Sviluppo del territorio. L’impegno della Regione per contrastare lo spopolamento dell’Appennino emiliano, favorire la crescita e dare più i servizi ai cittadini. Firmato a Reggio Emilia l’Accordo di Programma, pronti 28 milioni di euro

Una nuova organizzazione della filiera del Parmigiano Reggiano, per costituire un’organizzazione che commercializzi direttamente il prodotto di Montagna. Una diversa articolazione dei servizi escursionistici, a piedi e in bici, legati al benessere, in sintonia con la forte naturalità dell’area e all’importante riconoscimento Mab Unesco. E poi interventi per rafforzare i servizi ai cittadini, contrastare lo spopolamento e favorire l’invecchiamento attivo della popolazione; da un lato potenziando la prevenzione e la promozione della salute e accrescendo l’offerta didattica delle scuole e i servizi di mobilità, dall’altro valorizzando i tanti punti di forza che già caratterizzano questo territorio. Sono alcuni degli interventi previsti, e sostenuti con un investimento di 28 milioni di euro, dall’Accordo di Programma quadro per la Strategia d’area dell’Appennino Emiliano “La Montagna del Latte”. Un territorio di oltre 75mila abitanti, che interessa le province di Reggio Emilia, Parma e Modena. L’intesa raggiunta nell’ambito della Strategia per le Aree interne  è stata sottoscritta oggi a Reggio Emilia, nella Sala del Consiglio di Palazzo Allende.

Cosa prevede l’Accordo
L’Accordo di Programma quadro rappresenta l’ultima fase del percorso che in circa due anni e mezzo ha visto lavorare insieme associazioni, imprese, istituzioni.
Ora inizia la parte operativa per realizzare i progetti individuati, grazie all’investimento di 28 milioni di euro – 3,7 milioni provenienti da fondi pubblici dello Stato, 17 dalla Regione attraverso l’utilizzo dei Fondi Sie- Psr, Por Fse, Por Fesr – 6 milioni dai privati e 1,3 stanziati dagli enti locali coinvolti.

La “Montagna del latte” punta all’innovazione produttiva della filiera del Parmigiano Reggiano, e in particolare del Parmigiano Reggiano di Montagna, costituendo un’organizzazione che lo commercializzi direttamente, grazie al progetto di filiera “Il crinale”, in cui sono coinvolte 37 imprese del territorio tra caseifici e aziende di allevamento.
Importanti le azioni legate al turismo, con la realizzazione di nuovi itinerari escursionistici e la creazione di una nuova offerta di servizi per le escursioni, a piedi e in bicicletta, ma anche legati al benessere e in sintonia con la forte naturalità dell’area e al riconoscimento di questa zona dell’Appennino come sito Mab Unesco.

La strategia prevede inoltre interventi per dare più forza ai servizi per i cittadini.  Dal punto di vista sanitario, ad esempio, per la popolazione anziana sarà potenziata la prevenzione e la promozione della salute con la realizzazione di una Casa della salute a Toano, l’inserimento degli infermieri di comunità e i servizi di prossimità erogati dalle cooperative di comunità dell’area.

Sul fronte della scuola, la strategia intende adeguare e migliorare le infrastrutture scolastiche attraverso la realizzazione del polo scolastico unificato di Villa Minozzo; favorire una migliore didattica a partire dalla fascia di età 0-10 anni, accrescendo e personalizzandone l’offerta anche per contenere le forme di disagio e aumentare la connessione tra didattica, risorse territoriali e sviluppo locale attraverso un approccio laboratoriale e l’alternanza scuola-lavoro.
Per quanto riguarda l’accessibilità è previsto un importante investimento per portare la banda ultra larga in tutto il territorio, mentre sul fronte mobilità saranno potenziati i servizi di trasporto locale e quelli di trasporto a chiamata attraverso la creazione di una centrale della mobilità.

La Strategia per le Aree interne
Le Aree interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – molto diversificata al proprio interno, distante da grandi centri abitati e con traiettorie di sviluppo instabili eppure dotate di risorse che mancano alle aree centrali, con problemi demografici ma anche con un forte potenziale di attrazione.

Il Piano nazionale di riforma negli anni scorsi ha adottato la Strategia di sviluppo per contrastare la caduta demografica e rilanciare la crescita e i servizi di queste zone, mettendo a disposizione fondi ordinari della legge di stabilità e fondi comunitari. L’Agenzia nazionale per la coesione territoriale è il soggetto responsabile dell’attuazione. L’Emilia-Romagna, nell’ambito della Strategia nazionale, ha individuato quattro aree interne: oltre all’Appennino Emiliano, ilBasso Ferrarese, l’Appennino Piacentino Parmense e l’Alta Valmarecchia.