Riforma Terzo Settore, Soncini (PD): “Tornante storico, positive ricadute in Emilia Romagna”

BOLOGNA, 27 maggio 2016

“Due anni dopo la sfida lanciata dal Governo, la riforma del Terzo Settore è divenuta finalmente realtà. Una legge attesa da decenni da milioni di lavoratori e volontari del no profit. Le ambizioni sono tante, e dovranno ora trovare applicazione dentro i decreti attuativi che il governo emanerà entro i prossimi 12 mesi”.

volontari

Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico, l’approvazione definitiva della nuova legge sul Terzo Settore avvenuta mercoledì 25.

“Il Terzo settore”, spiega Soncini, “rappresenta una delle realtà economiche, sociali e giuridiche più rilevanti e dinamiche del nostro paese e della nostra Emilia Romagna. Nel corso degli anni, il mondo del no profit, si è arricchito e sviluppato su tutto il territorio nazionale. Secondo l’Istat, nel decennio 2001-2011, ha registrato una crescita superiore a qualunque altro settore produttivo italiano, con un incremento del 28% di nuove organizzazioni e del 39% degli addetti. Sono quasi 5 milioni i volontari che prestano servizio gratuito, 680 mila i dipendenti, 270 mila i collaboratori esterni e 6 mila i lavoratori temporanei. Una galassia che coinvolge oltre il 6% delle complessive unità economiche attive e che vede nella nostra Regione una delle aree più forti del paese”.

“Terzo Settore volano sociale, ma anche economico, dell’Italia e dell’Emilia-Romagna. Lo dimostrano”, spiega Soncini, “i dati forniti dall’osservatorio regionale sull’Economia sociale e riferiti all’anno 2014: nella nostra Regione il Terzo Settore vantava, nel pieno della crisi economica, un giro d’affari di 2,6 miliardi di euro l’anno, tre milioni di soci, oltre 400 mila addetti, di cui 64 mila retribuiti. Il Terzo Settore in Emilia Romagna crea buona occupazione: nel 2014 aveva visto un’occupazione in aumento del 4,3%, un fatturato in crescita del 2,3%; e ricordiamoci che ogni quattro occupati tre sono di genere femminile e che l’83% dei contratti sono a tempo indeterminato”.

“Questa riforma”, continua Soncini, “è un risultato importantissimo per le migliaia di organizzazioni, imprese e cooperative che costituiscono il settore. Il testo ne definisce anzitutto natura, ambiti di azione e finalità, consegnandoci una definizione giuridica chiara, finora assente nel nostro paese. Particolare attenzione è poi rivolta ai giovani: il servizio civile diventa universale, cioè aperto a tutti, ovvero a italiani, cittadini comunitari e regolarmente soggiornanti. Le competenze acquisite saranno riconosciute e utilizzate nei percorsi di istruzione e in ambito lavorativo. Proprio sulla scia di questa impostazione, uscirà a fine estate il nuovo bando regionale sul Servizio civile; tale bando favorirà una maggiore partecipazione ai progetti di servizio civile, consentendo la partecipazione a giovani disabili, a ragazzi e ragazze che vivono in condizioni economiche e sociali critiche, che provengono da paesi stranieri, ai cosiddetti NEET (giovani cioè che non studiano e non lavorano)”.

“Il Servizio civile regionale”, prosegue Soncini, “forte di numeri in continua crescita e che vedrà un aumento a 600 mila euro l’anno di fondi stanziati disponibili, si inserisce dunque ora nel quadro di un Paese che, con la creazione del Servizio civile universale, intende offrire a 360 gradi una opportunità di formazione retribuita per i nostri giovani valorizzandone lo spirito civico, l’inclusione, la solidarietà e la coesione sociale dei nostri territori”.

“Le considerazioni fatte fin qui”, conclude Soncini, “spiegano la grande soddisfazione per l’approvazione della nuova legge nazionale, attesa da così tanti anni. Il terzo Settore in Italia diverrà sempre più un pilastro del sistema sociale. Nelle co-progettazioni ha un ruolo centrale poiché possiede uno sguardo privilegiato sui bisogno sociali ed è portatore di esigenze specifiche utili per le politiche regionali. L’obiettivo è quello di ridefinire un nuovo sistema di collaborazione con un rapporto più fluido e reciproco tra soggetto pubblico, privato sociale e terzo settore. In questo tempo di cambiamenti siamo chiamati a intersecare i nuovi aspetti della vita delle persone all’interno delle politiche pubbliche”.