“Contro il Covid occorre testare, tracciare e trattare” – Il mio intervento sul Gazzettino Santilariese

Pubblicato sul numero di maggio 2020 sul Gazzettino Santilariese

In questa nuova fase, oltre al continuo monitoraggio del contagio, è importante avere una linea chiara. Serve applicare la regola che io chiamo delle tre “T”: testare, tracciare e trattare. 

Testare nel senso di fare tamponi e test, purché omologati grazie ad un protocollo scientifico validato dalla Regione. Per usare una metafora il test scatta un’istantanea e ci dice se la persona è positiva o no in quel momento, mentre il test sierologico permette di ricostruire il “film” immunologico degli ultimi 15-20 giorni. Ecco perché la Regione ha scelto di fare uno screening sierologico di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari. Dal 18 maggio sarà possibile eseguire fino a 10.000 tamponi al giorno per i sintomatici e per i privati cittadini, richiedere test sierologici presso laboratori accreditati per esigenze lavorative o altre motivazioni valutate dal medico richiedente. 

Tracciare nel senso di isolamento contenitivo: appena sei positivo qualcuno ti chiama e ti chiede quante persone hai visto e chi sono. Queste persone vanno chiamate, isolate e devono essere seguite e assistite anche se stanno bene. Quando il tampone sarà negativo potranno uscire. 

Trattare nel senso di gestire i casi di positività non gravi nella maniera più adeguata, che può anche significare lo spostamento in albergo o in altro luogo se non ci sono le condizioni di un isolamento a casa che tuteli gli altri componenti della famiglia.  

Queste tre “T” ci consentono di avere una prima linea di difesa, che può evitare l’ospedalizzazione. 

Questa è l’infrastruttura di contrasto al coronavirus nel momento in cui dobbiamo conviverci per evitare una nuova ondata di diffusione del virus stesso. Non si sconfigge il Covid con un’ APP, servono supporto e servizio umano e una tutela a distanza, non solo un algoritmo e delle faccine nel telefono che si illuminano di rosso. Le persone vanno seguite, difficile immaginare uno che si alza alla mattina e tutto tranquillo si auto isola perché lo schermo diventa rosso. Magari è un padre di famiglia che deve andare al lavoro, un precario o una persona che non ha uno spazio domestico per isolarsi. Non facciamo mancare il supporto umano.  

Ricordiamoci che è il tempo della responsabilità individuale e collettiva e la Libertà tornerà quando ci saranno farmaci sicuri e vaccino. Prima di questo momento dobbiamo fare e fare bene.