Cibo da “salvare”: partita la sesta edizione di Spreco Zero

E’ partita, in occasione della Terza giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (venerdì 5 febbraio) la sesta edizione di “Spreco Zero”, la campagna europea di sensibilizzazione di Last Minute Market, realizzata in collaborazione col Ministero dell’Ambiente.

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In Italia sprecati 8,4 miliardi di euro l’anno

Le cifre sono impressionanti. Lo spreco alimentare sul pianeta costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari. Una cifra vertiginosa, che sale a 2.600 miliardi se si considerano i costi “nascosti” legati all’acqua e all’impatto ambientale. Ogni anno l’Unione europea “perde” 90 milioni di tonnellate di cibo.

Lo spreco di cibo domestico in Italia – scaduto e gli avanzi che dal piatto finisco nei rifiuti – si calcola (Rapporto Waste Watcher 2015) ammonti a circa 8,4 miliardi di euro l’anno, pari a 6,7 euro a settimana a famiglia, ovvero 650 grammi di cibo buttato. Lo spreco domestico in Italia produce 30 milioni di tonnellate di rifiuti: 1/7 circa di quanto avviene nell’insieme dei Paesi Ue.

Nel 2016 le stime potranno essere ancora più precise in quanto si attiveranno dei “diari di famiglia” (validazione scientifica dell’Università di Bologna-Distal) redatti da famiglie campione che annoteranno con precisione il cibo sprecato: il dato potrebbe essere superiore del 50% a quello generalmente percepito e dichiarato.

La campagna Spreco Zero 2016

Quest’anno la campagna Spreco Zero 2016 si focalizzerà innanzitutto sulla conservazione del cibo come misura essenziale di prevenzione, tema dell’ultima indagine dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher (Last Minute Market /Swg), promossa con l’Istituto Italiano Imballaggio. I dati Waste Watcher 2016 dicono che l’85% dei consumatori crede nell’importanza del packaging di qualità per conservare il cibo e che oltre uno su due è disposto a spendere di più per ridurre lo spreco.

“Studiare meglio le cause e i comportamenti dei consumatori è il primo passo per garantire policies adeguate di prevenzione dello spreco – spiega il fondatore di Last Minute Market Andrea Segrè, presidente del Comitato tecnico-scientifico per il piano nazionale di prevenzione dei rifiuti – Per questo la campagna Spreco Zero andrà quest’anno alla radice dello spreco domestico, che incide in misura rilevante sul fenomeno fino allo 0,5% del Pil italiano”.

L’inchiesta Waste Watcher 2016 porta dunque i packaging in prima linea nella lotta allo spreco alimentare: l’85% dei consumatori è consapevole dell’importanza dell’imballaggio rispetto alla conservazione o deperibilità del prodotto, per il 64% il packaging è addirittura “indispensabile” e il 93% dichiara di scegliere il pak sulla base della sua funzionalità, oppure della possibilità di riutilizzo (90%).

Ma c’è di più: il 56% dei consumatori – più di un italiano su 2 – ha dicharato di essere disposto a “pagare qualcosa di più per avere imballaggi che aumentino la probabilità di utilizzo del prodotto, riducendone di conseguenza lo spreco”.

Le abitudini di spesa degli italiani

Waste Watcher ha quindi monitorato con la nuova inchiesta anche le abitudini di acquisto dei consumatori italani: la spesa si fa nei supermercati o ipermercati, è la grande distribuzione a tenere banco per il 90% dei consumatori mentre solo il 9% degli italiani acquista nei piccolo negozi o dal produttore; la spesa è quotidiana oppure si rinnova ogni 2/3 giorni (69%), solo il 27% degli italiani pratica la grande spesa settimanale: questo per avere prodotti sempre freschi e limitare lo spreco degli aliimenti.

Le confezioni si preferiscono piccole (64%) per prevenire lo spreco che infatti colpisce in prevalenza le confezioni grandi aperte da tempo (62%). E’ plebiscitaria l’attenzione alla data di scadenza nelle etichette (91%), per le quali si richiedono informazioni chiare e dettagliate (ingredienti, provenienza, tracciabilità).

ALLEGATO
Risoluzione per impegnare la Giunta ad avviare studi di fattibilità volti alla ridestinazione ed alla ricollocazione delle merci e dei prodotti alimentari commestibili ma scartati, coinvolgendo le realtà imprenditoriali ed il “Tavolo Regionale Permanente per l’Economia Solidale” al fine di redigere un piano per la massima limitazione dello spreco alimentare.