Patto per i giovani in Emilia-Romagna: pronti 260 milioni per l’occupazione di ragazze e ragazzi

Più opportunità, più competenze, più servizi. Per essere più vicini ai giovani nella ricerca o nella creazione di lavoro. Ma non un lavoro qualsiasi: un lavoro di qualitànon precario e con la giusta retribuzione.

La Regione Emilia-Romagna, in accordo con tutti i firmatari del Patto per il Lavoro – parti sociali, enti locali, università e associazioni del No profit – decide di mettere a disposizione 260 milioni di euro a favore dell’occupazione giovanile, destinati a misure condivise secondo la logica inaugurata proprio col Patto per il Lavoro nel 2015: la concertazione alla base di un nuovo modello di coesione sociale e sviluppo sostenibile.

Per questo nasce Giovani Piùun Patto dedicato ai giovani per rendere comune una strategia che abbia come obiettivo quello di garantire più opportunità e creare buona occupazione per ragazze e ragazzi, sottoscritto oggi dalla Regione, presente il presidente Stefano Bonaccini, coi firmatari il Patto per il Lavoro: Province, Comuni capoluogo, sindacati, associazioni di imprese e di professionisti, terzo settore, atenei, Ufficio scolastico regionale, ABI, Unioncamere. Una intesa che ha anche uno spazio web dedicato dove sono disponibili tutte le informazioni e le possibilità messe in campo: http://www.regione.emilia-romagna.it/giovanipiu.

La convinzione di tutti, come è stato detto durante la firma del nuovo Patto, è che solo investendo nei giovani, nelle loro aspettative e nelle loro competenze e riconoscendoli come primo fattore di crescita di un territorio, diventi possibile generare sviluppo per il presente e per il futuro di questa regione.

Cosa si mette in campo

Più orientamento per aiutare i ragazzi nel momento delle scelte importanti per il futuro. Più spazi a disposizione dei giovani – coworking, fablab, sale prove, Informagiovani, spazi di aggregazione – in grado di facilitare la creazione di progetti fondati su esperienze e relazioni.
Più formazione, in particolare quella tecnica per garantire le competenze richieste oggi nei diversi settori dell’economia regionale.
E poi un impegno ancora maggiore sugli investimenti sul diritto allo studio universitario, in alta formazione e in ricerca. Ancora, più servizi per accompagnare i giovani nel mercato del lavoro, per trattenere, attrarre competenze e promuovere attrazione per i giovani emiliano-romagnoli oggi all’estero, per creare nuove imprese e dare nuove opportunità ai professionisti del futuro.
Più accesso al credito e supporto personalizzato per avviare nuove imprese o per rafforzare la propria start up, anche in agricoltura e nell’industria culturale e creativa.
Più tutele e autonomia. C’è l’impegno di tutti i firmatari a riconoscere il valore delle competenze dei giovani per lo sviluppo economico e sociale del territorio, traducendo questo principio in opportunità di lavoro di qualità e, in termini di retribuzione, competitivi con i sistemi economici-produttivi delle regioni e dei paesi più avanzati d’Europa.

La ricerca del lavoro

Uno degli assi portanti di Giovani Più è la Rete attiva per il lavoro, attraverso la quale i ragazzi, dopo il diploma o la laurea, possono trovare – presso un Centro per l’impiego – lo Sportello giovani, dove vengono presi in carico e accompagnati nella ricerca del lavoro, grazie alla rete di 25 soggetti privati accreditati (200 sedi sul territorio regionale) che incrociano domanda e offerta di lavoro, incentivati nella loro attività di ricerca di lavoro attraverso un riconoscimento economico che diventa  più alto se al giovane viene proposto un contratto a tempo indeterminato.
Come funziona? I giovani, anche neo diplomati o neo laureati o dopo la conclusione di un percorso formativo, da subito, acquisito il titolo di studio, possono recarsi in un Centro per l’impiego per   sostenere un colloquio nel quale spiegare le proprie competenze e aspirazioni e scegliere una delle agenzie accreditate preposte all’incrocio domanda/offerta, che si attiveranno per cercare occasioni e opportunità, e in questo modo i ragazzi vengono accompagnati nella ricerca del lavoro.
Ripensato anche il programma Garanzia Giovani, che con 26 milioni di euro a disposizione nella sua seconda fase, in avvio a breve, intende aiutare i giovani, e in particolare i più fragili, a intraprendere un percorso di crescita verso il lavoro.

Sportello giovani, per orientare i ragazzi e aiutare i genitori nei momenti di difficoltà

In primo piano anche le nuove opportunità rese disponibili da una rete territorialededicata ai ragazzi e alle loro famiglie, operativa dal 2019 con un investimento regionale di 15 milioni di euro, attraverso la creazione di sportelli giovani nei Comuniper le attività di orientamento, che diventano anche punto d’ascolto per i genitori, con l’obiettivo di ridurre la dispersione scolastica tra medie e superiori.

