La nuova legge regionale sulla pesca e per la tutela della fauna ittica

Rafforzamento della vigilanza ed inasprimento delle sanzioni contro la pesca di frodo, con multe che possono arrivare sino a 12.000 euro; valorizzazione del ruolo dell’associazionismo; snellimento burocratico: sono i capisaldi della nuova legge per la “tutela della fauna ittica e dell’ecosistema acquatico e per la disciplina della pesca, dall’acquacoltura e delle attività connesse nelle acque interne” (laghi, fiumi, lagune), che modifica la precedente legge del 2012, approvata questa mattina dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.

Le misure per contrastare la pesca di frodo 

Il testo legislativo approvato dall’Assemblea sancisce il divieto di pesca notturna con le reti e di trasporto del pesce per mettere fine alle sempre più frequenti razzie. Sempre in quest’ottica d’ora in poi sarà vietato anche il trasporto, lo scambio e la vendita di pesci, anfibi e crostacei autoctoni di acqua dolce vivi, esclusa l’anguilla: una misura introdotta per cercare di stroncare un’altra attività illecita in preoccupante crescita, vale a dire il saccheggio di specie pregiate che finiscono spesso per alimentare il mercato clandestino del pesce d’acqua dolce e che vanno ad incrementare la popolazione ittica dei laghetti di pesca sportiva. I trasgressori rischiano punizioni esemplari, con sanzioni che nei casi più gravi comportano il pagamento di un’ammenda fino a 12.000 euro. Come sanzione accessoria è poi previsto il sequestro del pescato e delle attrezzature utilizzate per mettere a segno le sempre più frequenti ruberie, nonché dei mezzi di trasporto e delle eventuali imbarcazioni utilizzate dai bracconieri.

Snellite le procedure amminstrative    

Accanto al rafforzamento dell’apparato sanzionatorio la nuova legge intende valorizzare il ruolo dell’associazionismo tra pescatori, sia a scopo ricreativo che professionale, prevedendo la partecipazione dei loro rappresentanti ai tavoli di concertazione provinciali e locali e un maggiore coinvolgimento nelle attività gestionali, come nel caso dei ripopolamenti. In arrivo anche un significativo taglio agli adempimenti burocratici, ad esempio con l’eliminazione dell’obbligo del tesserino per la pesca alla trota nei torrenti di montagna per chi sceglie di ributtare subito in acqua il pesce catturato con la lenza. Per i pescatori di professione sparisce l’autorizzazione regionale all’esercizio dell’allevamento ittico e tutto viene ricompreso nell’autorizzazione sanitaria. Entro la prossima estate la Giunta regionale dovrà aggiornare il regolamento di attuazione della legge, che definirà nel dettaglio i periodi di cattura delle diverse specie ittiche, i criteri e le modalità di svolgimento della pesca, con particolare riferimento a quella professionale, oltre a fissare i limiti quantitativi giornalieri per ciascun pescatore e le taglie minime consentite per le varie specie.

Nasce il “Portale allerta meteo Emilia-Romagna”: in caso di calamità, comunicazioni rapide e dirette a sindaci, operatori e cittadini

Cambia il sistema di allertamento di protezione civile della Regione Emilia-Romagna, con gli avvisi che correranno via web e si potranno attivare, gestire e consultare in un punto d’accesso unificato, il portale “Allerta meteo Emilia-Romagna”, piattaforma multimediale che sarà a disposizione sia dei sindaci che di tutti gli operatori del sistema di protezione civile, dalle Prefetture ai servizi regionali territoriali, così come di giornalisti e cittadini, che potranno scegliere di ricevere direttamente la notifica delle allerte a seguito di una semplice registrazione.

L’avvio ufficiale alla sperimentazione del nuovo portale, che sarà on line a marzo, per completare la formazione dei primi cittadini e del personale del sistema della protezione civile, è stato dato oggi in Regione in un convegno.

