Due atti: uno presentato in consiglio regionale dalla consigliera Ottavia Soncini e uno in Parlamento dalla deputata Ilenia Malavasi per chiedere al Governo come mai non crede nella sanità di prossimità e del territorio.
“Vorremmo finalmente una parola di chiarezza da parte del governo: sono in grado di realizzare tutte le case di comunità e gli ospedali di comunità? Ma, soprattutto, sono intenzionati a farli oppure non credono più nel progetto? Nell’ultima relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del PNRR non c’è una riga sulle 1350 case di comunità da realizzare”. Così la deputata dem, Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari Sociali che ha presentato una interrogazione per sapere quali eventuali interventi normativi correttivi si vogliano attuare per recuperare i ritardi accumulati e quali sono le progettazioni che rischiano di saltare e su quali territori ricadranno. “Il governo non può continuare con le ambiguità – afferma Malavasi – deve delle risposte al Paese”.
I fondi PNRR dovevano servire per attuare una rivoluzione in Italia per la presa in carico dei pazienti. In ospedale sarebbero dovuti andare solo i casi più gravi, mentre per gli altri, la soluzione da favorire avrebbero dovuto essere centri e ambulatori sul territorio, visite al domicilio e la telemedicina.
“Sanità territoriale e di prossimità, era questa la direzione generale verso cui in Emilia-Romagna ci stiamo muovendo già da anni attraverso anche quella infrastruttura sociale importante costituita dalle case di comunità sulle quali il PD e i suoi sindaci hanno sempre creduto. A disposizione complessivamente 7,5 miliardi di euro da investire entro il 2026. Ma il progetto avanza a rilento e sembra difficile arrivare entro i tempi previsti all’obiettivo. – spiega la consigliera regionale Pd e presidente della Commissione Sanità in Emilia-Romagna Ottavia Soncini – Il PNRR prevede infatti l’attivazione di oltre 1.350 Case della Comunità e oltre 400 Ospedali di Comunità entro la metà del 2026 in tutta Italia, ma molte strutture potrebbero non essere pronte entro il 2026 e per questo motivo il governo starebbe pensando di ridurre il numero di quelle da finanziare con gli stanziamenti europei. In più, resta il tema dei fondi del Sistema Sanitario Nazionale inadeguati al reclutamento dei professionisti e degli operatori sanitari necessari al loro funzionamento”.
La Regione Emilia-Romagna, che ad oggi conta 128 case della salute su un totale nazionale di 500, con le risorse PNRR della missione 6 aveva programmato la realizzazione di 84 nuove case della salute (per 124,6 milioni di euro), 45 Centrali operative territoriali (15,3 milioni) con la funzione di coordinamento della presa in carico del paziente e di raccordo tra i professionisti coinvolti, 27 ospedali di comunità (68 milioni) oltre a interventi per apparecchiature, tecnologia e adeguamento sismico per circa 145 milioni.
“Questa situazione ci allarma perché il Governo, senza il confronto con il Parlamento, con le Regioni e con gli enti locali interessati, sembrerebbe orientato a tagliare una parte significativa delle case e degli ospedali di comunità, senza svolgere il proprio ruolo di risolutore dei problemi di attuazione della Missione 6 del PNRR. Inoltre, il Governo non ha ancora indicato dove reperire le risorse necessarie per la gestione e il funzionamento della rete, a partire da quelle per il personale medico, infermieristico e tecnico-amministrativo, come previsto dal DM 77/22 che definisce gli standard per la gestione del nuovo modello di sanità territoriale” prosegue Soncini.
“Ma se non si fanno Osco, Case di comunità e Cot come pensano di poter realizzare la riorganizzazione della medicina del territorio, che è uno degli obiettivi strategici del PNRR e che si fonda sul principio della prossimità?” incalza la dem Malavasi.
“Confidiamo che la volontà di depotenziare un sistema sanitario pubblico e universalistico a favore di un modello privatistico, possa essere smentita con proposte concrete ed operative da parte del governo e come consigliere e consiglieri Pd in Emilia-Romagna ribadiamo la necessità di indirizzare risorse non solo per le strutture, ma anche per il personale, al potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale, più vicina e diffusa per garantire un servizio d’eccellenza a tutte e tutti i cittadini” conclude Soncini, annunciando il deposito di una risoluzione a riguardo in Regione.
“La salute – concludono le due esponenti Pd – è un bene comunitario: o c’è una assunzione comunitaria, una responsabilizzazione comunitaria che passa anche attraverso le case di comunità, gli infermieri di comunità, gli ospedali di comunità, le relazioni sociali o se no il bisogno di salute troverà sempre meno risposte visto il sotto finanziamento del Fondo sanitario nazionale e la mancanza di medici e infermieri”.