di dimensione aziendale espressa in Standard Output per i primi 100.000 Euro di dimensione economica;
  • 3.000 Euro di spesa ammissibile ogni 1.000 Euro di dimensione aziendale per la parte di standard output eccedente i 100.000 Euro e fino a 500.000 Euro;
  • 2.000 Euro di spesa ammissibile ogni 1.000 Euro di dimensione aziendale per la parte di standard output eccedente i 500.000 Euro fino ad un massimo assoluto di 3.500.000 euro di spesa ammissibile.

Infine si rammenta che il contributo sarà erogabile successivamente all’avvenuto accertamento della completa e corretta attuazione del Piano di Investimenti, e che è possibile ottenere un anticipo pari al 50% del contributo spettante dopo l’avvenuta decisione di concessione del sostegno.

Per una lista esauriente delle limitazioni e delle demarcazioni rispetto a OCM o a specifici settori, per le condizioni connesse alle aree di intervento e criteri di priorità, e per tutti i dettagli e le specifiche dell’iniziativa si rimanda alla lettura della bando.