Formazione, anche dopo il diploma o la laurea

Le opportunità non finiscono con il diploma e neppure con la laurea. Perché la Regione investe nell’Alta formazione, con borse di studio, di ricerca e dottorati in settori innovativi e ad alto valore aggiunto (ad esempio, i Big data) e il rafforzamento della rete dei ricercatori dell’Emilia-Romagna all’estero, per permettere ai ‘cervelli’ emiliano-romagnoli di connettersi con le opportunità della nostra regione.
Non solo. Per rispondere alla forte richiesta di tecnici specializzati vengono finanziati 6 nuovi percorsi biennali post diploma ITS per Industria 4.0, in partenza a dicembre.

Le misure per le quali sono stanziati 260 milioni

Un piano articolato con risorse pari a 26 milioni di euro per interventi di Alta formazione e la ricerca.

Questo significa borse di dottorato, assegni di ricerca, borse per lavorare a progetti di ricerca industriale e dare maggiori opportunità ai giovani interessati a fare ricerca in materie strategiche per lo sviluppo sociale ed economico.

E poi un investimento di oltre 40 milioni di euro per sostenere opportunità di formazione, accesso al credito e supporto personalizzato per avviare nuove imprese o per rafforzare la propria start up, anche in agricoltura e nell’industria culturale e creativa.

Previsto anche un investimento straordinario per il diritto allo studio universitario (a.a. 2018-19). Pari a 26 milioni di euro di cui 5 milioni aggiuntivi a cui si aggiungeranno fondi nazionali, per garantire il diritto allo studio a tutti gli idonei a fronte dell’aumento esponenziale di iscrizioni alle nostre università.

Iniziative sperimentali saranno progettate per consolidare i rapporti con i giovani che operano a livello internazionale, rafforzando reti e opportunità anche per il loro rientro con l’impegno di tutti i soggetti del territorio.

Un lavoro importante insieme ai firmatari sarà dedicato alla Gig economy – definita da alcuni come un’economia caratterizzata dalla prevalenza di lavoratori freelance o con contratti a breve termine e, parallelamente, da una costante diminuzione del numero di occupati impiegati in maniera stabile – per utilizzare tutte le competenze che la Regione ha su questa materia, sempre più complessa, per combattere abusi e riportare le singole persone al centro dei processi di sviluppo, rivolgendosi a tutti quei lavoratori della gig economy privi di qualsiasi forma di tutela e di attenzione pubblica. Non solo riders, dunque, per sottolineare che in Emilia-Romagna si fa impresa in modo responsabile e sostenibile e che il massimo dell’innovazione deve coniugarsi con la qualità e il rispetto delle tutele e del lavoro delle persone.

Sei nuovi percorsi biennali ITS per Industria 4.0 in partenza a dicembre
Mirandola (Mo) quello di Tecnico superiore industria 4.0 per la produzione industriale di dispositivi biomedicali, a Cesena (Fc) il percorso per diventare Tecnico superiore esperto di marketing 4.0 per lo sviluppo turistico dei territori, a Carpi (Mo) il corso da Tecnico superiore di processo e prodotto del sistema Moda 4.0 – Fashion Product Manager, a Bologna, mentre a Bentivoglio (Bo) quello per Tecnico superiore per la logistica 4.0 e la smart mobility. A Parma si avvia il percorso per Tecnico superiore per le nuove tecnologie e il packaging intelligente nel settore carni, a Piacenza quello per Tecnico superiore per la gestione e la verifica di impianti energetici 4.0.

Da novembre a settembre 2019 partiranno poi 50 percorsi di alta formazione per lavorare nell’ industria culturale e creativa (audiovisivo, cinema e spettacolo dal vivo). E, ancora, in fase di avvio un progetto di formazione innovativo con edizioni su tutto il territorio regionale da novembre 2018 a dicembre 2019 per dare ai giovani le competenze chiave su innovazione tecnologica, digitalizzazione dell’informazione e dei dati. In valutazione anche 103 progetti di ricerca presentati dalle Università che impiegheranno oltre 400 ricercatori.

Per gli spazi per i giovani l’investimento di 5 milioni di euro è rivolto alla riqualificazione delle aree di cooworking e dei nuovi laboratori presso i tecnopoli. Tutte misure che troveranno la loro concretizzazione nel 2019 attraverso l’impegno congiunto di Regione, Università ed enti locali del nostro territorio e la presenza dei nostri sportelli (S£) già attivi all’interno dei tecnopoli.

Un Patto che intercetta i bisogni dei giovani dall’adolescenza alla formazione, all’alta formazione, all’inserimento lavorativo e che attiva una rete diffusa e concreta di servizi e opportunità.