 

Il nuovo sistema di allertamento
L’obiettivo è quello di rendere più veloci, efficaci ed efficienti le comunicazioni relative alle situazioni di calamità o di emergenza, dalle alluvioni al rischio frane, ai temporali ad altri fenomeni meteorologici.
Il portale sarà un punto di accesso unificato a informazioni e strumenti utili nelle situazioni di allerta. Consultabile anche da smartphone, permetterà di accedere in tempo reale a previsioni meteorologiche, dati di monitoraggio, mappe di rischio e ai contenuti dei piani di protezione civile delle singole amministrazioni locali. Nel sito ci saranno informazioni, aggiornate 24 su 24 e tutti i giorni, con un livello di dettaglio riferito ai singoli comuni e a tutte le zone del territorio interessate dalle allerte o da situazioni critiche. In particolare, nella home page ci sarà una mappa regionale, che si colorerà in base al codice colore previsto standardizzato (verde-giallo-arancione-rosso) e permetterà un colpo d´occhio immediato sulla situazione di allerta in tutta l’Emilia-Romagna per la giornata in corso e quella successiva. La mappa sarà navigabile sia in base ad ogni singolo rischio o fenomeno in atto sia per località geografica e sarà georeferenziata per poter accedere rapidamente anche alle informazioni locali.

Si prevede un essenziale ruolo attivo dei sindaci emiliano-romagnoli, che saranno i destinatari prioritari delle comunicazioni degli enti regionali (anche via mail o sms e non più, appunto, con i fax) e che, attraverso le pagine comunali del sito, potranno informare e aggiornare tempestivamente la loro popolazione, con la pubblicazione di documenti e aggiornamenti e la notifica diretta delle allerte e delle condizioni di rischio ai cittadini che si iscriveranno al servizio web dedicato.

Duplice quindi la funzione del sportale, che si porrà sia come strumento di lavoro condiviso tra le strutture del sistema di allertamento regionale sia come strumento informativo per i cittadini e per i giornalisti, che potranno fare riferimento al portale come fonte ufficiale delle informazioni sui rischi e le allerte in regione. Il sito, sviluppato anche grazie alla consulenza della Società Engineering, sarà gestito dall’Agenzia di Protezione civile regionale e dall’Arpae.

La formazione partirà da febbraio con gli incontri nelle diverse province per formare i sindaci e il personale del sistema di protezione civile: Prefetture, Province e Città metropolitana di Bologna, Comuni e Unioni. Interessati anche i rappresentanti delle strutture operative: volontariato di Protezione civile, Arpae, Vigili del Fuoco, Forze dell’ordine, Capitanerie di porto, sanità regionale e operatori del 118, Aipo, consorzi e gestori di infrastrutture e servizi essenziali.

 

“Allargare gli orizzonti”. Il mio intervento sulla Gazzetta di Reggio

“Il Pd è l’erede dell’Ulivo, inteso come l’unione del cattolicesimo democratico e della tradizione social democratica. Più che ritornare alle categorie del passato, c’è bisogno di allargare il proprio orizzonte; è indispensabile una casa comune per quelli che hanno una sensibilità riformista e progressista. Le piccole divergenze non possono diventare dighe al dialogo. Pisapia e Sala a Milano o Zedda a Cagliari ci hanno dimostrato che quando c’è una progettualità e una visione comune il dialogo con altre forze politiche è possibile e porta ad una buona amministrazione. Questo modello è riproducibile anche a livello nazionale se il profilo del Pd e il suo progetto sono chiari e riconoscibili”.

Così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico, interviene nel dibattito sul nuovo Ulivo innescato dalla proposta lanciata domenica scorsa a Bologna dall’ex premier Romano Prodi.

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L’elisoccorso raddoppia: servizio anche nelle ore notturne. Le prime 17 elisuperfici per coprire tutta l’Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna il servizio di elisoccorso raddoppia, coprendo anche le ore notturne. In tutto il territorio regionale, ciò consentirà di arrivare più velocemente e più vicino alle persone che hanno bisogno di ricevere un soccorso sanitario tempestivo, soprattutto nelle aree montane.

Lo ha deciso la Regione, destinando al rafforzamento del servizio 3,2 milioni di euro in più l’anno e avviando un programma specifico per l’abilitazione delle prime 17 “elisuperfici” al volo notturno, aree, cioè, diverse dagli eliporti e destinate all’uso esclusivo degli elicotteri.

