Rom e Sinti, l’Assemblea legislativa approva il progetto di legge

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Con il voto favorevole dei consiglieri Pd, Sel e M5s, e il no di Ln, Fi e Fdi, l’Assemblea legislativa regionale ha approvato il progetto di legge “Norme per l’inclusione socialie di Rom e Sinti”.

Sono circa 2.700 i Rom e i Sinti in Emilia-Romagna, per il 95% di nazionalità italiana. La nuova legge punta alla chiusura dei campi nomadi di grandi dimensioni, con lo stanziamento di 700 mila euro per i Comuni quale incentivo per il passaggio a micro-aree; altri obiettivi sono l’avvio di una nuova strategia abitativa, nuove politiche per la salute e per incentivare l’istruzione, la formazione, i percorsi di accesso al lavoro.

La legge fissa i principi e gli obiettivi della tutela della salute, ribadendo la garanzia di accesso alle prestazioni sanitarie previste per tutti i cittadini, stessi diritti e stessi doveri, e definisce principi e obiettivi in tema di istruzione, lavoro e formazione professionale. Ancora: fissa le regole generali della parità di accesso a tutti i livelli educativi, scolastici e della formazione, dei servizi e delle politiche attive per il lavoro. La clausola valutativa sui risultati dell’attuazione della legge impegna la Giunta a presentare ogni 3 anni alla commissione competente una relazione sulle attività svolte.

Nuove soluzioni abitative per arrivare alla chiusura, “senza se e senza ma”, dei grandi campi nomadi dove è più facile che si concentrino conflitti, tensioni sociali, condizioni igieniche non tollerabili. Quella dell’abitare è senza dubbio una delle voci principali del progetto di legge sull’inclusione sociale di Rom e Sinti, approvato oggi dall’Assemblea legislativa. Si è concluso finalmente l’iter di questo progetto di legge per noi molto importante che ha abrogato una norma del 1988, ormai ampiamente superata. La nuova legge recepisce delle norme internazionali, sia le raccomandazioni dell’Onu su Rom e Sinti, sia la Strategia europea sull’inclusione sociale di queste comunità. Quindi ci siamo adeguati a normative già esistenti. E’ un aspetto che mi preme chiarire, per sgombrare il campo da equivoci e pregiudizi.

Le comunità Rom e Sinti rappresentano attualmente lo 0,06% della popolazione complessiva dell’Emilia-Romagna, e sono perlopiù cittadini italiani. Quattro i grandi temi considerati dalla legge: lavoro, scuola e istruzione, salute, abitare. Per quanto riguarda l’abitare, vengono indicate alternative ai grandi campi, a rischio di ghettizzazione e che quindi vanno assolutamente chiusi: da un lato aree molto piccole, pubbliche e private, a carattere familiare, dove ci sia un padre di famiglia che paga le proprie utenze, come succede per tutti i cittadini, in un’ottica di piena legalità e responsabilità. Altre alternative sono gli alloggi sul mercato, oppure gli alloggi popolari, laddove ci siano i requisiti, validi per tutti i cittadini, per accedere alle graduatorie. Grande attenzione va al tema della scuola e della formazione, canale privilegiato per l’inclusione: la Regione favorisce, coerentemente con la normativa in materia, parità di accesso all’educazione, all’istruzione scolastica e universitaria, alla formazione professionale. Dal punto di vista della salute, la Regione garantisce l’accesso alle prestazioni sanitarie e l’assistenza a Rom e Sinti in conformità con quanto previsto dalla normativa in vigore, anche attraverso équipe multiprofessionali della rete territoriale dei servizi. L’iter di questa legge è stato lungo e complesso ma mi preme sottolineare come si sia concluso con il contributo di tutti, minoranze comprese, che voglio ringraziare per l’apporto, in alcuni casi migliorativo, che hanno saputo esprimere. Questa legge costituisce una scommessa e sono assolutamente consapevole che non sarà tutto facile né immediato, ma controlleremo seriamente che vengano raggiunti risultati efficaci.