“Noi contro le mafie”. Il mio saluto alla giornata inaugurale della settimana della legalità

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Da oggi 13 aprile fino al prossimo sabato 18 aprile la nostra città torna capitale della legalità con Noicontrolemafie, il festival promosso per il quinto anno dalla Provincia con la direzione scientifica di Antonio Nicaso, scrittore e studioso di fenomeni criminali.

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La rassegna , che da quest’anno ha aggiunto alla classica denominazione la dicitura “comuni e cittadini reggiani” per sottolineare l’impegno di una intera comunità che sta offrendo numerosi e concreti segnali di crescente consapevolezza e responsabilità nella lotta all’infiltrazione criminale sul proprio territorio, si è aperta ufficialmente stamattina nell’aula magna dell’università con un’interessante convegno su “bambini e mafie: i falsi miti della ‘ndrangheta” che ha visto magistrati, docenti universitari e giornalisti confrontarsi sul delicato ruolo degli adolescenti nelle famiglie di mafia.

Qui il testo del mio intervento:

Buongiorno a tutti,

Benvenuti a questa prima giornata della quinta edizione di “Noi contro le mafie”, una densa settimana di “Festa della legalità”  con convegni, dibattiti, spettacoli come antidoto all’illegalità e alle mafie.  Un breve ma doveroso ringraziamento anche a nome del presidente Bonaccini. A nome dell’Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna, Regione che ha offerto un importante contributo per la realizzazione dell’evento, e che qui oggi rappresento in qualità di vice Presidente, ringrazio innanzitutto la Provincia di Reggio Emilia e il suo presidente Giammaria Manghi in quanto ente promotore di queste giornate; ringrazio il Comune di Reggio Emilia, l’Università di Modena e Reggio che oggi ci ospita, ma anche l’Anpi e l’Istituto Cervi in qualità enti patrocinanti e tutte le altre associazioni che hanno offerto il loro impegno; ringrazio il dott. Antonio Nicaso per la direzione scientifica e alla Dott.ssa Frammartino; ringrazio, in ultima istanza i prestigiosi relatori di quest’oggi.

Un saluto a voi studenti, ai vostri insegnanti e ai presidi. Ognuno di voi, qui, era atteso. Ragazzi, dovete ambire ad essere il volto della legalità.  Questa nuova edizione del Festival coinvolge scuole, insegnanti, amministratori del territorio, imprenditori, cioè la parte chiamata fin da ora ad essere sempre più’ vigile, chiamata a scelte importanti nell’ottica della responsabilità e della coerenza. La Regione Emilia Romagna, e, lo sottolineo, anche la mia città Reggio Emilia, nella lotta alle illegalità non sono certamente all’anno zero.

L’Assemblea legislativa e Libera di don Ciotti collaborano per la diffusione della cultura della legalità e per fare informazione sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nella nostra regione, collaborazione dalla quale nasce il dossier annuale sulle mafie in Emilia-Romagna, giunto quest’anno alla terza edizione.Non più di un mese fa, il 27 febbraio, la Giunta regionale ha varato una serie di misure volte al potenziamento di quanto già in atto per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata e la promozione e diffusione di una cultura della legalità.  Da tempo si lavora per una azione di tipo comunicativo, divulgativo e informativo con il rafforzamento del ruolo dell’Osservatorio regionale sui fenomeni connessi al crimine organizzato e mafioso. Per maturare a tutti i livelli nei cittadini, ma a partire dai ragazzi e dai giovani, una capacità analitica seria e uno stile vigile. Abbiamo poi scelto di istituire la consulta regionale per la promozione della cultura della illegalità, e qui siamo ad un livello di collaborazione istituzionale tra la Regione e gli Enti locali territoriali nonché con le Associazioni e le Organizzazioni sociali, sindacali e di categoria. Un ruolo importante lo avrà la cabina di regia inter direzionale al fine di favorire l’attuazione coordinata dell’intero complesso di leggi di settore. Dalla legge per la legalità e la semplificazione nel settore delle costruzioni a committenza sia privata sia pubblica, a quella contenente le politiche di prevenzione del crimine organizzato e mafioso e la diffusione della cultura della legalità, fino all’ultima legge approvata, la num. 6 del 2014 per la promozione della legalità nei settori dell’autotrasporto, del facchinaggio.

