Come funziona e chi può accedere al Reddito di Solidarietà della Regione Emilia-Romagna

È operativa la legge della Regione Emilia-Romagna sul Reddito di solidarietà (Res). Dal 18 settembre scorso singoli e famiglie con ISEE pari o inferiore a 3.000 euro l’anno possono richiedere, a fronte dell’impegno in un progetto di reinserimento sociale o lavorativo, un aiuto concreto. Potrebbe interessare circa 20 mila nuclei familiari residenti in Emilia-Romagna in condizione di grave povertà. Famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione

 

Cos’è il Reddito di solidarietà (RES) e cosa prevede

Un sostegno concreto per persone e famiglie in gravi difficoltà economiche, per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare. Un provvedimento istituito in Emilia-Romagna per legge (19 dicembre 2016), che  affianca al Sia-Sostegno all’inclusione attiva, per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare.

Il RES prevede un contributo economico, il cui ammontare massimo mensile è di 400 euro per nucleo familiare e ha una durata di 12 mesi superati i quali potrà essere richiesto solo dopo altri 6 mesi.

I nuclei e i singoli beneficiari saranno coinvolti in un “Progetto di attivazione sociale e di inserimento lavorativo”. Condizione inderogabile per richiedere il Res.

Il Res è finanziato interamente con risorse del bilancio regionale che per il 2017 ammontano a 35 milioni di euro.

 

In cosa consiste il “Progetto di attivazione sociale e di inserimento lavorativo”?

Il progetto contiene misure per combattere l’esclusione sociale e favorire l’inserimento in percorsi di lavoro. Le misure sono individuate dai servizi sociali territoriali, in collaborazione con i centri per l’impiego, e da altri soggetti pubblici e privati del territorio. Il progetto è sottoscritto dai beneficiari e dai servizi coinvolti.

 

Chi può fare domanda per accedere al Res?

Possono accedere i nuclei familiari, anche unipersonali, con un ISEE inferiore o uguale a 3000 euro.

L’accesso al Res è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare di:

• Nuova prestazione di Assicurazione Sociale per l’Impiego (NASpI);

• Assegno di disoccupazione (Asdi);

• Altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.

È inoltre incompatibile la fruizione del Sia da parte del nucleo familiare beneficiario.

Nel caso in cui alcuni componenti il nucleo godano di altri trattamenti economici, anche fiscalmente esenti, di natura previdenziale, assistenziale e indennitaria, il valore massimo di tali trattamenti non può superare i 600 euro mensili.

 

A chi va fatta la domanda di ammissione ?

La domanda va presentata al Comune di residenza da uno dei componenti il nucleo familiare. Sarà possibile richiedere la misura presso gli sportelli sociali dei Comuni.

Al momento della domanda i richiedenti dichiarano i propri dati attraverso documenti ufficiali (ISEE) o autocertificazione. I dati vengono verificati incrociandoli con le banche dati dell’Inps o dei Comuni.

 

Come si perde il beneficio

Mancata sottoscrizione del patto o mancato rispetto degli obblighi previsti dal Progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo; presenza di comportamenti incompatibili con il progetto da parte dei componenti il nucleo familiare (es: non partecipazione a corsi di riqualificazione, mancata frequenza scolastica dei minori etc).

I servizi sociali territoriali, in collaborazione con i Centri per l’Impiego, monitorano il rispetto degli impegni presi dai beneficiari proponendo, se necessaria, la decadenza dal beneficio.