26 ottobre 2014 – alla Leopolda

«Qui c’è il presente e il futuro del Pd, dove si discute di dignità, lavoro e uguaglianza». E’ quella che può essere definita una “renziana della prima ora”. Ed è ormai una presenza fissa alla Leopolda, la manifestazione organizzata dal premier Matteo Renzi, dove quest’anno era in programma anche un suo intervento sul palco. Per Ottavia Soncini, candidata alle Regionali, «la scelta è stata naturale, in continuità con il mio percorso politico iniziato come consigliera comunale».

Soncini, lei ha scelto Firenze. Come mai?

«Da diversi anni trovo nella tre giorni organizzata da Matteo Renzi una tappa importante di riflessione e di proposta sulle questioni del Paese. Per me la Leopolda è luogo di elaborazione di idee, alcune di queste sono diventate priorità nell’agenda di Governo: riforma costituzionale, riforma della pubblica amministrazione, riforma della scuola e della giustizia. Anche quest’anno ho avuto l’occasione di offrire il mio contributo su temi che stanno a cuore ai reggiani, come le politiche per l’infanzia, l’inclusione delle persone disabili, formazione e lavoro».

Non ci sarà nessuna scissione siamo un partito forte in grado di aggregare tutti

Ma a Roma c’era una piazza che manifestava contro il governo. Cosa ne pensa?

«La piazza della Cgil ha rappresentato un significativo evento politico e provo ammirazione per chi fa sentire la sua voce con toni rispettosi. In questo periodo di incertezze mi sento vicina ai problemi dei lavoratori e credo che la partecipazione democratica sia importante. Ognuno ha le sue opinioni, è necessario il confronto. E quindi incomprensibile la contrapposizione tra Leopolda e piazza San Giovanni: in entrambi i luoghi si è parlato di lavoro, diritti e dignita».

E vero, ma le ricette sono diverse. E molti esponenti del Pd hanno scelto Roma. Si va verso una scissione?

«No. II Pd di Renzi, a vocazione maggioritaria e non identitaria, raggiunge oltre 40% di consenso e viene scelto da undici milioni e 600 mila italiani. E un partito forte, post-ideologico, che sa gestire un confronto interno sano e volto al bene comune. II Pd non solo non rischia la scissione, ma è in grado di aggregare nuove sensibilità, dal momento che si sta caratterizzando su innovazione, cambiamento e capacità di scelta».

Ma sul Jobs Act qual è la sua posizione? «Anche nel lavoro, bisogna innovare; se il posto fisso è un’utopia, occorre puntare alla tutela del lavoratore. La mia Regione dovrà prendersi cura sia di chi perde il posto di lavoro che dei 112 mila giovani inattivi. Senza lavoro non si costruiscono progetti di vita. Su questo ci sarà il mio impegno. Bisogna proseguire sulla strada della formazione. Sono 30 mila i giovani che in Emilia stanno conseguendo 25 qualifiche professionali diverse, grazie alla legge 5 del 2011. Questa è innovazione nella tradizione che consente il riscatto e fa futuro».

Intervista pubblicata dalla Gazzetta di Reggio il 27 ottobre 2014