L’Assemblea legislativa ha approvato il bilancio di previsione 2016 della Regione, una manovra da 12 miliardi, di cui 8 per la sanità emiliano-romagnola, composta da quattro documenti: il Documento di economia e finanza regionale (Defr), il bilancio previsionale, la legge di stabilità regionale e il collegato normativo. 31 I voti a favore, arrivati dalla maggioranza Pd–Sel, 16 i contrari: Ln, M5s, Fi e Fdi-An.
La manovra lascia invariata la pressione fiscale e riduce di 35 milioni di euro i costi di funzionamento e altre voci di spesa dell’Ente. Nasce il reddito di solidarietà per le persone meno abbienti che, a regime, potrà disporre di 75 milioni di euro su base annua, di cui metà saranno risorse regionali. Azzerata l’Irap per le Asp e le cooperative sociali. Sospeso il pagamento del bollo per le auto ibride di nuova immatricolazione nel triennio 2016-2018 (500 mila euro stanziati), decisi 150 mila euro a favore degli esercenti che dismettono l’utilizzo di slot machine, mentre 200 mila euro vengono destinati all’installazione di sistemi di controllo e videosorveglianza. Le risorse sulla legge per la montagna passano da 3 a 6 milioni.
Tutti i numeri
Alla sanità, che in Emilia-Romagna vale 8 miliardi, circa l’80% del bilancio regionale, vanno 75 milioni per investimenti, di cui 4,4 milioni di competenza regionale. Per l’istituzione del fondo per il reddito di solidarietà sono previsti, nel 2016, 15 milioni, ai quali si aggiungeranno, una volta approvata la Legge di Stabilità, le risorse nazionali. Capitolo welfare: ai servizi alle persone, a partire da quelli educativi e sociali, vengono destinati 50 milioni; alle politiche abitative vanno 16,2 milioni; all’abbattimento delle barriere architettoniche 2 milioni; sale a 460 milioni il fondo per la non autosufficienza, grazie a 120 milioni di risorse regionali aggiunte a quelle nazionali. 20 milioni sono finalizzati all’azzeramento dell’Irap per le Asp, le cooperative sociali e i soggetti accreditati per la gestione dei servizi alla persona. E, ancora, sono previste misure di sostegno al lavoro e allo sviluppo: 53 milioni al cofinanziamento dei fondi europei; 25 milioni, nel triennio, per l’attrattività delle imprese; 10 milioni per l’internazionalizzazione; 6,6 milioni per micro credito e fondi di garanzia; 15,5 milioni per il turismo (promo commercializzazione e marketing). Alla tutela dell’ambiente e del territorio, accanto al piano nazionale che prevede fondi per 108 milioni, vanno fondi regionali per 36 milioni di euro, per la bonifica siti e contro l’amianto 4 milioni di euro, per la prevenzione del rischio sismico 12 milioni. Alla mobilità sostenibile vengono destinati 393 milioni, alla manutenzione delle strade e alla montagna 20 milioni di euro. Per la riqualificazione delle città della costa vengono stanziati 20 milioni. Per cultura, scuola e formazione si destinano 33 milioni. Ai 57 milioni dei Fondi statali Bei e ai 19,5 milioni del Governo per le scuole innovative, la Regione aggiunge 20 milioni per le scuole secondarie e 4 milioni per gli impianti sportivi legati alle scuole, che si sommano ai 6,1 milioni di euro dello Stato per interventi di adeguamento sismico.
Emendamenti
Alla manovra di bilancio sono stati presentati 22 emendamenti da Fdi-An, 21 dal M5s, 9 da Fi, 6 dalla Ln, uno cofirmato da Pd e Sel e uno a firma congiuntaLn, Pd e Sel. Approvato un emendamento del M5s che rafforza le funzioni della Regione in materia di contrasto al gioco d’azzardo. Approvato anche l’emendamento Pd-Sel che, in riferimento all’inclusione sociale di Rom e Sinti, disciplina la realizzazione delle micro-aree familiari legandole a un programma comunale. Via libera anche all’emendamento Ln, Pd e Sel finalizzato allo stanziamento di un contributo pari a 200 mila euro per fornire assistenza legale ai cittadini emiliano-romagnoli colpiti dalle recenti crisi bancarie. Approvati, infine, due emendamenti della Ln, uno per includere artigiani e imprese artigiane fra i beneficiari del fondo rotativo per il micro-credito e uno per includere fra i richiedenti il fondo per le imprese colpite da calamità, in caso di non completo utilizzo degli stanziamenti, imprese non residenti nelle zone colpite purché presentino progetti di investimento in tali zone.