Sulla Gazzetta di Reggio le novità della nuova legge su Politiche giovanili e sociali

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“Una legge che armonizza sette norme regionali in materia di welfare al riordino istituzionale e cioè al superamento delle province e che introduce significative novità su casa, giovani e affidi”.  Commenta così Ottavia Soncini, consigliere regionale del Partito democratico e relatrice in Aula, l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa del progetto di legge sulle Modifiche legislative in materia di Politiche sociali, per le giovani generazioni e abitative, conseguenti alla riforma del sistema di governo regionale e locale.

“In tema di politiche abitative”, continua Soncini, “andiamo ad aiutare chi si trova in situazioni di difficoltà nel pagamento dell’affitto, introduciamo un aspetto di flessibilità che aiuterà loro ad avere una casa e, in più, avremo come Regione risorse maggiori da investire in edilizia residenziale sociale”. Il provvedimento modifica infatti la legge sulle politiche abitative a partire dalla proprietà indivisa (meno vincoli per trasformarla in proprietà individuale), e quindi possibilità per le società cooperative di vendere gli alloggi agli affittuari se c’è l’accordo di almeno il 50% dei soci (e non del 100% come richiesto oggi).

“Sono particolarmente contenta delle norme che riguardano le politiche a favore dei giovani”, prosegue Soncini, “conosciamo e riconosciamo i giovani con risposte più precise; andiamo a valorizzare con forza tutti i luoghi di aggregazione e condivisione, le agenzie educative esterne: oratori, parrocchie, centri per le famiglie, associazioni culturali e sportive, scout, associazioni del Terzo settore che lavorano con i giovani e che possono dare una mano concreta alle Istituzioni pubbliche e ai servizi sul territorio. Novità rilevanti che fanno camminare le leggi regionali con i cambiamenti della società. Va detto che in questa legislatura abbiamo tracciato una nuova prospettiva con il tentativo di ricalibrare le risorse regionali a favore di minori, adolescenti e famiglie: il servizio civile regionale e il primo piano triennale sul servizio civile, il bando adolescenza, i centri per le famiglie, sono tutte voci che vedono un maggiore stanziamento a partire dal 2015.”

“Inoltre”, spiega ancora Soncini, “per quanto riguarda il tema affidi, dovrà essere rispettato un ordine che vede le famiglie al primo posto, i nuclei mono- genitoriali al secondo e le strutture residenziali al terzo, così come prevede la normativa nazionale (mentre al momento la legge regionale parifica famiglie e strutture residenziali). In Emilia Romagna abbiamo infatti un numero di affidi familiari inferiore rispetto a quelli di altre regioni e prevalgono quelli in comunità. Abbiamo deciso di dare la spinta all’affido familiare, senza promuoverlo solo a parole. Ovviamente resta la decisione del giudice del Tribunale per i minorenni, che farà la scelta migliore nell’interesse del minore”. Sono infatti 3.372, su una popolazione di 712.298 i minori residenti sul territorio regionale, i bambini e i ragazzi che nel 2014 si sono trovati, per condizioni diverse, a

vivere al di fuori delle famiglie d’origine. Tra questi, 1.519 sono stati accolti da famiglie che si sono rese disponibili ad accoglierli a tempo pieno o parziale. Altri 1.853 sono stati invece affidati a comunità. Questi i dati resi noti dall’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza nell’ambito di un recente convegno che si è tenuto in Regione. Le province che accolgono il maggior numero di bambini sono Reggio Emilia (258), Modena (231) e Bologna (171), secondo gli ultimi dati disponibili al 1 Gennaio 2014.

“Porgiamo una mano al terzo settore”, conclude Soncini, “semplifichiamo l’iscrizione nel registro regionale a tutte le Associazioni di promozione sociale già iscritte nel Registro nazionale con articolazioni sul nostro territorio. Il welfare pubblico emiliano romagnolo deve tanto al privato sociale, alle associazioni, alle cooperative sociali, al volontariato, ai singoli volontari, sempre a contatto con i bisogni individuali dei cittadini”. Infine, l’abolizione della Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati, la cui funzione viene già svolta da altri organismi che assicurano la rappresentanza di tutti i cittadini.

Il testo armonizza e riordina la disciplina vigente nelle materie afferenti alle politiche sociali, al Terzo settore, alle politiche giovanili e a quelle abitative rispetto al nuovo assetto istituzionale uscito dalla riforma del sistema di governo regionale e locale (L.r. 13/2015), a iniziare dalle funzioni prima in capo alle Province.