Con Maria Elena Boschi a Festareggio

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Ieri sera Festareggio ha accolto uno dei sei ministri all’interno del programma politico della kermesse 2015, la titolare del dicastero delle Riforme Maria Elena Boschi, ospite al Campovolo per un dibattito sul futuro del terzo settore.

“Mi auguro – ha detto la Boschi circa la riforma del Senato – che questa sia la lettura del testo finale, che non si debba poi riaprire alla Camera. Dopo tanti anni di attesa, gli italiano hanno il diritto di avere una risposta e pure in tempi certi. Il grosso della riforma è già stato condiviso, sull’articolo due ci sono dei margini di dubbio sul fatto che si possa riaprire; sarà il presidente del Senato a decidere circa la sua ammissibilità”.

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Ministro partiamo dalle ragioni hanno ispirato al Riforma?

È giusto partire da qui, da quella sorpresa e da quella sfida. Anche per ricordare che poi il Governo ha mantenuto le sue promesse presentando un testo che qualcuno ha definito un Civil Act e che è stato discusso online e nel Paese in tutto questo tempo. Certo la discussione ha rischiato spesso di avvitarsi e di scadere nell’autoreferenzialità e nella politicizzazione. La legge delega ha l’obiettivo di togliere il Terzo settore dall’angolo dei buoni e mira a definirlo per la prima volta e in maniera complessiva e lo inquadra come leva di crescita economica e di nuova e buona occupazione con il capitolo sull’impresa sociale. La Riforma ha anche la necessità di render più trasparente questo mondo e di dare stabilità a quegli strumenti che incentivano fiscalmente le organizzazioni e i cittadini che donano e si impegnano. Infine, l’introduzione del Servizio civile universale come strumento formidabile nella sfida educativa che connota tutta la nostra agenda di governo e come risposta alla voglia di impegno dei giovani italiani. La Riforma è l’espressione di una delle nostre convinzioni, c’è bisogno di più società perché è la società il motore fondamentale per lo sviluppo di un Paese, se non si rimette in moto la società il Paese non cresce. E il Terzo settore è fatto da milioni di persone che nell’epoca dell’individualismo vanno contro corrente, impegnandosi per gli altri, mettendosi insieme, sperimentando un’economia che non mira alla massimizzazione del profitto. Ecco l’Italia deve liberare queste energie ed è per questo che fare questa Riforma è un urgenza che parla al nostro presente e al nostro futuro, il futuro così come noi lo vogliamo. Per questo la Riforma non è solo un riordino o una puntualizzazione giuridica, ma un progetto per l’Italia che ci immaginiamo di costruire da qui ai prossimi decenni ed è per questo che il Premier e il Governo la ritengono centrale nell’agenda politica.

Sino a qui le ragioni di una Riforma molto attesa dal Terzo settore italiano che in questi mesi ha spinto perché il percorso parlamentare si facesse meno tortuoso, ridondante, senza inutili rimandi e sovrapposizioni. Ma purtroppo stiamo ancora in regime di Bicameralismo e ora la Riforma dopo due rinvii è al Senato dove sono stati presentati quasi 700 emendamenti che prevedono tutto e il contrario di tutto, e qualcuno vuole addirittura tornare a ridiscutere la definizione di Terzo settore. Cosa può fare ora il Governo perché il percorso parlamentare possa concludersi al più presto? Che tempi prevede?

Credo che oramai la definizione di Terzo settore sia ormai completa grazie a un gran lavoro di squadra in questi mesi a cui hanno partecipato tanti parlamentari che proprio dal Terzo settore arrivano. La discussione in questo anno e mezzo è stata ampia dentro e fuori il Partito democratico, dentro e fuori il Parlamento. Per questo i 700 emendamenti del Senato sono davvero tanti, troppi. Cosa può fare il Governo? Non esistono magie, altrimenti le avrei usate anche in altre occasioni e su altre Riforme, possiamo solo garantire il massimo impegno, così come lo chiediamo ai parlamentari che in questa legislatura, ci tengo a sottolinearlo, hanno ad oggi già realizzato un monte ore lavorativo superiore a tutta la precedente legislatura. Come Governo e come partito abbiamo poi chiesto ai due relatori, Stefano Lepri in Senato e Donata Lenzi alla Camera di lavorare insieme così che il ritorno del testo alla Camera diventi solo un passaggio formale. I tempi? Matteo Renzi poche settimane fa ha preso l’impegno di varare la Riforma entro un anno, confermo questi tempi e con un po’ di ottimismo mi spingo a dire che il percorso parlamentare della Riforma, se tutti si impegnano, potrà realizzarsi per il prossimo aprile, in primavera. Perchè questo sia possibile è importante anche la spinta, che in questi mesi non è mai mancata, dello stesso Terzo settore.

(Da Vita.it)