Riforma costituzionale. Avanti così. Una riflessione.

Il nuovo Senato sarà la Camera delle Autonomie, in cui siederanno 21 sindaci, dei comuni capoluogo e non, e 70 consiglieri regionali: le istanze dei territori saranno, in poche parole, recepite in maniera più efficace. Viene eliminato quell’assurdo meccanismo, un unicum in Europa, che imponeva la “doppia fiducia” al Governo, con un notevole rallentamento nell’approvazione delle leggi; ora ogni camera del Parlamento avrà funzioni specifiche e ben definite. Si è arrivati a questa riforma costituzionale con un PD unito e compatto. Dopo giorni di fibrillazione il Partito democratico, nel segno della responsabilità, ha chiuso il cerchio. Rilevanti sono le modifiche anche in tema di Titolo V, modifiche che vanno a mettere la parola “fine” alle migliaia di contenziosi davanti alla Corte Costituzionale tra Stato e Regioni, conflitti di attribuzioni che tanto son costati in termini economici e di lungaggini burocratiche alle nostre comunità. Uno Stato più vicino alle istanze dei suoi cittadini perché più semplice; una politica più snella per migliorare l’economia; un legislatore più veloce per dare risposte rapide: ecco perché le riforme istituzionali sono prioritarie.
Le riforme del funzionamento delle Istituzioni sono anche un primo passo importante per rafforzare i governi nazionali, farli funzionare, in modo che non siano presenze “solenni” ma capaci di assumere decisioni politiche anche in sede europea.
Continuino il governo e la sua maggioranza a “tirare dritto”, a non farsi distrarre, a procedere a passo spedito. Il Paese li osserva con fiducia.
Qui potrete trovare una riflessione del costituzionalista Francesco Clementi che condivido volentieri.
clementi