I lavori verranno ultimati entro maggio e le 17 elisuperfici saranno così dislocate:

Ausl di Piacenza

  • Campo sportivo di Bobbio

Ausl di Parma

  • elisuperficie Ospedale Maggiore di Parma
  • elisuperficie Ospedale Borgo Val di Taro

Ausl di Reggio Emilia

  • elisuperficie Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (al suolo)
  • Castelnuovo ne’ Monti, elisuperficie Ospedale

Ausl di Modena

  • elisuperficie Ospedale Baggiovara di Modena
  • elisuperficie Ospedale Policlinico di Modena
  • Pavullo nel Frignano aeroporto Aereo Club
  • Montese elisuperficie comunale
  • Palagano

Ausl di Bologna

  • elisuperficie Ospedale Maggiore di Bologna (al suolo). In più, sulla copertura dell’edificio corpo D (in quota) esiste una elisuperficie già autorizzata base HEMS
  • Gaggio Montano, elisuperficie in convenzione con la Protezione civile (intesa in via di completamento)

Ausl di Ferrara

  • elisuperficie Ospedale di Cona
  • Lagosanto, elisuperficie Ospedale

Ausl unica Romagna

  • elisuperficie Ospedale Bufalini di Cesena
  • elisuperficie Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna

In questa prima fase, sperimentale, è prevista la loro attivazione dall’inizio del periodo estivo con un elicottero di base a Bologna, sede “baricentrica” rispetto il territorio regionale.

Elisoccorso: 2.992 missioni per 1.283 pazienti trasportati

L’impiego di elicotteri quali eliambulanze (tecnicamente definito HEMS, Helicopter Emergency Medical Service) è un servizio già presente in Emilia-Romagna dal 1986.

Attualmente sono quattro gli elicotteri di soccorso sanitario attivi in regione: le basi sono collocate all’Ospedale Maggiore di Parma, all’Ospedale Maggiore di Bologna e all’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna. Il quarto elicottero, dotato anche di verricello per le operazioni di ricerca e recupero, fa base a Pavullo nel Frignano (Modena) ed è operativo su tutto il territorio regionale. Al momento i quattro elicotteri prestano servizio solo durante le ore di luce, per un periodo di operatività massima giornaliera di 12 ore e mezza. Nel 2015 sono state effettuate 2.992 missioni, per un totale di 1.283 pazienti trasportati.

1,4 milioni per l’adeguamento delle prime 17 elisuperfici

In accordo con le Aziende sanitarie, è dunque stata completata l’individuazione delle prime 17 aree idonee all’atterraggio notturno degli elicotteri, in modo da coprire la gran parte del territorio regionale, con priorità per le aree decentrate. La conclusione dei lavori necessari per gli adeguamenti delle elisuperfici, che hanno comportato un investimento complessivo di 1,4 milioni di euro, è fissata entro maggio 2017.

E’ previsto inoltre l’utilizzo integrato di un elicottero della Regione Lombardia (sede Brescia) con funzioni di back up e di primo intervento se il tempo di soccorso dovesse risultare inferiore a quello di Bologna. Sono in corso di approfondimento ulteriori sinergie con altri enti e Regioni.

 

Report del secondo anno di mandato – La Regione semplice e pulita

«Semplice e pulita» è una Regione che amministra e non lascia indietro nessuno, che ascolta e si fa megafono delle esigenze di chi ci vive.

Semplice e pulita: ho voluto intitolare così il report annuale sulla mia attività in Regione Emilia-Romagna, il secondo; spero di aiutarvi, così, a delineare un orizzonte, un approdo, verso cui i nostri sforzi, e gli sforzi di tutti, tendono.

Sociale, sanità, lavoro, giovani, educazione, cultura, innovazione, sport, green, agricoltura: tramite queste dieci macro aree cerco di raccontarvi un altro anno ad alta intensità.

Tanto è stato fatto, tanto è ancora da fare per quel cambio di rotta promesso, per recuperare la fiducia di chi l’ha persa. Non solo qui, in via Aldo Moro a Bologna, ma là dove i cittadini vivono e lavorano, nei nostri comuni grandi e piccoli che siano.

Il report lo potete scaricare QUI.

Buona lettura!

