Siepi e filari di alberi, boschetti, stagni, laghetti, prati umidi, complessi macchia-radura. L’Emilia-Romagna investe sulla tutelae la valorizzazione della biodiversità nelle aree di alto pregio naturalistico e paesaggistico del territorio come parchi e altre zone protette, per promuovere la crescita e lo sviluppo di un’agricoltura forte, rispettosa dell’ambiente e attenta alle produzioni di qualità.
A difesa del ricco patrimonio di flora e fauna selvatiche minacciato dall’impatto negativo di pratiche agricole intensive, la Giunta regionale promuove per il prossimo biennio, un bando del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 finanziato con quasi 2,8 milioni di euro per progetti di impronta fortemente innovativa, basati su “accordi di cooperazione locale” tra soggetti di diversa natura.
Si tratta, in altre parole, di progetti promossi da enti pubblici (comuni, enti parco, consorzi di bonifica, ecc.) che puntano a coinvolgere il maggior numero di agricoltori singoli e associati e onlus legate al mondo ambientalista e che potranno ricevere contributi fino al 100%, ovvero a totale copertura delle spese di investimento sostenute. L’obiettivo è la messa in campo di un piano di azioni sinergiche e coordinate per la salvaguardia e il miglioramento della biodiversità, grazie al mantenimento e alla gestione ottimale di ecosistemi che ospitano le varie specie di piante e animali selvatici, in particolare quelle protette dalle varie normative europee, nazionali e regionali.
Le domande di sostegno vanno presentate, entro il 1^ luglio 2019, dall’ente pubblico promotore dell’accordo a nome di tutti gli altri partner utilizzando la specifica piattaforma (Siag) dell’agenzia regionale per le erogazioni in agricoltura (http://agrea.regione.emilia-romagna.it).
Gli investimenti, di carattere non produttivo, saranno quindi finalizzati alla creazione ex novo o al ripristino di habitat naturali e seminaturali ed altri elementi caratteristi del paesaggio naturale in grado di ospitare piante, insetti e animali che svolgono un’importante funzione ecologica, oltre a rappresentare un prezioso serbatoio di caratteristiche genetiche uniche. Interventi basati sull’adozione di pratiche agricole “virtuose” da parte delle aziende agricole, nell’ambito di una gestione comune del territorio, secondo un piano concordato con tutti gli attori in campo e che tiene conto anche delle esigenze della produzione agricola.
Le caratteristiche dei progetti finanziati
I progetti, di importo compreso tra 20 e 200 mila euro, devono essere promossi e coordinati da enti pubblici che propongono agli altri partner l’accordo di cooperazione, cercando di coinvolgere il maggior numero possibile di beneficiari. Possono aderire anche le organizzazioni professionali agricole, che tuttavia non percepiranno i contributi in palio.
L’accordo di cooperazione sarà attuato attraverso un unico progetto da realizzare in un territorio circoscritto, nel cui ambito ogni partner è chiamato a portare avanti l’impegno sottoscritto. Ogni progetto dovrà dettagliare l’estensione e la localizzazione delle superfici coinvolte, con l’indicazione del cronoprogramma di attuazione degli interventi e il fabbisogno finanziario complessivo.
I contributi coprono il 100% delle spese ammissibili, tra le quali sono comprese anche quelle sostenute per l’organizzazione e la predisposizione dei progetti (acquisto spazi pubblicitari e publiredazionali su carta stampata, consulenze, ecc.). Queste ultime non potranno tuttavia superare complessivamente il 5% del valore del singolo progetto. Il rimborso dei costi di gestione delle superfici coinvolte saranno invece parametrati ai sostegni unitari percepiti dagli agricoltori che aderiscono alle misure del Psr che riguardano i cosiddetti “impegni agro-climatico-ambientali”.
L’istruttoria delle domande spetta ai competenti Servizi territoriali agricoltura, caccia e pesca. Al termine sarà stilata una graduatoria basata su una serie di criteri territoriali e tecnici con diversi gradi di priorità.