Al Tecnopolo per consegnare i diplomi di qualifica professionale

Al Tecnopolo di Reggio abbiamo consegnato i diplomi di qualifica professionali ai ragazzi e alle ragazze reggiane. Sono intervenuti anche Paolo Talami di Exim Group e Alan Costi di Mussini S.r.l. oltre a Giuseppe Amadei, presidente della Fondazione A. Simonini.

Qui una traccia del mio intervento:

“Sono le storie “altre”, io le chiamo così, le storie di chi lavora a testa bassa e si rimbocca le maniche, di chi prova a trasformare gli insuccessi in successi, di chi ha voglia di imparare, di chi sa chiedere quando è necessario e sa dare quando è il caso di darlo. A tutte queste persone va un ringraziamento: sono le storie “altre” che rendono grande il nostro paese e la sua gente. Dico questo perché penso che voi possiate fare parte di tutto questo, di queste storie di innovazione che è fatta anche dall’uso consapevole delle mani, non solo dalla conoscenza, che rimane fondamentale; è giusto quindi che ci sia un riconoscimento, e quindi ecco la vostra qualifica personale.

Oggi rappresento la Regione, una Istituzione che è vista un po’ lontana, un po’ complessa. Vi chiederete giustamente allora perché sono qui. Sono qui perché, da tempo, la Regione si occupa di formare e finanziare quello che è il sistema di formazione di istruzione professionale. Sono qui perché sono convinta che nella vostra esperienza ci sia stata una anticipazione di quelle che sono poi diventate le norme nazionali, l’alternanza scuola-lavoro ad esempio, e quindi posso dire che la Regione si occupa di voi, pensa a voi.

So che le cifre sono spesso noiose ma danno l’idea di quanto la vostra esperienza sia importante per noi: nel 2016 la Regione ha approvato il piano triennale delle politiche formative e per il lavoro, scegliendo di investire 360 milioni di euro in tre anni per le competenze necessarie alla crescita. Con questo programma triennale ci siamo impegnati a migliorare ulteriormente il sistema formativo emiliano-romagnolo, a finanziarlo maggiormente e a creare relazioni più profonde con imprese e territorio. Investire in educazione e ricerca è una concreta politica di sviluppo tesa a ridurre le diseguaglianze sociali ed economiche e a valorizzare le differenze.

Sono contenta che qui, oggi, ci siano anche le aziende, a testimoniare la sinergia fondamentale che si è andata a creare con gli istituti di formazione. Ma pensate anche alle importantissime esperienze che avete fatto all’estero, qui c’è davvero, davvero molto da imparare.

Un articolo recente apparso su un importante quotidiano, Il Sole 24 ore, spiega come le Regioni che hanno sviluppato un capillare sistema di istruzione e formazione professionale mostrino tassi sempre più decrescenti di abbandono scolastico. A noi interessa che i giovani trovino lavoro, a noi interessa mettere al centro le persone, mettere a frutto i talenti, le competenze. È importante preoccuparsi che si cresca in una sfera comunitaria di benessere, non solo economico, ma benessere appunto comunitario, benessere nazionale. Noi abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio dei Centri di formazione e istruzione professionale che non solo insegnano, ma creano cittadinanza attiva, che combattono l’insuccesso scolastico ma lavorano per il successo sociale”.