In discussione in Commissione Ambiente una importante delibera sull’Edilizia residenziale pubblica

Più equità nell’accesso e nella permanenza. Rispetto della legalità. Maggiore turn over. Sono, in sintesi, i principi alla base della delibera approvata dalla Giunta regionale – a breve, andrà al vaglio dell’Assemblea legislativa – che aggiorna i requisiti necessari per avere diritto a una casa erp, ovvero una casa di proprietà pubblica data in affitto (sulla base di una graduatoria) a costo contenuto ai cittadini meno abbienti. “Con questo provvedimento – sottolinea Elisabetta Gualmini, vicepresidente e assessore alle Politiche abitative della Regione Emilia-Romagna – finalmente si abbassa la soglia di reddito per la permanenza nelle case popolari. Vogliamo garantire il diritto alla casa alle fasce più deboli, utilizzare in modo equo il patrimonio residenziale pubblico e aumentare di conseguenza il turn-over e la rotazione all’interno dell’ERP, che viene inteso come misura temporanea e assistenziale per le persone più in difficoltà, e non come un diritto acquisito per sempre”.

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Aspetto importante della delibera, la semplificazione. Per quanto riguarda gli indicatori del reddito familiare, viene abolito l’ISE (che si ottiene sommando i redditi e il 20% dei patrimoni, mobiliari e immobiliari, dei componenti di tutto il nucleo) e mantenuto l’ISEE (che tiene conto del reddito, del patrimonio e delle caratteristiche del nucleo, per numerosità e tipologia) come unico parametro di riferimento. Il valore – che al momento rimane invariato – per accedere all’alloggio ERP non deve superare i 17.154,3 euro di ISEE. Potrà essere rideterminato in un momento successivo, quando la Regione acquisirà le informazioni sui redditi dei cittadini provenienti dalle nuove modalità di calcolo dell’ISEE stesso. Si semplificano inoltre i requisiti anche per la permanenza, abolendo l’uso del valore ISE. Viene favorito il turn-over, modificando i requisiti economici necessari: si abbassa la distanza tra il limite di reddito per l’accesso e quello per la permanenza, con una “forbice” tra i due compresa tra il 20% e il 60%. Attualmente, invece, il limite di reddito per la permanenza è il doppio di quello per l’accesso.