Approvato il Bilancio 2017: zero tasse in più, investimenti per crescita e welfare, assunzioni in sanità

Via libera dell’Assemblea legislativa alla legge sul bilancio di previsione 2017 della Regione, una manovra da 12,5 miliardi di euro, di cui 10 miliardi per la spesa corrente e 445 milioni in conto capitale.

Approvata oggi insieme alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale (Defr) 2017, al collegato e alla legge regionale di stabilità, la manovra ha 5 priorità: le politiche sanitarie e sociali, l’accelerazione sull’impiego dei fondi strutturali, gli investimenti per la ripresa economica, il trasporto pubblico locale e fondi contro il dissesto idrogeologico e la tutela dell’ambiente.

I numeri

Crescita e lavoro

Con l’obiettivo di continuare a creare occupazione, il Bilancio prevede investimenti per 412 milioni complessivi per imprese, agricoltura e politiche attive per il lavoro e porta la quota di cofinanziamento regionaledei fondi europei (Fse, Fesr, Feasr) da 59 a 82 milioni movimentando così complessivamente, nel triennio, investimenti per oltre 400 milioni di euro.
Per le politiche dell’agricoltura, in particolare, si confermano le risorse proprie finalizzate al cofinanziamento dei fondi europei e statali: 29 milioni di euro per il Piano di sviluppo rurale (Psr) e 1,3 per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) e 3 per affiancare le risorse statali.
2 milioni saranno specificamente rivolti a politiche attive per il lavoro e per il piano alte competenze.
Per il turismo, 16,7 milioni andranno a programmi di promozione, commercializzazione e unioni di prodotti e 16 milioni (di cui 10 statali) per gli impianti sciistici.

Le persone e la comunità

Tra le principali novità sul fronte delle politiche sociali e sanitarie, vi sono i 35 milioni di risorse regionali (più 37 statali) per avviare il Reddito di solidarietà (Res) per le famiglie e le persone in difficoltà mentre viene rafforzato il Sistema sanitario regionale, anche grazie all’aumento di 2 miliardi del Fondo nazionale (Fsn) che destina alla Regione circa 115 milioni di euro per il 2017 e rende possibili maggiori impegni di spesa per l’applicazione dei nuovi livelli essenziali di assistenza (Lea).
In particolare, in Emilia-Romagna lavoreranno 2.581 nuovi medici, infermieri e operatori, attraverso assunzioni, turn over al 90% e stabilizzazioni, e saranno assicurate prestazioni aggiuntive ai cittadini: dalle nuove vaccinazioni obbligatorie per i bimbi dei nidi all’avvio della sperimentazione dell’assistenza odontoiatrica per chi ha tra 5 e 25 anni (con risorse regionali per 500 mila euro) mentre sarà costituito un fondo per farmaci innovativi oncologici e non.
Confermate, inoltre, tutte le risorse per il Fondo per la non autosufficienza (460 milioni, di cui 116 regionali) e per la riqualificazione e l’ammodernamento delle strutture sanitarie (152 milioni di euro, di cui 65,5 regionali per il periodo 2017/2019).
Oltre alle risorse per il Res, altri 34,8 milioni sono destinati a servizi per l’infanzia, i giovani e le famiglie.
Crescono poi di 3 milioni le risorse destinate a cultura, legalità e sport. 1,7 milioni andranno, in particolare, a sostenere lo sport mentre è confermato lo stanziamento di risorse regionali per le politiche culturali: 15 milioni per gli spettacoli dal vivo, gli interventi previsti dalle leggi sul cinema e sulla memoria, le biblioteche e i musei e i progetti di Enti locali e associazioni.
Al diritto allo studio scolastico e universitario vanno 25 milioni.

L’ambiente e le infrastrutture

Le spese d’investimento infrastrutturali per l’ambiente e il territorio complessivamente saranno pari a 240 milioni nel triennio (45,8 nel 2017) con interventi per la costa, la montagna, le aree protette e la sicurezza sismica.
In bilancio aumentano infine le risorse per le infrastrutture e il trasporto pubblico locale e la rete ferroviaria (421,3 milioni, di cui 51,3 di quota regionale). Una parte dei fondi (14 milioni) serviranno in particolare per l’attuazione della gara che garantirà nuovi servizi e il rinnovo dei mezzi circolanti.