Per quanto riguarda le azioni di pubblica sicurezza la regione ha promosso la istituzione del  Girer (Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna),  istituito presso il dipartimento pubblica sicurezza a due mesi dal sisma del 2012. Una struttura investigativa specializzata a composizione interforze per il monitoraggio e indagini ad alto livello professionale per fermare i tentativi di infiltrazione su appalti pubblici e privati post

sisma. Pensiamo vada esteso a tutta la regione. Nella stessa direzione, la Regione ha fortemente voluto il volto investigativo della Direzione Distrettuale Antimafia, ovvero la Agenzia operativa della Direzione investigativa antimafia. A questo proposito un ringraziamento a magistratura e forze dell’ordine per il lavoro che svolgono tutti i giorni. Alcuni numeri… Nell’ultimo triennio sono stati sostenuti 15 progetti di rilievo regionale che hanno coinvolto in particolare i giovani dai laboratori alle organizzazione di campi di volontariato per i giovani emiliano romagnoli per il riutilizzare i beni confiscati promossi da associazioni di volontariato che complessivamente hanno previsto un costo di realizzazione di 589 mila euro, la regione ha contribuito per circa 373 mila euro. Sono stati oltre 20.000 gli studenti coinvolti in varie iniziative, tra 500 e 700 gli studenti che visitano o lavorano nei beni confiscati, oltre 4.000 persone coinvolte in seminari e formazione, soprattutto dipendenti di pubbliche amministrazioni, oltre 200 il numero totale dei comuni. Vanno infine segnalati 10 accordi di programma volti al recupero di 9 beni confiscati. Se si considera che il totale dei beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risulta essere di 40, di cui 28 ancora in gestione all’Agenzia Nazionale dei beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata, al momento significa che la Regione ha garantito un sostegno al 75% dei beni immobili confiscati assegnati ai comuni. Occorre intervenire sia sul piano sociale ed educativo, sia su quello economico e del rinnovamento della vita politica, su questo aspetto nella nostra città e in Regione si è lavorato tanto e occorre prestare particolare attenzione alle modalità di consenso elettorale. Dobbiamo affinare la capacità di riconoscere il nuovo volto, presentabile della criminalità, perché oggi è più facile coinvolgere negli affari criminali le alte sfere del mondo professionale, imprenditoriale e politico. Siamo impegnati a dare risposte al tema della semplificazione e dello snellimento della burocrazia perché non sempre regole e norme portano la legalità. Talvolta chi agisce per la via della legalità ha costi più alti e tempi più lunghi e si favorisce così chi, con presunta furbizia, utilizza vie alternative, cerca scorciatoie. La semplificazione fa bene alla legalità. Il patto per il lavoro offrirà nuove opportunità che insieme ad una facilità di accesso al credito per chi si impegna onestamente costituiscono certamente una ottima azione a favore della legalità. Credo che se davvero vogliamo vincere le mafie le azioni non bastano. Vanno riempite di una carica evocativa. I simboli, gli eroi, il senso di consapevolezza e l’impegno condiviso sono potenti tanto quanto repressione e indagini giudiziarie perché creano una cultura che si oppone alla illegalità. Perché quella di questo paese è una storia anche di mafia e ammetterlo è indispensabile per sconfiggerla ma anche e soprattutto una storia di antimafia, senso dello stato, dedizione, coraggio e fatica, sostegno alla legalità e alle istituzioni. È la storia di tanti italiani che si sono sacrificati, testimoni che in oltre cento cinquanta anni dalla unità di Italia a oggi hanno detto di no alla mafia. A tutti voi e concludo, nuovamente, il mio caloroso ringraziamento per essere qui. “La mafia”, come scrisse lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, “sarà sconfitta da un esercito di maestre elementari”.