W l’Amore: Il mio intervento su Prima Pagina e l’interrogazione con i colleghi consiglieri

untitled

Cari lettori,

desidero, con questa breve nota, offrire un mio contributo a un’importante e giusta discussione che sto seguendo da qualche tempo. Mi riferisco al progetto “W l’amore” che si avvale, per i contenuti, di un opuscolo tradotto e riadattato proveniente dai Paesi Bassi. Il progetto è stato promosso nella precedente legislatura dalla Regione Emilia Romagna all’interno del XV° Programma per la prevenzione della lotta all’ Aids. Senza la presunzione di essere in possesso di verità assolute, spero di offrire qualche spunto di riflessione: ho cercato di studiare la questione, mi sono confrontata con famiglie e amici, certamente più esperti di me, i quali esprimono forti timori riguardo agli aspetti educativi disattesi.

Su questo tema sto lavorando, insieme ad alcuni colleghi consiglieri del Partito democratico, a un’interrogazione a risposta scritta circa i contenuti del progetto; in un colloquio poi, avvenuto lunedì, con l’Assessore regionale alle politiche per la salute, Sergio Venturi, ho chiesto di riaprire un confronto sui contenuti pubblicati nell’ opuscolo e sulla modalità di informazione ai giovani destinatari.

 

Al fine di rispettare gli spazi che mi vengono gentilmente concessi da questa testata, cercherò di essere sintetica, nonostante la complessità dell’argomento. Innanzitutto, un giudizio complessivo: gli estensori di “W l’Amore” sono stati in alcuni passaggi, poco obiettivi: confondere i giovani utenti del progetto non è certo d’aiuto e “non discriminare”, non significa dovere “omologare”. Non si vuole qui mettere in discussione la necessità di procedere all’educazione all’affettività e alla prevenzione della discriminazione di genere.

In generale, quando si parla di “amore” e di “sesso” è indispensabile parlare di senso, fine, scopo, valore, nella prospettiva della piena e coerente realizzazione della globalità della persona umana. Vogliamo avere l’onestà intellettuale e morale di dirlo ai nostri studenti, mantenendo alta l’asticella dei valori! Poi, ognuno, sarà libero di abbassarla, ma sarebbe colpevole da parte di chi ha ruoli educativi non indicare la delicatezza del tema, cui è legata la piena realizzazione e la felicità integrale della persona.

Dobbiamo stare attenti a evitare che nei ragazzi i desideri si trasformino in bisogni diventando quasi diritti esigibili. Credo che tutti noi condividiamo il principio che l’educazione scolastica non è e non può essere soltanto “informazione”, ma ha il dovere di contestualizzarsi entro un sistema di valori, non confessionali, che caratterizzano l’umano condiviso e su cui si costruisce la civiltà di un popolo. La convivenza civile non è fatta solo di regole da rispettare, ma si fonda su riconoscimenti valoriali che, nel rispetto della libertà di ciascuno, appartengono al patrimonio dell’umanità.

L’impegno educativo è una delle attività più nobili e, parimenti, più delicate che una società civile deve assumersi.  Il DPR 275/1999, art. 4, dichiara la necessità di mettere in atto “percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni”. Questo progetto è realizzabile solo con il dialogo diretto e costante con le famiglie ed i genitori degli alunni, quali interlocutori di diritto (Art. 30 della Costituzione, Art. 26 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Risoluzione 1904/2012 Parlamento Europeo).

Una seria attività di educazione civica ai grandi valori fondanti la persona è un dovere inalienabile per ogni agenzia educativa e, quindi, in modo particolare, per la scuola.

Per questo, mi assumo l’impegno di riavviare un confronto attraverso l’allargamento del tavolo di lavoro tecnico al fine di una revisione dell’opuscolo e dell’intero progetto “W l’amore”, estendendolo anche alle Associazioni delle famiglie.

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

Il progetto denominato “W l’amore”, percorso formativo sull’educazione sessuale rivolto ai preadolescenti e proposto alle terze classi delle scuole secondarie di primo grado è oggetto di una interrogazione di Ottavia Soncini, prima firmataria, Giuseppe Boschini, Gian Luigi Molinari, Giuseppe Paruolo e Manuela Rontini, consiglieri regionali Pd.

Il progetto, spiegano i consiglieri, attivo nelle scuole dei Paesi Bassi, “è stato rivisto e adattato al contesto regionale e sperimentato, nell’anno scolastico 2013-2014, in tre scuole di Bologna, Forlì e Reggio Emilia”. La sperimentazione, però, “ha suscitato critiche e richieste di chiarimenti da parte di genitori, associazioni e singoli cittadini”, cha hanno contestato “una visione non obiettiva su alcune tematiche, un’eccessiva semplificazione su altre e, in generale, un approccio che non valorizza adeguatamente la corresponsabilità educativa tra famiglia e scuola, in particolare orientando di preferenza i preadolescenti all’accesso individuale ai servizi”.

Il progetto, inoltre, ricordano gli esponenti Pd, “è stato proposto dagli operatori degli spazi giovani agli Uffici scolastici provinciali di tutta la regione” e vi hanno aderito “le 8 Ausl, per un totale di 17 distretti sui 38 complessivi, 36 scuole e 119 classi su 184 (il 65%)”.

“Chiediamo, pertanto, alla Giunta”, concludono Soncini e gli altri firmatari, “sulla base di quale evidenze si sia scelto di ispirarsi al modello olandese, come sia stato composto il tavolo tecnico che ha predisposto il progetto, se è stato previsto il coinvolgimento di associazioni di famiglie e docenti nella fase di elaborazione, quanto è costato e se non si ritenga opportuno rivederne l’impianto con la collaborazione di tutti i soggetti interessati”.

ALLEGATO

Interrogazione a risposta scritta circa il percorso formativo denominato “W l’Amore” sull’educazione sessuale proposto alle terze classi delle scuole secondarie di primo grado. A firma dei Consiglieri: Soncini, Boschini, Molinari, Paruolo, Rontini