A Novellara per il nuovo anno del circolo “Marta Beltrami”

beltrami

 

L’incalzante trasformazione del nostro mondo crea la necessità di avviare un rinnovamento, con l’apertura, il confronto, con un rinnovato pubblico sempre più vasto e variegato per età, interessi, provenienze sociali. E questo vale in ogni mestiere, in ogni professione, in particolar modo nel mio e in quello di chi, come voi, si preoccupa di diffondere la cultura con la C maiuscola.

Il Circolo Marta Beltrami ha tra le sue finalità l’educazione permanente degli adulti e l’organizzazione di attività di promozione, formazione e informazione culturale, aperta a tutti i cittadini e a tutte le età, a tutte le discipline, a nuove relazioni e collaborazioni. Non certo un compito facile.

Permettetemi di aggiungere che avete edificato questa attività con ottimi pilastri: la cultura, fondamentale elemento di coesione sociale e di crescita civile, strumento di formazione permanente in grado di aiutare la comprensione di questo mondo complessa trasformazione, e il volontariato, la partecipazione disinteressata e gratuita di tante persone a una forma associativa in cui si costruiscono relazioni e si tiene vivo il senso civile della Polis, della comunità umana.

Cari amici, nel 1967 usciva lettera a una professoressa, scritta da don Lorenzo Milani e dai ragazzi della sua scuola di Barbiana. Un mese dopo la pubblicazione della lettera don Milani morì, a seguito di una lunga malattia. La lettera scritta con cura, corretta e ricorretta punto per punto, denunciava una scuola classista, selettiva a favore dei figli della classe dominante, dove le pari opportunità erano volutamente affossate: perciòingiusta e incapace di far progredire i giovani, la società, e l’essere “bene” delle persone.
A seguito della lettera vi fu movimento di idee, confronti tra pedagogisti, discussioni politiche, consapevolezza nell’opinione pubblica, che sfociarono in una serie di riforme storiche della scuola, di cui una delle più rilevanti riguardò l’istituzione del tempo pieno alle scuole elementari. La scuola di Novellara fu una delle prime ad istituire il tempo pieno, la cui attuazione sollevò discussioni e confronti accesi, ma Tonino Mariani, Marta Beltrami e altri condussero in porto una conquista che definirei una “scelta di civiltà”, una scelta nobile. Andrebbero ricordati sempre quei fecondi periodi di confronto.

Marta militò nella Resistenza, in coerenza con gli ideali di libertà e giustizia che animavano i giovani cattolici che si riconoscevano nel pensiero di Giuseppe Dossetti. “Volevamo essere i protagonisti del nostro futuro, volevamo costruire noi la democrazia, con le nostre mani, con il nostro lavoro”, ha detto Marta ricordando la sua scelta di entrare nelle Fiamme Verdi. Dal 1945 fino al 1985 prese parte al Consiglio Comunale, proponendo, dai banchi della minoranza, un confronto politico ed ideologico sempre determinato, passionale, costruttivo. Ma la sua vita era la scuola, i suoi alunni, l’insegnamento, che la impegnò dal 1946, anno in cui prese servizio come insegnante di matematica e scienze nella scuola di Avviamento professionale di Novellara, passando poi di ruolo nel 1952 nella scuola elementare di Novellara ed infine concludendo, con quarant’anni di docenza, nel 1990. Da insegnante è stata in prima linea nelle battaglie per la riforma e per il rinnovamento della scuola, tra gli artefici del progetto di scuola a tempo pieno, sperimentato a cominciare dall’anno scolastico 1972-1973. Il suo rigore, l’onestà intellettuale, l’impegno civile fanno di lei una donna da ricordare.

Il vostro circolo si avvia al sesto anno di attività. Anno dopo anno c’è sempre qualcosa in più, nuove esperienze, nuovi risultati, un grande dialogo.

Dicevo, all’inizio, della Polis, delle nostre comunità.

La polis fu un modello di struttura tipicamente greca che prevedeva l’attiva partecipazione degli abitanti liberi alla vita politica. L‘uomo greco era portato a sentirsi organicamente inserito nella sua comunità. Ognuno trovava la propria realizzazione nella partecipazione alla vita collettiva e nella costruzione del bene comune.

Scriveva Bonhoeffer: “Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, l’idea del tempo eventualmente perduto provoca in noi una costante inquietudine. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto delle esperienze, non avessimo imparato, operato, goduto, sofferto. Tempo perduto è il tempo non pieno, il tempo vuoto”.

Continuate così, affinché il tempo della vostra Polis, della vostra comunità Novellara sia sempre a tempo pieno, un tempo pieno di cultura, riflessione, volontariato, ricerca del bene comune: questa è la strada maestra per affrontare le intemperie del futuro.