Il Reddito di solidarietà è legge: un sostegno concreto per persone e famiglie in difficoltà economiche

Ieri abbiamo approvato la legge che istituisce il Reddito di Solidarietà. Il Reddito di solidarietà prevede fino ad un massimo di 400 euro al mese per un anno, un sostegno concreto a chi sta peggio per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare. Un aiuto a chi prova a uscire da una situazione critica attivandosi in percorsi di impegno sociale, formazione, inserimento lavorativo. Non una misura assistenziale ma un aiuto a chi si trova temporaneamente in difficoltà.
Uno strumento che potrebbe interessare 80 mila persone, corrispondenti a circa 35 mila nuclei familiari residenti in Emilia-Romagna in condizione di grave povertà. Famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in regione (dati: Università di Modena e Reggio Emilia, ottobre 2016).

 


Al Reddito di solidarietà sono stati destinati 35 milioni di euro stanziati dalla Giunta regionale che si aggiungo ai 37 milioni che lo Stato ha erogato all’Emilia-Romagna per il Sostegno all’inclusione attiva (Sia), misura attiva di contrasto alla povertà che la legge di Stabilità 2016 ha esteso a tutto il territorio nazionale e che il Res affiancherà e integrerà. Il Reddito di solidarietà regionale amplia però la platea dei potenziali fruitori: nel Sia, infatti, si richiede la presenza all’interno del nucleo familiare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza, condizioni non richieste dal Res, destinato a qualsiasi tipo di nucleo familiare, anche composto da una sola persona, per rispetto del principio universalistico.
La legge è stata approvata col voto favorevole di Pd e Sel, l’astensione del M5s, il voto contrario di Lega e Fi (Fdi e AltraEr assenti).

Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna: 7,1% nei primi nove mesi dell’anno, -0,4% rispetto a luglio

Continua a scendere la disoccupazione in Emilia-Romagna: nei primi nove mesi del 2016 è pari al 7,1%, -0,4% rispetto al 7,5% registrato a luglio. Nel terzo trimestre dell’anno gli occupati sono pari a 1.973.959, 47.280 in più rispetto allo stesso periodo del 2015: un +2,5% che riporta la situazione al di sopra del livello di occupazione pre-crisi (3^ trimestre 2008).

Le dinamiche di genere evidenziano poi un incremento dei posti di lavoro fortissimo per le donne (+39.500, +4,7%): va tenuto presente che nel terzo trimestre 2008, in concomitanza con l’avvio della crisi internazionale, le donne occupate nella regione erano 852mila e, a distanza di sei anni, sono 888mila, 36mila in più.

E’ quanto si ricava dall’analisi del mercato del lavoro in Emilia-Romagna sulla base dei dati diffusi oggi dall’Istat.

Il tasso di occupazione trimestrale è al 68,9%, 1,8 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2015: si tratta del valore più elevato tra tutte le regioni italiane ad esclusione del Trentino-Alto Adige (71%). La componente maschile ha un tasso pari al 75,9% (+0,9 punti percentuali), mentre quella femminile presenta una crescita maggiore e arriva al 62% (+2,7 punti percentuali).
Nel terzo trimestre 2016 le persone in cerca di lavoro sono 127,8mila, con una contrazione di 11.400 persone rispetto al terzo trimestre 2015 (-8,2%).

L’incremento dell’occupazione nel corso del terzo trimestre 2016 interessa principalmente il settore del terziario(+3,6% pari a 44.000 posti di lavoro rispetto al terzo trimestre del 2015).

Un segnale positivo, dopo due trimestri negativi sul versante occupazionale, arriva dall’industria in senso stretto ove si registra un aumento del 2%, pari a 11.000 occupati in più rispetto al terzo trimestre 2015, per un totale di 522mila occupati.
Si segnala poi una crescita dell’agricoltura (+9,8%), ancorché riferita ad un comparto di dimensioni contenute, che pesa il 4,0% sull’occupazione totale.
Il settore delle costruzioni, invece, dopo un recupero messo a segno solo nel primo trimestre dell’anno, si riallinea nel secondo e nel terzo al trend decrescente in atto negli ultimi anni.