Ottavia Soncini, consigliera regionale del Pd e presidente della commissione Politiche per la salute e sociali e Marcella Zappaterra, capogruppo del Pd in Regione, portano all’attenzione della Giunta i servizi di aiuto alla persona per i cittadini con disabilità e chiedono, in un’interrogazione, qual è il bilancio di questo servizio.
Nell’interrogazione, domandano all’esecutivo regionale “quanti sono e come sono distribuiti sul territorio regionale i Servizi di aiuto personale e da chi vengono gestiti”. E ancora, “in che misura sono utilizzati per tali servizi i contributi previsti” dalla Legge regionale del 1997, “se sono ancora attivi i corsi di formazione previsti dalla deliberazione della Giunta del 1998 per coloro che prestano la loro opera all’interno dei Servizi alla persona e se è presente un report di verifica o altra forma di controllo e valutazione”.
Infine vogliono sapere “se esiste un monitoraggio regionale del loro operato e se è stata presentata la relazione sullo stato di attuazione delle politiche a favore delle persone con disabilità prevista dalla legge regionale, al fine di comprendere, attraverso i dati, quale ruolo avranno tali servizi nell’ambito del Nuovo Piano sociale e sanitario regionale” che – ricordano – “è in via di definizione ed è uno strumento di programmazione essenziale, chiamato ora ad un ulteriore salto di qualità per riorientarlo ai nuovi bisogni emersi durante la pandemia, alle mutate esigenze di cura e presa in carico”.
Soncini spiega poi il perché di “una interrogazione sui Servizi di aiuto alla persona per le persone con disabilità”. “Analizzare il funzionamento e la gestione a livello regionale di questi servizi – sottolinea – significa fermarsi a riflettere e lavorare sullo stare bene insieme delle persone, da guardare nella loro unicità e non per la loro disabilità, costruendo luoghi e momenti di buona vita”. “Occorre ripartire – evidenzia la presidente della commissione – dal senso di comunità e dal problema dell’isolamento che questa pandemia ha acuito, mettendo al centro non un approccio prestazionale ma relazionale e di presa in carico” conclude Soncini.